Thread by @Edoenonsolo

Il quesito sull’#eutanasialegale depenalizzava l’omicidio del consenziente senza nessun limite e condizione.
Era tecnicamente sbagliato e bocciandolo hanno fatto la scelta giusta.
Il Parlamento da anni deve intervenire e disciplinare la materia.
La sua inerzia è scandalosa.

Per la precisione: restava reato l’omicidio del consenziente incapace.

Finora la Corte, a seguito del processo a Cappato, aveva dichiarato incostituzionale il delitto di aiuto al suicidio con la sentenza 242 del 2029, dichiarando "l'illegittimità costituzionale dell'art. 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi,>

con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge 22 dicembre 2017, n. 219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento) - ovvero, quanto ai fatti anteriori alla pubblicazione della presente sentenza nella Gazzetta

Ufficiale della Repubblica, con modalità equivalenti nei sensi di cui in motivazione -, agevola l'esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile,

fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale,

previo parere del comitato etico territorialmente competente".
Come potete intuire questo tipo di sentenza non si limita a dichiarare una legge o una sua parte incostituzionale ma “aggiunge” una disciplina, dei casi, delle ipotesi in cui il comportamento non è reato: di fatto

quindi la Corte Costituzionale si sostituisce al Parlamento e legifera. Quest’intervento è seguito ad un termine di un anno che la Corte, per sollecitare il Parlamento a intervenire, gli aveva concesso con l’esplicito avvertimento che in caso contrario avrebbe emesso la

sentenza. Ed è ciò che è accaduto. Nonostante questa umiliazione (giusta) del Parlamento nulla è poi stato fatto per il caso dell’omicidio del consenziente e così si è arrivati alla proposta referendaria. Questa però prevedeva la pura e semplice abrogazione della punibilità del

suicidio del consenziente (non dell’incapace, che rimaneva ancora illecito uccidere pur se consenziente). Non vi sarebbe stata alcuna delle condizioni di liceità dell’omicidio del consenziente che la Corte aveva dettato nel caso dell’aiuto al suicidio. Nè si può ipotizzare che

le ipotesi suindicate potessero “automaticamente” applicarsi anche al reato di omicidio del consenziente: il diritto penale non “funziona” così, le analogie non sono ammesse, ogni norma dev’essere tassativa, dev’essere a “prova di idiota” poter sapere se un comportamento

costituisce reato o meno perché è in ballo la libertà dell’uomo, che è ciò che abbiamo di più prezioso.
In definitiva la proposta referendaria avrebbe reso IN OGNI CASO lecito l’omicidio di un consenziente, anche di chi non era malato terminale. Non era di fatto una disciplina

dell’eutanasia ma un’abrogazione tranchant con possibili effetti criminogeni.
La decisione della Corte era auspicabile e io, per quanto poco la mia opinione vi possa interessare (spero abbiate interessi più divertenti) speravo che andasse così.
È l’inerzia del Parlamento ciò

che in questa vicenda è scandaloso, non la sentenza della Corte. Per cui se non sapete di cosa si trattava non partite con la lancia in resta accusando la Corte di “mentalità retrograda” o filo-Vaticana perché non è così.
Quella di oggi non è una cosa di cui vergognarsi, anzi.

Sia chiaro: le motivazioni del rigetto del Referendum non sono state pubblicate. Queste considerazioni sono mie e riguardano il quesito per come era proposto e articolato.