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Feb 21, 2022 14 tweets 4 min read Read on X
Agli inizi del XX secolo non era permesso a noi donne di gareggiare individualmente.
Sempre e solo con un maschietto.
Fu così anche per me.
E chi scegliere, se non Edgar, che avevo sposato nel 1900 e che era anche il mio allenatore.
Ai miei tempi il pattinaggio era ritenuto uno sport estremamente virile.
Insomma per soli uomini. Noi donne tagliate fuori.

Il primo campionato del mondo fu disputato nel 1896.
Solo per uomini naturalmente.
Le gare femminili sono nate nel 1906, quelle per le coppie di artistico nel 1908 e quelle di danza nel 1952.
Indovinate grazie a chi.
Alla sottoscritta naturalmente, Florence Madeleine Cave in Syers, detta Madge.
Tutto ebbe inizio al campionato mondiale maschile del 1902 organizzato a Londra.
Non ci crederete, ma partecipai pure io. Grazie a un buco nel regolamento. Chi l’aveva redatto aveva ritenuto superfluo indicare il sesso dei partecipanti.Tanto nessuna donna avrebbe osato gareggiare
Nessuna? Nessuna.
Tranne una.
Io.
E nessuno osò proibire la mia partecipazione. Come andò a finire? Finii seconda dietro il grande Ulrich Salchow.
Ma meritavo io di vincere, tanto che Ulrich mi offrì la sua medaglia d’oro. Che naturalmente rifiutai.
Fu quella la svolta per noi donne? Non proprio.
Infatti i maschietti dall’anno successivo cambiarono il regolamento.
Venne proibito alle donne l’accesso ai mondiali di pattinaggio. Attraverso una votazione.
I componenti? Tutti uomini naturalmente.
Però, teneri, motivarono pure la cosa.
Lunghezza delle gonne che impediva ai giudici di vedere i piedi e, udite udite, impossibile valutare uomini e donne insieme perché un giudice poteva innamorarsi di una donna.
Dai, di fantasia ne avevano da vendere.
Però un’altra federazione continuò a permettere le gare miste. Vinsi il campionato britannico di pattinaggio di figura individuale, nel 1903 e nel 1904 prima proprio davanti a mio marito.
Nel 1906 venne istituito il campionato mondiale femminile. Vinsi le prime due edizioni
Non pattinai nel 1907 per problemi di salute, ma ritornai per le Olimpiadi del 1908 quando per la prima volta, il pattinaggio su ghiaccio venne incluso nel programma olimpico.
La mia esibizione lasciò esterrefatti i giudici.
Il mio fu il primo oro olimpico femminile della storia del pattinaggio su ghiaccio.
Fui la vera stella di quell’Olimpiade superando anche mio marito, che era molto bravo.
Infatti vinsi con lui il bronzo nelle gare a coppie.
Dopo quella Olimpiade mi ritirai dalle competizioni.
In inverno la mia salute peggiorò.
Ne approfittai per scrivere libri sul pattinaggio insieme a mio marito Edgar Syers.
Ma la mia salute continuò a peggiorare.
Sono morta per una insufficienza cardiaca causata da un’endocardite acuta il 9 settembre del 1917 nella mia casa di Weybridge, nel Surrey.
Avevo solo trentasei anni.
So che Edgar non si è risposato. E’ morto nel 1946 all’età di ottantadue anni senza mai dimenticarmi.
Non dimenticò mai il suo grande amore, la sua compagna di vita, la sua compagna di ghiaccio, tanto da dedicarmi un poema dal titolo “To my Lady’s Skates".
Donne e sport sono una combinazione poco riconosciuta.
Nel Regno Unito ci sono solo due statue di donne sportive, contro 200 di sportivi.
Una ricerca recente ha evidenziato che Londra ha più statue di uomini (21%) e animali (8%) che di donne, che rappresentano solo il 4%.

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Feb 22
L’assetto del mondo, una volta finita la guerra, era stato deciso una prima volta il 14 agosto 1941 con la «Carta Atlantica».
Stilata da Roosevelt e Churchill sulla corazzata «Prince of Wales».
Un documento dove si enunciavano i principi di cooperazione su cui fondare la pace. Image
In quel momento l’Europa era saldamente in mano ai tedeschi e gli Stati Uniti non erano ancora entrati in guerra.
Ma in quella Carta c’era già l'auspicio che, dopo la distruzione finale della tirannia nazista, potesse sorgere una condizione mondiale dominata da pace e stabilità. Image
Nella Carta dichiaravano di non aspirare ad ingrandimenti territoriali.
Non volevamo mutamenti di confini non voluti liberamente dai popoli interessati, rispettando il diritto dei popoli all’autodeterminazione e ridando l’autonomia ai popoli che ne erano stati privati. Image
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Feb 20
Era il 1695 e la nave su cui ero imbarcato, la Victoire, aveva attraccato al porto di Napoli in attesa di partire per le Antille.
Pensai bene di recarmi a visitare Roma, magari sarei riuscito a fare un saluto al Santo Padre.
Mi chiamo Oliver Misson, figlio di un nobile di Provenza, con la passione per l’avventura.
Per questo avevo abbandonato l’accademia militare per imbarcarmi sulla nave da guerra francese Victoire comandata da un mio parente, il capitano Fourbin. Image
E fu proprio a Roma che conobbi quel frate italo-domenicano, tale Caraccioli.
Aveva abbandonato il saio, troppo rigida e devota ai potenti la sua vita.
Aveva così deciso di girare il mondo per propagandare le sue idee.
Idee.
Più che idee un sogno.
Read 22 tweets
Feb 18
Che ci faccio fuori dalla chiesa in Piazza Don Bosco nel quartiere Tuscolano a Roma?
Non mi lasciano entrare in chiesa.
O meglio.
Non ci lasciano entrare in chiesa.
Come è possibile?
È possibile sì.
Forse è meglio che vi racconto quando, e come tutto è cominciato. Image
Non ero mai stata a Roma.
Erano gli anni 70 e da San Candido in Alto Adige ero venuta in gita con la parrocchia.
E poi quel pomeriggio, libero per tutti.
Io ero sola.
Nessuna amica, niente fidanzato, nessun familiare. Andare da sola per Roma non fu una bella idea.
Perdersi fu un attimo.
Ricordo che fu lui ad avvicinarsi.
Gli chiesi come arrivare a Piazza Venezia.
Fu il mio accento a tradirmi.
Tedesca?”, mi chiese.
No”, risposi, “vengo dall’Alto Adige”.
“Ah, dove prendete in giro gli italiani!”.
La nostra storia d’amore iniziò quel giorno.
Read 25 tweets
Feb 16
Da bambino volevo giocare a calcio.
Come tutti i bambini.
Ma tirare calci al pallone non era facile per uno come me, e non solo perché gli altri bambini mi ignoravano.
E neppure perché mi prendevano in giro.
Il motivo era un altro.
A tre anni avevo contratto la malaria. Image
E quando in Nigeria ti capita di prendere la malaria ti può andare anche peggio.
Per esempio venire curato in una clinica di fortuna e al risveglio ritrovarsi con il sistema immunitario compromesso.
Tornai a casa con la poliomielite che mi aveva paralizzato dalla vita in giù. Image
Sapete cosa accade ai bambini diversamente abili in Nigeria?
Di solito sono allontanati dalle famiglie e finiscono in strada a chiedere l’elemosina.
Non andò così per me, Dennis Ogbe, perché mio padre non avrebbe mai lasciato nessuno dei suoi figli a mendicare per la strada. Image
Read 13 tweets
Feb 14
2 aprile 1990 - Previsione.
Nel 2001 la poliomielite sarà finalmente sconfitta. Image
Una delle più terribili malattie debellate grazie alle vaccinazioni: la poliomielite. Image
La poliomielite era presente nell'antichità.
Lo si può desumere dal fatto che le deformazioni ossee, che rappresentano l'esito invalidante e definitivo della malattia, sono state osservate in reperti scheletrici databili intorno al 3700 a.C. Image
Read 20 tweets
Feb 8
“Nessuno muore su questa terra finché vive nel cuore di chi resta”.
Vero.
Secondo Johannes, ed è il motivo per cui le racconta, “Nessuno muore finché c’è qualcuno disposto a raccontarne la storia”.
Per quanto riguarda la mia, diciamo che per tutti sono ormai morto e sepolto.
Da tempo.
E mi dispiace.
Per la mia Bergamo, culla delle maschere, lustro del teatro, vanto della Commedia dell'Arte.
La città dove sono nato, dove ho vissuto, prima di trasferirmi all’estero.
Dove poi mi hanno cambiato.
Nel vestire, nel carattere, nel modo di affrontare la vita.
Siamo nati tutti in terra bergamasca.
Da un mio antenato, lo Zanni.
Talmente importante da dare il suo nome alla stessa Commedia: la Commedia degli Zanni.
La commedia dell'arte è un tipo di spettacolo nato in Italia nel XVI secolo.
No, non era un genere teatrale. Image
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