Stamattina era ospite a commentare le prime pagine su RaiNews24 un giornalista del Sole24Ore, autodefinitosi esperto di mercato del lavoro, che però sul versante della relazione tra lavoro e istruzione ha dato una prova avvilente

Per il #PrimoMaggio un THREAD
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Partiva dall'apertura del suo giornale, che metteva in evidenza per l'occasione il classico (presunto) mismatch tra profili professionali richiesti e offerti. Mancherebbero 1,5 milioni di periti, tecnici specializzati, laureati STEM, ecc.
In conclusione, sottintendevano articolo e commentatore, non ci sarebbe disoccupazione se in Italia si scegliesse meglio cosa studiare, soprattutto da parte delle donne, che scelgono poco tutti questi percorsi. Sempre colpa della parte più debole della contrattazione, che caso
Ma già il pezzo pur di deresponsabilizzare il mondo delle imprese mette insieme contesti diversi tra loro. Per dire, delle ragioni per cui in Italia il problema siano pochi laureati in generale piuttosto che solo STEM, e delle differenze di genere in merito, ho scritto spesso
Di questo però nei commento si parlava poco (forse dando per assunto che all'università le cose stiano come ripetono i luoghi comuni). In compenso si è fatto filotto sul resto.
Nell'ordine ecco le perle maggiori
1) Abbiamo pochi periti perché in Italia c'è il mito del liceo e i giovani non fanno altri percorsi. Ma Istituti tecnici e professionali sono frequentati da almeno il 45% dei ragazzi, e al netto del fatto che in quei segmenti picchia di più la dispersione...
(ma bisogna chiedersi che fare per rimediare, non lamentarsi di questi lavativi che non si impegnano) resta una platea ampia di diplomati che o non trova lavoro secondo qualifiche, o preferisce l'università piuttosto che trovare questa fantomatica realizzazione professionale
Sono tutti stronzi, o magari il punto è proprio che alle aziende fa invece gola trovare personale già ben specializzato (a un livello oggi almeno di triennale) ma pagarlo per la qualifica di un diplomato, e allora la colpa maggiore dei giovani e di non volersi fare inculare?
(e questo prendendo per buoni numeri solitamente molto opachi)
2) prova della scarsa presa culturale dell'istruzione tecnica è la scarsa diffusione degli ITS, che invece hanno occupabilità all'80%. Ecco il minestrone ormai solito, da quando Draghi ha mischiato ITS e ITIS
Ma a parte che tra i due livelli non c'è nessuna particolare connessione, lo vogliamo ripetere come e perché gli ITS ora funzionano? Tagliando con l'accetta, nascono da partenariati con aziende che hanno bisogno di quel personale e contribuiscono a formarlo per assorbirlo
Il fatto che siano così pochi non fa venire in mente vhe forse non sono molte di più le aziende che hanno bisogno di quel livello di specializzazione al momento? E che quindi l'investimento previsto in ITS o non troverà sbocchi, o dovrà seguire il modello franco-tedesco...
...di progressiva assimilazione di quei percorsi col primo livello universitario, con tutte le criticità del caso?
3) altro motivo per cui istituti tecnici non tirano è l'affossamento dell'alternanza scuola-lavoro, che invece era essenziale per fare incontrare studenti e imprese
A prescindere dai giudizi complessivi del programma, perché in tanti casi gli sforzi dei docenti e/o le opportunità create apposta per renderlo indolore a chi non doveva sporcarsi le mani hanno creato anche esperienze interessanti, per quale stracazzo di motivo...
...di nuovo, si fa passare come caratterizzante del comparto tecnico e professionale un'esperienza che aveva il suo senso (buono o cattivo) perché fatta PER TUTTI? Come se peraltro non si fosse imparato, in circostanze tragiche, che i curricoli secondari più vocazionali...
...hanno rapporti col mondo imprenditoriale decisamente più strutturati (sui quali magari è opportuno vigilare affinché ragazze e ragazzi non imparino troppo presto la peculiarità italiana di sbattersene della sicurezza)
Sulla chiusura, per cui anche il reddito di cittadinanza fa la sua parte a convincere gli studenti che devono studiare quel che loro interessa e non quel che piace ai redattori del Sole24Ore, sorvolo per carità di patria

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Apr 23
Dunque, la #marciadellapace Perugia-Assisi. Dunque, il suo primo animatore nel 1961, Aldo Capitini.
Una figura spesso tirata per la giacca tra gruppi politico-culturali, eppure impossibile da classificare neppure come intellettuale
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Tanto per cambiare, un normalista. Classe 1899, fa l'università negli anni '20, un po' dopo l'età canonica (prima dello statuto gentiliano del '32 si poteva farlo anche alla Normale). E dopo il perfezionamento alla Normale diventa segretario
Parte studiando Leopardi ma lo inquadra soprattutto come filosofo, per prendere una via di studi che lo porta al di fuori di ogni scuola filosofica e di ogni credo. Parte, come tutta la sua generazione, dallo storicismo neoidealista, guardandone il carattere dinamico
Read 22 tweets
Apr 18
Per molti versi concordo.
In questo momento specifico, l'@Anpinazionale è l'agenzia che più si impegna per la tutela del carattere antifascista della nostra Repubblica, e per questo ora deve essere sostenuta e protetta 👇
Si tratta del resto di un problema emergente, più di quanto spesso ci si voglia far credere. In molti paesi europei, Italia compresa, la militarizzazione dell'estrema destra da anni è il maggiore pericolo terroristico, anche rispetto al fondamentalismo islamico
E la "normalizzazione" dell'impegno militare neonazista in corso sul fronte di guerra rischia - non sono io ad avere istituito il paragone - di diventare un terreno di coltura simile a quanto è stato l'Afghanistan per la galassia jihadista
Read 10 tweets
Apr 18
Al di là della diffusa mala fede, c'è anche dietro il trionfo del presentismo: sempre più si crede che i rapporti internazionali siano sempre stati uguali, che i paesi abbiano sempre avuto lo stesso comportamento e gli stessi orientamenti, ecc. ->
Le differenze tra i rapporti alleati durante la guerra e subito dopo, anche semplicemente in termini molto concreti di equilibrio, non sono pervenuti. Il fatto che tra Patto Atlantico e NATO intesa come struttura amministrativo-militare ci sia differenza non risulta
Che tra il Patto del 1949 e l'operatività delle suddette strutture passino 2 anni, e non per caso, è irrilevante. L'importanza dell'integrazione della Germania federale nel sistema di difesa occidentale, e le enormi tensioni che ciò generò NEL CAMPO OCCIDENTALE, non pervenuti
Read 5 tweets
Apr 11
Come scrivevo ieri, le mobilitazioni per la pace nel secondo dopoguerra e l'immaginario che le sosteneva sono state un mio tema di ricerca per alcuni anni, e tuttora coordino un progetto che tratta anche del ruolo dell'esperienza educativa nel superamento dei conflitti armati
Si tratta di questioni troppo delicate per ridurle a un thread, tanto più per traslare sulla scottante attualità di cui troppi elementi ignoriamo esempi presi a forza dal passato, in un'operazione in cui chi fa il mio mestiere sa che differenze contano più di somiglianze
Però una cosa si può fare, visto che oggi ne parlano tutti. Prendere quel benedetto art. 11 della Costituzione e vedere cosa dice davvero.
Nel link il testo, e ora provate a seguirmi
senato.it/istituzione/la…
Read 19 tweets
Apr 7
(C.M. Cipolla, 1969)
"Ancora agli inizi del '900 essere alfabeti significava essere capaci di leggere e scrivere. Oggi, in una società industrialmente progredita, una persona con meno di 10-15 anni di scuola è da considerarsi funzionalmente analfabeta.... ->
Noi troviamo assurdo che un secolo fa troppi fanciulli non potessero frequentare le scuole elementari poiché dovevano andare a lavorare nelle fabbriche. Ma non troviamo assurdo oggi... ->
...che la maggior parte dei nostri ragazzi non abbia la possibilità di avere un'istruzione superiore per le stesse ragioni. Troviamo assurdo che nel passato i ragazzi dovessero pagare le tasse per essere istruiti 'nell'arte dello scrivere'... ->
Read 4 tweets
Apr 2
(Gaetano Salvemini sulla scuola media, 1908)
"Quel che importa alla società non è solo di avere medici, avvocati, ingegneri, professori, direttori d'industrie o di banche tecnicamente capaci, ma anche e soprattutto di avere una classe dirigente...
...dalle idee larghe ed equilibrate, idonea a guardare senza pregiudizi e senza paure i problemi da cui si troverà assalita, non solo nell'amministrazione dei patrimoni privati ma soprattutto nella cura degl'interessi politici e collettivi;...
...disposta ad esercitare con umanità, senza ringhiosi egoismi e senza fiacche e irragionate larghezze, i suoi diritti; ben preparata a sentire e ad attuare in tutta la loro larghezza i doveri molteplici e gravi della ricchezza e della cultura....
Read 8 tweets

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