Alle ore 21:00 del 6 maggio di quarantasei anni fa si stava per scrivere una nuova dolorosa pagina della storia recente del nostro paese. Stiamo ovviamente parlando del terribile #terremoto di magnitudo 6.4 che ha colpito l'area settentrionale del #Friuli-Venezia Giulia. 🧵👇
Pochi minuti dopo la terribile scossa del 6 maggio, le linee telefoniche locali si sovraccaricarono a causa delle numerose richieste simultanee, un evento che all'epoca significava una cosa sola: la popolazione del Friuli era completamente isolata dal resto del mondo.
I primi soccorsi furono di conseguenza organizzati dalla popolazione locale che iniziò a scavare a mani nude tra le macerie dei numerosi edifici distrutti, mentre con il passare dei giorni si unirono a loro anche numerosi alpini e volontari provenienti da ogni parte dell'Italia.
Nonostante il loro grandissimo sforzo però, il bilancio finale fu comunque catastrofico: circa 990 vittime, oltre 3.000 feriti e almeno 100.00 sfollati. L'area più colpita fu quella a nord di Udine dove intere città e piccoli paesini vennero quasi completamente rasi al suolo.
Tra questi, solo per citarne alcuni, ci sono Gemona del Friuli, Venzone, Trasaghis e Majano, tutte località in cui si raggiunse il IX-X grado della scala Mercalli, famosa per stimare i danni provocati dal terremoto invece che la sua magnitudo.
In tutto, il terremoto del 6 maggio interessò significativamente oltre 120 comuni delle province di Udine e di Pordenone, con i danni più leggeri che vennero registrati in una vasta area dell'Italia nord-orientale, della Slovenia e dell'Austria.
La sequenza sismica che ha avuto inizio con il forte terremoto del 6 maggio è stata una delle più importanti che hanno colpito il nostro paese nel corso della seconda metà del novecento.
Le repliche di forte intensità infatti, interessarono l'area settentrionale del Friuli per almeno due anni. In particolare, tra l'11 e il 15 settembre del 1976, quattro nuovi terremoti di magnitudo superiore a 5 (Mw 5.9, 5.9, 5.6 e 5.2) causarono nuovi danni e altre vittime.
Dopo queste nuove scosse, circa 40.000 sfollati vennero trasferiti lungo la costa adriatica. Gran parte di loro rientrò nelle proprie terre grazie alla costruzione di alcuni villaggi prefabbricati che terminò quasi quattro anni dopo, nel marzo del 1980.
L'ultimo terremoto significativo della sequenza colpì la medesima zona del Friuli il 16 settembre del 1977 (Mw 5.2). I terremoti del settembre 1976 e 1977 furono causati dall'attivazione di alcune faglie adiacenti rispetto alla faglia che ha originato il terremoto del 6 maggio.
Tra maggio e settembre del 1976 infatti, la distribuzione degli epicentri delle scosse ha subito una chiara migrazione verso est, area in cui si sono poi verificati i forti terremoti dell'11 e del 15 settembre. Nel settembre del 1977 invece, i terremoti migrarono verso ovest.
Questo fenomeno è del tutto normale e nel nostro paese lo abbiamo visto innumerevoli volte nel corso degli ultimi decenni. Pensate per esempio ai terremoti di Accumoli-Visso-Norcia-Montereale del 2016 o dell'Aquila-Montereale del 2009.
All'epoca era comunque piuttosto complicato seguire l'evoluzione della sequenza sismica perché in Italia erano presenti soltanto 33 sismografi, il più importante dei quali era quello di Trieste che faceva parte di una particolare rete sismica mondiale.
Grazie ad essa e alle altre stazione presenti in un raggio di circa 200 chilometri si riuscì a capire che il terremoto del 1976 fu causato da un sistema di faglie compressive, un classico per gran parte dell'Italia settentrionale.
Le faglie compressive sono un tipo di sorgente sismogenetica che genera terremoti in cui i due lembi della faglia, avvicinandosi tra loro, fanno salire il blocco di roccia verso l'alto.
Pur non avendo dati satellitari a loro disposizione, i sismologi dell'epoca riuscirono in pochi mesi a ricostruire la geometria del sistema di faglie responsabile dei terremoti friulani del 1976-77. Si scoprì inoltre che il terremoto causò il sollevò dell'area di Venzone di 18 cm
I forti terremoti del 1976-77 non sono altro che il frutto della spinta della placca adriatica verso nord, un movimento che avviene ad una velocità di 1,5-2 mm l'anno. Ciò provoca un costante accumulo di stress lungo le faglie presenti nell'area nord-orientale del nostro paese.
Questo stress viene poi di tanto in tanto rilasciato con i forti terremoti. Non è infatti un caso se l'area nord-orientale del nostro paese è una delle aree più sismiche al di fuori dell'appennino.
Nel corso degli ultimi 800 anni il Friuli è stato colpito da un forte terremoto (Mw > 5.5) almeno una volta ogni 80 anni, uno ogni 6 se invece consideriamo quelli che hanno causato dei danni anche di lieve entità.
Piccola curiosità: proprio quella sera, un ragazzo residente a Tricesimo stava registrando un brano dei Pink Floyd da un giradischi ad una cassetta. In tale cassetta è rimasto impresso l'audio della scossa principale e le relative urla.
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Esattamente 392 anni fa, il 16 dicembre 1631, il #Vesuvio generò una delle eruzioni più violente della sua recente storia. Stiamo parlando di un'eruzione sub-pliniana avvenuta dopo una lunga quiescenza durata circa 500 anni e che causò tra le 1.000 e le 14.000 vittime. 🧵
L'eruzione del 1631 fu preceduta da una moltitudine di precursori che iniziarono a manifestarsi piuttosto chiaramente a partire dalla seconda metà di novembre, ovvero una ventina di giorni prima dell'inizio della fase eruttiva.
Intorno a quel periodo, molti degli abitanti di Portici iniziarono ad udire dei rari ma improvvisi boati che si manifestavano con il cielo completamente sereno, un fenomeno che oggi potremmo ricondurre ad una probabile attività sismica di bassa magnitudo.
Alle 9:10 un nuovo #terremoto di magnitudo 3.2 è stato registrato nel Golfo di Pozzuoli, all'interno della caldera dei #CampiFlegrei. La scossa fa parte di un nuovo sciame sismico, l'ennesimo delle ultime settimane. I livelli sono ormai paragonabili alla crisi degli anni 80' 🧵
Nelle ultime settimane la sismicità è notevolmente aumentata. Gli sciami sismici sono ormai all'ordine del giorno, mentre le scosse di magnitudo pari o superiore a 3 vengono registrate quasi settimanalmente. Siamo ormai entrati nel vivo di una nuova crisi sismica.
Come si può vedere dal bollettino mensile dell'Osservatorio Vesuviano infatti, ad agosto sono stati registrati 1.118 terremoti, il numero in assoluto più alto dalla crisi sismica degli anni 80'. Tra poche settimane sapremo se il mese di settembre lo supererà o meno.
Come ormai già tutti sapete, nella tarda serata di ieri un violento #terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto nel cuore del #Marocco, dove secondo i primi bilanci si contano già 820 vittime e oltre 672 feriti. Si tratta del terremoto più forte della storia del paese 🧵
La scossa si è verificata lungo la catena montuosa dell'Atlante, un'area fortunatamente non densamente popolata che però si trova a soli 70 km di distanza da Marrakech, una delle città più popolose del paese. Lo scuotimento in quest'area è stato molto intenso dannoso.
A causa della sua intensità e profondità di 18 km, la scossa è stata chiaramente avvertita in tutto il Marocco, nella zona occidentale dell'Algeria e perifno in alcune aree della Spagna (Malaga, Siviglia, Isole Canarie) e del Portogallo (Lisbona, Faro).
A partire da questa notte, un corposo sciame sismico è in corso all'interno della caldera dei #CampiFlegrei, tra Pozzuoli e Bagnoli (#Napoli). In poco meno di 8 ore sono stati registrati circa 120 piccoli terremoti, il più forte dei quali ha avuto una magnitudo di 3.6. 🧵
Di queste 120 scosse, la stragrande maggioranza ha avuto una magnitudo molto contenuta (≤ 2.0) e soltanto 6 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2 (2.0, 2.5, 2.0, 3.1, 2.5, 3.6 e 2.8). Per via della loro superficialità però, ne sono state avvertite tantissime in città.
Per via della persistenza dello sciame, una buona fetta della popolazione di Pozzuoli e Bagnoli è rimasta sveglia e (comprensibilmente) in ansia. Questo video per esempio, ci mostra lo scuotimento provocato dalla scossa principale di magnitudo 3.6 delle 6:18 di questa mattina.
All'alba del 21 luglio del 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata, a seconda degli studi, tra 8.0 e 8.5 si è verificato vicino #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana si immerge al di sotto della microplacca egea. 🧵
Il terremoto del 365 è durato oltre un minuto ed è oggi considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. L'area in cui si è verificata la scossa, ovvero lungo l'arco ellenico, è una delle zone più sismiche dell'intero bacino.
In poche decine di secondi, la scossa ha provocato un sollevamento del suolo (e in particolare del fondale marino) di circa 8-9 m, un valore incredibile. Oggi possiamo ammirare i suoi effetti lungo l'antico molo di Phalasarna, un'antica città portuale di Creta.
Dopo un incremento della sismicità che è durata diversi mesi e che è culminata pochi minuti prima con un forte terremoto avvertito dagli abitanti di Torre del Greco, la sera del 15 giugno 1794 è iniziata un'importante eruzione laterale sulle pendici del #Vesuvio 🧵 1/12
L'eruzione è iniziata alle 22 con l'apertura di una serie di fratture eruttive localizzate a bassa quota sulle pendici nord-orientali e sud-occidentali del vulcano. Lungo queste ultime in particolare, si erano aperte almeno 6 bocche tra i 325 e 550 m di quota. 2/12
Queste bocche avevano iniziato ad alimentare una fluida e voluminosa colata di lava diretta proprio verso la città di Torre del Greco. Poco meno di cinque ore dopo, nel cuore della notte, la lava aveva già raggiunto e superato il perimetro delle mura cittadine. 3/12