Alle ore 3:32 del 6 aprile di tredici anni fa si stava per scrivere una delle pagine più dolorose e tristi della storia recente del nostro paese. Stiamo ovviamente parlando del violento #terremoto di magnitudo 6.2 che nel cuore della notte ha colpito la storica città dell'#Aquila
L'epicentro della scossa è stato infatti individuato proprio all'interno della città ad una profondità di soli 8 km: è una strage annunciata, in poche decine di secondi crollano numerosi palazzi, monumenti e chiese.
Nonostante la macchina dei soccorsi si sia attivata sin da subito, il bilancio finale è spaventoso, sotto le macerie muoiono almeno 309 persone, oltre 1.600 rimangono ferite mentre sono oltre 70.000 i sfollati.
La scossa delle 3:32 è stata avvertita in un'area molto vasta del nostro paese, le segnalazioni arrivate all'epoca all'INGV non hanno infatti risparmiato nessuna regione compresa tra la Puglia e la Lombardia.
I danni però si sono concentrati in un'area di circa 500 km² che comprende la città dell'Aquila e diverse altre località che si trovano soprattutto a sud del capoluogo abruzzese.
Il violento terremoto del 6 aprile 2009 è stato il culmine di una corposa sequenza sismica che ha avuto inizio nel mese di gennaio dello stesso anno e che è terminata soltanto tre anni più tardi, ovvero nel mese di aprile del 2012.
Si tratta quindi di un evento annunciato? Purtroppo no, ogni anno nel nostro paese vengono registrate decine di sequenze, la stragrande maggioranza delle quali non culmina in alcun evento distruttivo.
Pensate che anche l'Aquila è stata interessata da almeno altre 8 sequenze sismiche avvenute durante tutto il 900', nessuna delle quali è poi culminata con un violento terremoto.
Durante i primi due mesi della sequenza sismica del 2009 comunque, furono registrate centinaia di scosse, la più forte delle quali ha avuto una magnitudo di appena 2.7. È dal 30 marzo che la sequenza è entrata nel vivo con un terremoto di magnitudo 4.0, il primo a seminare panico
Una delle ultime scosse prima della strage è avvenuta a mezzanotte del 6 aprile e ha convinto molte persone a trascorrere la notte fuori, salvando così chissà quante preziosissime vite.
Grazie alle stazioni sismiche sia temporanee che permanenti messe a disposizioni dall'INGV e da altri enti, dall'1 gennaio 2009 al 17 aprile 2012 sono stati localizzati oltre 60.000 terremoti, 24 dei quali hanno raggiunto o superato magnitudo 4.0 e ben 5 magnitudo 5.0.
È proprio grazie a questa corposa sequenza sismica che è stato possibile studiare più in dettaglio il funzionamento delle faglie appenniniche del centro Italia.
Grazie alle numerose analisi svolte dai vari ricercatori è stato infatti possibile attribuire il terremoto del 6 aprile alla faglia di Paganica, una sorgente sismogenetica a lungo sottovalutata di cui parleremo meglio nel tardo pomeriggio.
Quello che era chiaro sin da subito è che il terremoto del 2009 aveva ancora una volta confermato che i grandi terremoti che avvengono lungo l'appennino centrale hanno un meccanismo focale di tipo estensionale.
Si tratta di terremoti in cui blocco di roccia scende prevalentemente verso il basso per via della gravità, lo stesso meccanismo che ha generato i violenti terremoti dell'Umbria e delle Marche del 1997 e del 2016.
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Dopo una quiescenza di 472 anni si è risvegliato il vulcano #Krasheninnikov, sulla penisola di #Kamčatka, in Russia. Ecco cosa sappiamo sulle dinamiche dell'eruzione e sul suo possibile collegamento con il violento terremoto di M 8.8 che ha colpito la penisola pochi giorni fa 🧵
L’eruzione è di natura esplosiva e sta avvenendo da una delle due bocche sommitali, dove è in corso un’attività freatomagmatica causata, probabilmente, dall’interazione del magma con la neve e il ghiaccio che ricoprono la cima del vulcano.
Dai sorvoli aerei sembra intravedersi anche una frattura eruttiva laterale a quote più basse da cui sembra essere in corso una modesta attività stromboliana. Su quest'ultimo aspetto attendiamo eventuali notizie ufficiali che per il momento non sembrano esserci.
Il violento #terremoto di M 8.8 che ha colpito ieri la #Kamčatka è il sesto più forte avvenuto sul nostro pianeta in epoca moderna. La scossa ha innescato uno #tsunami che si è propagato in tutto il pacifico senza provocare vittime. Cosa sappiamo? Ecco un (lungo) riassunto! 🧵
Il violentissimo terremoto di M 8.8 è stato localizzato 130 km ad est di Petropavlovsk-Kamčatskij, capoluogo del territorio, ad una profondità di 35 km. Parliamo di una zona non molto abitata in cui gli edifici sono stati costruiti con criterio. Mappa di @LastQuake
Qui la placca pacifica va in subduzione – ovvero sprofonda - sotto la microplacca di Okhotsk, un'estensione della più nota placca nord-americana. Questo scontro tra titani avviene ad una velocità media di 8 cm l’anno, tra le più alte al mondo!
All'alba del 21 luglio 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata tra 8.0 e 8.5 si è verificato sull’isola di #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana va in subduzione sotto la microplacca egea. Ecco cosa sappiamo su questo evento catastrofico 🧵
Il terremoto ha avuto una durata sicuramente superiore al minuto e oggi viene considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. Non a caso l'area in cui si è verificato è tra le più sismiche di tutto il continente.
Nel giro di pochi istanti il fondale marino si sollevò di 8-9 metri, un valore incredibile che ha modificato per sempre la morfologia di un intero paesaggio. Oggi possiamo vedere i segni di questa trasformazione sul molo di Phalasarna, l'antica città portuale di Creta.
Questo video entra di diritto nella storia della geologia: ci mostra la rottura in diretta della faglia di Sagaing durante il #terremoto di M 7.7 in #Myanmar. L'intero paesaggio slitta lateralmente di diversi metri in pochi secondi, ecco una faglia trascorrente dal vivo!
È come se le illustrazioni dei libri di geologia prendessero vita! Vi consiglio di rivedere il video più volte, concentrandovi sempre in punti diversi del paesaggio, così da notare tutti gli effetti della rottura sul contesto urbano e naturale.
Il video è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza nella città di Thazi, un centinaio di chilometri a sud dell'epicentro del violento terremoto.
L'Osservatorio Vesuviano ha rivisto i dati del forte #terremoto che giovedì è avvenuto ai #CampiFlegrei: la magnitudo è passata da 4.4 a 4.6, la più alta in assoluto da quando l’area viene monitorata. Ecco un lungo riassunto di quello che è successo (nessun complotto!) 🧵
Tutti i terremoti che vengono pubblicati sul sito dell’INGV possono subire delle variazioni più o meno marcate con il passare dei giorni o delle settimane per l’arrivo di nuovi dati che si vanno a sommare ed integrare con quelli usati nelle prime ore dell'evento (Gargano 👇🏻).
La magnitudo di tutti i terremoti è sempre soggetta ad un margine di errore nell’ordine di ± 0.3. Questo vuol dire che nel caso del terremoto di giovedì scorso, la magnitudo dell’evento era di 4.4 ± 0.3, quindi la stima finale poteva variare tra 4.1 e 4.7, come poi è stato.
Il 18 marzo del 1944 avveniva l’ultima eruzione del #Vesuvio. Ecco un (lungo) riassunto dell'eruzione che ha decretato la conclusione del ciclo eruttivo a condotto aperto e l'inizio di quello a condotto chiuso, in cui ci troviamo tutt'ora! 🧵
L'eruzione del 1944 è l'ultimo capitolo di un periodo eruttivo iniziato nel 1913. Il materiale emesso in quei 3 decennì finì per rimpire completamente il cratere sommitale e contribuì a formare un piccolo cono di scorie che superò in altezza i bordi stessi del cratere.
L’equilibrio raggiunto in quegli anni si spezzò nel pomeriggio del 18 marzo 1944, quando un’attività stromboliana più intensa provocò la distruzione di questo piccolo cono e permise alla lava di traboccare verso l’esterno formando due colate che avanzarono sui fianchi del vulcano