Dunque, la #marciadellapace Perugia-Assisi. Dunque, il suo primo animatore nel 1961, Aldo Capitini.
Una figura spesso tirata per la giacca tra gruppi politico-culturali, eppure impossibile da classificare neppure come intellettuale
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Tanto per cambiare, un normalista. Classe 1899, fa l'università negli anni '20, un po' dopo l'età canonica (prima dello statuto gentiliano del '32 si poteva farlo anche alla Normale). E dopo il perfezionamento alla Normale diventa segretario
Parte studiando Leopardi ma lo inquadra soprattutto come filosofo, per prendere una via di studi che lo porta al di fuori di ogni scuola filosofica e di ogni credo. Parte, come tutta la sua generazione, dallo storicismo neoidealista, guardandone il carattere dinamico
Quello del pensiero che si fa motore del cambiamento del mondo. Ma esce dallo storicismo quando individua valori assoluti da affermare al di là di ogni contesto, come la vita, l'impegno per gli altri, il rifiuto della violenza e anche solo della corresponsabilità nell'ingiustizia
E' intorno al 1930 che su questa china incontra la lettura di Gandhi, pensatore che al fascismo non dispiaceva (tradizionalismo, nazionalismo, lotta antibritannica...) al punto che la prima sua traduzione ha la prefazione del diretto superiore di Capitini: Gentile
Un Gentile che in Gandhi cerca lo slancio spirituale e l'unificazione degli individui in un unico popolo attraverso la lotta. Capitini ci trova la nonviolenza agita e praticata, nell'ambito di un'esperienza che egli stesso, laico, non può che definire "religiosa"
Una religiosità panteista, che trova Dio in tutti gli uomini e in tutto il mondo, e che per questo non si insegna: si agisce e si opera. Diventa vegetariano in una mensa universitaria di un paese e di un contesto...
...in cui avere accesso regolare al consumo di carne ha un valore socio-culturale che per la piccola borghesia da cui vengono gli studenti non si discute. E col suo esempio, più che con le parole, attrae giovani che vogliono mettere in discussione il fascismo senza sapere come
A lui si ispirerà nel 1932 Claudio Baglietto, appena laureato, che dalla Normale andrà in borsa di studio in Germania e non tornerà per rispondere alla leva militare: perché antifascista, ma prima di tutto nonviolento
Il fascismo è intrinsecamente violenza, e quindi inconciliabile per definizione con una scelta di pacifismo radicale, ma ogni esercizio della coercizione lo è, finanche il suo uso per opporsi al regime
Espulso dalla Normale, isolato dagli ambienti accademici e dalla scuola Capitini subisce vivendo di lezioni private di straforo, ma quando durante la guerra inizia la lotta armata al regime che lo ha oppresso non prende le armi
In contatto da tempo con Calogero, è parte attiva nell'organizzazione di GL nel centro Italia ed elabora una sua visione del liberalsocialismo, con una profonda carica etica e libertaria, quasi anarchica nel suo rifiuto delle istituzioni intimamente oppressive
E per uno cosù durante la resistenza, e anche dentro GL e poi l'area del Partito d'Azione non sono rose e fiori. Condanna l'assassinio di Gentile, pur condividendo gli obiettivi dei GAP, e anche dagli azionisti del nord Italia arrivano critiche
"Facile fare i non violenti quando gli alleati nel 1944 ti stanno liberando, prova a venire a Torino, dove ci aspetta un altro anno, un altro inverno di resistenza!", sembrava dire l'anima piemontese del movimento ogni tanto
E in fondo in questi posizionamenti e in queste incomprensioni si comprende la posizione peculiare di Capitini anche le dopoguerra, quando dialogherà con tutti ma resterà un isolato, anche sul piano professionale
Per lui la pace non è dottrina ma opera, per lui Dio è in tutto e in tutti, e l'unico regime politico giusto è quell'"onnicrazia" in cui tutti partecipano alle decisioni e sono padroni di se stessi. Nessuna dottrina lo soddisfa, ma in tutte trova qualcosa di buono
Firma le petizioni per la moratoria sulle armi atomiche promosse dai Partigiani della pace, anche se sono un'organizzazione filocomunista tenuta in piedi da Mosca. E dialoga coi cattolici, anche se per loro la pace non può che essere frutto di una conversione che lui non cerca
E poco importa se dopo il Vaticano II la Chiesa potrà essere anche espressione esplicita del pacifismo di tanti parroci di strada, e potrà esserlo grazie al dialogo provocatorio con gente come lui. Queste commistioni sono sempre viste con sospetto
Non è insomma un caso se la marcia che lui ha ideato, in un territorio impregnato di misticismo spesso messo ai margini della Chiesa-istituzione e che spesso colpisce anche chi non crede come quello francescano, abbia attratto figure diverse e si sia lasciata contaminare da tutto
E contaminare spesso significa anche esporsi al rischio di essere strumentalizzata, con quell'ingenuità tipica del suo ideatore, che però forse è davvero l'unico modo di promuovere la pace come valore e come pratica, una cosa che non si insegna ma si fa
Resta da chiedersi oggi uno così come verrebbe catalogato; forse al meglio come utile idiota, e del resto lo avevano fatto i suoi contemporanei. Meno male che è morto nel 1968
In questo excursus non ho che trattato in minima parte una figura sfaccettata e complessa. Per partire con un approfondimento vero, almeno: treccani.it/enciclopedia/a…
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Per molti versi concordo.
In questo momento specifico, l'@Anpinazionale è l'agenzia che più si impegna per la tutela del carattere antifascista della nostra Repubblica, e per questo ora deve essere sostenuta e protetta 👇
Si tratta del resto di un problema emergente, più di quanto spesso ci si voglia far credere. In molti paesi europei, Italia compresa, la militarizzazione dell'estrema destra da anni è il maggiore pericolo terroristico, anche rispetto al fondamentalismo islamico
E la "normalizzazione" dell'impegno militare neonazista in corso sul fronte di guerra rischia - non sono io ad avere istituito il paragone - di diventare un terreno di coltura simile a quanto è stato l'Afghanistan per la galassia jihadista
Al di là della diffusa mala fede, c'è anche dietro il trionfo del presentismo: sempre più si crede che i rapporti internazionali siano sempre stati uguali, che i paesi abbiano sempre avuto lo stesso comportamento e gli stessi orientamenti, ecc. ->
Le differenze tra i rapporti alleati durante la guerra e subito dopo, anche semplicemente in termini molto concreti di equilibrio, non sono pervenuti. Il fatto che tra Patto Atlantico e NATO intesa come struttura amministrativo-militare ci sia differenza non risulta
Che tra il Patto del 1949 e l'operatività delle suddette strutture passino 2 anni, e non per caso, è irrilevante. L'importanza dell'integrazione della Germania federale nel sistema di difesa occidentale, e le enormi tensioni che ciò generò NEL CAMPO OCCIDENTALE, non pervenuti
Come scrivevo ieri, le mobilitazioni per la pace nel secondo dopoguerra e l'immaginario che le sosteneva sono state un mio tema di ricerca per alcuni anni, e tuttora coordino un progetto che tratta anche del ruolo dell'esperienza educativa nel superamento dei conflitti armati
Si tratta di questioni troppo delicate per ridurle a un thread, tanto più per traslare sulla scottante attualità di cui troppi elementi ignoriamo esempi presi a forza dal passato, in un'operazione in cui chi fa il mio mestiere sa che differenze contano più di somiglianze
Però una cosa si può fare, visto che oggi ne parlano tutti. Prendere quel benedetto art. 11 della Costituzione e vedere cosa dice davvero.
Nel link il testo, e ora provate a seguirmi senato.it/istituzione/la…
(C.M. Cipolla, 1969)
"Ancora agli inizi del '900 essere alfabeti significava essere capaci di leggere e scrivere. Oggi, in una società industrialmente progredita, una persona con meno di 10-15 anni di scuola è da considerarsi funzionalmente analfabeta.... ->
Noi troviamo assurdo che un secolo fa troppi fanciulli non potessero frequentare le scuole elementari poiché dovevano andare a lavorare nelle fabbriche. Ma non troviamo assurdo oggi... ->
...che la maggior parte dei nostri ragazzi non abbia la possibilità di avere un'istruzione superiore per le stesse ragioni. Troviamo assurdo che nel passato i ragazzi dovessero pagare le tasse per essere istruiti 'nell'arte dello scrivere'... ->
(Gaetano Salvemini sulla scuola media, 1908)
"Quel che importa alla società non è solo di avere medici, avvocati, ingegneri, professori, direttori d'industrie o di banche tecnicamente capaci, ma anche e soprattutto di avere una classe dirigente...
...dalle idee larghe ed equilibrate, idonea a guardare senza pregiudizi e senza paure i problemi da cui si troverà assalita, non solo nell'amministrazione dei patrimoni privati ma soprattutto nella cura degl'interessi politici e collettivi;...
...disposta ad esercitare con umanità, senza ringhiosi egoismi e senza fiacche e irragionate larghezze, i suoi diritti; ben preparata a sentire e ad attuare in tutta la loro larghezza i doveri molteplici e gravi della ricchezza e della cultura....
Come tutte le figure chiave di una storia, o lo si ama o lo si odia. Colpevole di aver fatto fallire la riforma universitaria migliore, o meritevole per averla sostenuta fino a giocarcisi il posto? Forse tutte e due le cose. Luigi Gui
Veneto della "nidiata" di futuri dirigenti DC cresciuti alla Cattolica, partigiano da ex ufficiale dell'esercito, democristiano di sinistra fin dalla Costituente, è ministro dell'Istruzione dal 1962 al 1968, nessuno tanto come lui
In buoni rapporti sia con Fanfani, che lo porta al ministero, che con Moro, che lo mantiene, riceve un incarico di responsabilità, perché le riforme scolastiche sono parte integrante dell'accordo di governo col PSI