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Feb 15, 2022 12 tweets 5 min read Read on X
20 anni fa, il #15febbraio 2002, arrivava nei cinema italiani uno dei massimi capolavori di sempre. Dopo la prima visione il commento più diffuso è "Non si capisce niente!". E invece no: serve una chiave. THREAD su Mulholland Drive, l'enciclopedia del sogno a cura di David Lynch.
Iniziamo dalle basi, senza spoilerare troppo. Il film è diviso in due: l'ultima mezz'ora è la realtà, mentre le prime due ore sono un lungo e allucinato sogno che inizia e finisce con due momenti di nero: la protagonista che si addormenta, la donna mora che apre la scatola blu.
Spesso sogniamo in "montaggio alternato" e così fa il film, passando dalla storia di Betty e Rita alle peripezie del regista Adam, su cui Lynch riversa tutto il suo humour nero: il boss mafioso che sputa il caffè è interpretato dal suo compositore di fiducia Angelo Badalamenti.
Nei sogni invertiamo personaggi, professioni e gli stessi nomi delle persone: nel sogno la protagonista è Betty mentre Diane è solo il nome di una cameriera del Winkie's Bar, ma nella realtà le parti sono dolorosamente invertite.
Nei sogni s'infilano frasi ricorrenti che ossessionano la nostra vita da svegli: "E' lei la ragazza", ripetono ossessivamente mafiosi, produttori, registi, cowboy, ma nella realtà sono semplicemente le parole con cui Diane ha ordinato l'omicidio della sua amata Camilla.
Nei sogni diamo libero sfogo al nostro senso di colpa, per esempio quando vorremmo che certe cose fossero andate diversamente. Nel sogno di Diane, il killer assoldato per far fuori Camilla si trasforma in un sicario pasticcione che fallirà nel suo obiettivo.
Nei sogni diamo importanza a personaggi del tutto marginali nel mondo reale: per esempio il cowboy senza sopracciglia che Diane ha intravisto alla festa in Mulholland Drive si trasforma nella voce della razionalità (quando appare si accende una luce, quando se ne va si spegne).
Nei sogni, insomma, succede di tutto! Betty e Rita nel sogno telefonano a casa di una certa Diane: il messaggio in segreteria ("Questa non è la mia voce, ma io la conosco!") è lo stesso che sentiremo nel finale a casa, appunto, di Diane. "E' strano chiamare sé stessi, vero?".
"Nei sogni" (ovvero "In Dreams") è anche il titolo di una canzone di Roy Orbison che ascoltavamo in playback in "Velluto Blu". In playback è anche "Llorando", cover in spagnolo di "Crying" dello stesso Roy Orbison, cantata splendidamente da Rebekah Del Rio al Club Silencio.
Proprio la scena-cardine al Club Silencio è, appunto, la chiave di tutto. "No hay banda!", proclama il Mago, è tutta una grande illusione. Un sogno: sembra accorgersene anche Diane/Betty, che difatti inizia a sentire puzza di bruciato e a tremare. Sveglia!
C'è un altro indizio per veri fan che Lynch ha buttato lì con spudorata nonchalance: tra gli spettatori al Club Silencio ci sono anche (sulla destra) le due attrici che in Twin Peaks interpretavano Laura Palmer e la sua amica Ronette Pulaski. E se fosse una specie di spin-off?
E infine, sempre nel Winkie's Bar, il momento che fa di Mulholland Drive l'unico film che mi abbia fatto urlare nel cuore della notte. Il manifesto del subconscio, della paura, dell'incubo irrazionale e inspiegabile. Ma non temete: ve l'ho tagliata prima che arrivi QUEL momento.

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Feb 5
Che succede? Che si avvicina #Sanremo2024 e allora, come ogni anno, il consueto MEGA-THREAD sanremese con la top 30 delle mie canzoni preferite dei Festival di cui ho memoria (quindi, a spanne, dal 1989 a oggi). Image
30) "Cosa resterà (degli anni '80)" (Raf, 1989). "Anni ballando ballando/Reagan Gorbaciov", nove mesi prima della caduta del Muro. La giacca rossa di Raf a Sanremo 1989 è uno dei miei primi ricordi in assoluto, non solo in tv, insieme ai testi del Festival su Sorrisi & Canzoni.
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Oct 25, 2023
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A riassumere le scorrettezze di quella partita basterebbe il tabellino: tredici cartellini estratti dall'arbitro turco Babacan, dodici dei quali ai danni dell'Atletico. Ma le immagini televisive renderanno ancora meglio la brutalità di Celtic-Atletico 1974. Image
L'Atletico era allenato dall'argentino Juan Carlos Lorenzo, ex tecnico della Lazio (dove sarebbe tornato negli anni 80) e santone del calcio sudamericano: per esempio, era il ct dell'Argentina che ai Mondiali 1966 aveva scioccato l'Europa per lo stile di gioco "machiavellico".
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Oct 8, 2023
6 anni dopo aver spedito in rete un pallone che gli era valso il Premio Puskas, Olivier #Giroud ha cambiato consonante e ha soffiato palla a Puscas. Viaggio nel pazzo mondo dei portieri casuali di Serie A, a cominciare dall'unica volta che era capitata al Milan... 100 anni fa!
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Accadde 100 anni fa, il 4 novembre 1923: un Milan-Pro Vercelli 1-3 in cui il portiere Midali fu espulso al 72' per "un atto di giustizia sommaria" secondo la Gazzetta. Le sostituzioni non esistevano: in porta andò il difensore Rinaldo Bronzini, che riuscì a non prendere gol. Image
Singolare quel che accadde in Milan-Bologna del 28 febbraio 1982, quando Rosario Lo Bello (non ancora famigerato presso i milanisti) espulse Piotti per una scaramuccia con Franco Colomba, ma con democristiana prontezza fischiò la fine della partita subito dopo.
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Jul 27, 2023
"Nervi saldi, cervello fresco e grandi gambe". 25 anni fa, il #27luglio 1998, sul Col du Galibier, il tormento e l'estasi di Marco Pantani (anzi PAN-TA-NI, come scandiva immancabilmente Adriano De Zan): chi c'era, non potrà mai dimenticare.
Partito con un ritardo di 3'01" dalla maglia gialla Ullrich, a 47 km dal traguardo Pantani inizia a "sentire le voci", come ha scritto quella mattina Gianni Mura su Repubblica. Prende atto che Ullrich non lo segue, aspetta per un po' Leblanc ma poi molla anche lui al suo destino.
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Jul 26, 2023
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Jun 30, 2023
25 anni fa, il #30giugno 1998, andò in scena una delle più grandi partite della storia dei Mondiali e contemporaneamente uno dei momenti più tragici della storia del giornalismo sportivo, per giunta sulla BBC, ad opera di Brian Moore e Kevin Keegan. Ma andiamo con ordine.
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L'Argentina arpiona il pareggio a fine primo tempo con questo geniale schema su calcio piazzato dal limite: tutti si aspettano la parabola di Veron o la stangata di Batistuta, invece...
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