Si riaffaccia l’identificazione democrazia - televoto...
Stranissimo che sia una grullina a riproporla, nevvero? #Nessunacorrelazione poi con la proposta di celebrare (o meglio somministrare...) così le prossime elezioni.
Intanto vado a ripassare ~> ilpedante.org/post/la-dittat…
Però, attenzione, non è corretto assegnare tutti i meriti ai pentaservitoridellAgenda, poiché la prima messa in atto di tale obbrobrio distopico fu ad opera degli inutili (quindi dannosi) idioti del carroccio 👇🏻👇🏻
E il piddì? #Pedante riporta le parole del locale capogruppo: "si sarebbe trattato «con tutta evidenza» di una «merce di scambio tra i grillini e la maggioranza» per appoggiare il referendum dei colleghi leghisti", ma il comunicato mostra che non è un "lascia" ma un "raddoppia"👇
Anche su questo dunque, come sugli altri temi, l'intero arco parlamentare canta, DA ANNI, la stessa canzone, un coro unanime al servizio dell'#agendachenoncè, fan solo a gara per servirla.
"fdi è diverso, ora un'opposizione c'è!" mi direte, beh, #NO:👇👇
Come sempre #Pedante chiarisce il fine: "la privatizzazione delle urne è una privatizzazione del governo" in pochissime mani e il problema - di natura fisica - che così vanno risolvendo è proprio la democrazia rappresentativa e la sua imprevedibilità...
la richiesta, d'altro canto, era chiara: conoscere il vincitore delle elezioni la sera stessa, così da mandarlo immediatamente a palazzo Chigi!
Incurante del fatto che per realizzarla sia necessario pervertire l'ordinamento: sono tutti concordi a tornare all'uomo solo al comando.
Tutti d'accordo ma le elezioni son dopodomani, non si concede il merito di un traguardo tanto importante a un diretto concorrente!
Allora, meglio di sapere chi vince la sera stessa, c'è il saperlo PRIMA e far conformare alla neutra tecnologia (😉) il risultato già deciso ex ante.
Scrive bene #Pedante, "Il fatto è che nelle elezioni si è sempre brogliato, con qualsiasi sistema" e da sempre si sa che son proprio i partiti i primi ad avere interesse nell'indirizzare il voto a proprio piacimento, così scrive Luigi Palma, "I Brogli Elettorali", 15 aprile 1881:
C'è già tutto:
"Ci auguriamo che il Parlamento non si ristringa a dare una soddisfazione soltanto agli umori delle piazze delle città sullo allargamento del suffragio per rinvigorire i nostri elementi democratici, ma ponga ogni
...opera a tutelare la sincerità delle elezioni stesse dai maneggi dei partiti e dalle illegittime ingerenze delle maggioranze governanti. Senza una tal cura si potrà bene raddoppiare, triplicare e quadruplicare il corpo elettorale, e quindi la base popolare della nostra Camera;
...ma si rischia di accrescere ancora il broglio e la corruttela delle elezioni, la differenza tra il paese legale e il paese reale, quello che non si agita, non grida, non s'impone, ma lavora e produce, e che costituisce e sostiene veramente lo Stato."
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“Tutto questo era implicito nella tesi di Richard Barnet e Ronald Müller (1974, pp. 15-16) secondo cui «i dirigenti delle grandi imprese globali stanno cercando di mettere in pratica una teoria dell’organizzazione umana che modificherà profondamente...
il sistema di stati-nazione intorno al quale la società si è organizzata per oltre 400 anni. Ciò che in sostanza essi stanno chiedendo è il diritto di trascendere lo stato-nazione e, nel frattempo, di trasformarlo».
A sostegno di questa tesi essi citano un’affermazione di Carl A
Gerstacher presidente della Dow Chemical, che sarebbe poi diventata un locus classicus della letteratura sulle grandi imprese transnazionali.
«Ho sognato a lungo di acquistare un’isola che non fosse di proprietà di alcuna nazione […] e di stabilire, sul suolo davvero neutrale...
D: «...non credi che il '68 abbia costituito anche una critica all’alienazione della società capitalistica, e di conseguenza la costruzione di un nuovo discorso?»
Pasolini: «No, non lo credo affatto. Il ’68 non ha fatto che accelerare questa degenerazione dei modelli popolari...
Anzi ha fornito dei modelli fintamente eversivi; quella criminalità di cui vi parlavo prima, è stata in un certo senso costruita, malgrado loro naturalmente, da una certa violenza sacrilega e iconoclasta del ’68.»
D:«Ma a quel tempo ha dato uno scossone alla società costituita.»
Pasolini: «No, ha dato uno scossone che non è servito a niente. Ve lo dico con una certa crudeltà, e probabilmente la cosa ricade sulla mia testa, ma non ho mai avuto paura di dire queste cose. E il ’68 è stato proprio l’ultimo scossone di una umanità ‘umanistica’.»
«Io [...] sono [...] uno [...] che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di...»
...un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato,...
...che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri [...] sappiano ciò che so io [...] perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo [...] non è poi così difficile.
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