La corrispondente speciale di Meduza, Svetlana Reiter, ha parlato con Marina #Ovsyannikova, la dipendente di Channel One che ha organizzato la protesta in diretta contro la guerra. ⤵️ meduza.io/feature/2022/0…
Ecco cosa afferma, tra le altre cose: “Amici e conoscenti mi scrivono letteralmente da tutto il mondo, ma solo una mia collega ha scritto da Channel One. Non mi lasciano più entrare nella sede del canale.
Quando [dopo il processo] sono andata a ritirare la mia auto dal parcheggio del centro televisivo – per fare il quale i miei avvocati hanno dovuto compilare un'intera pila di carte – ho scoperto che tutte le mie ruote erano state forate.
Penso che sia stata una vendetta meschina da parte delle forze dell'ordine".
"Ho deciso di controllare il mio Facebook e ho visto che sia questo account che quello di Instagram erano stati violati. Non ho account su altri social network - so che hanno avviato canali Telegram e scritto messaggi su Twitter per mio conto, ma non sono io".
"Non mi sono pentita di quello che ho fatto. Sono felice di essere riuscito a farlo nel modo più efficace e spettacolare possibile. Siamo disprezzati in tutto il mondo.
Ho parlato con un mio collega, un giornalista britannico: ha detto che a Londra la bandiera ucraina era appesa su ogni balcone e che i russi hanno iniziato a essere odiati.
Non riescono a capire che questa è la guerra di Putin, non dei russi - e ho cercato di dimostrare che molti russi sono contrari alla guerra. Pertanto, sul mio cartello di protesta, le frasi erano state scritte in russo e inglese, per il pubblico russo e internazionale".
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