Pochi lo hanno notato ma, nel corso dello Shangri-La Dialogue, il Giappone ha lanciato l’allarme sul rischio di conflitto simile a quello ucraino nell’area dell’Indo-Pacifico. Superfluo evidenziare il livello di stress a cui si giungerebbe sul lato logistica/1.
Il punto è che il dibattito in Occidente continua a essere confinato all’inflazione e non all’ approvvigionamento, tanto che da alcuni giorni circolano rumors secondo cui la FED potrebbe alzare i tassi fino a 100 punti base. Proprio come la bc di un paese emergente qualsiasi/2
Probabilmente si pensa che sia sufficiente alzare i tassi e creare recessione per frenare inflazione, sottovalutando enormemente invece il processo di ‘weaponization‘ sulle materie prime e logistica che Russia e Cina adotteranno con sempre maggiore aggressività contro di noi/3
In sostanza NULLA si sta facendo per riportare a casa il più velocemente possibile le catene di fornitura. Si tratta di un aspetto veramente preoccupante che evidenzia quanto impreparate siano le élite occidentali al #decoupling in corso/END
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Ricoperture in atto stamane sugli indici azionari cinesi e metalli di base in scia all'ultima azione di stimolo monetario intrapresa dalla Banca Centrale di taglio del 'prime rate' a 5 anni al 4,5%/1
Il quadro macro rimane tuttavia negativo (come sancito tra l'altro dalla fuga di capitali in atto negli ultimi mesi). La leadership cinese si trova davanti a un bivio: gli stimoli monetari fin qui implementati hanno fallito nel tentativo di stimolare l'economia/2
Di fatto il meccanismo di trasmissione del credito è saltato. Solamente un allentamento della CZS potrebbe cambiare il quadro ma non sembra sia ancora questa l'intenzione del governo almeno fino al congresso del PCC di ottobre/3
Washington ha annunciato il riacquisto delle scorte strategiche di petrolio che appena 2 mesi fa aveva invece rilasciato sul mercato al fine di produrre il raffreddamento dei prezzi. Un fallimento piuttosto clamoroso ma annunciato/1
Era evidente che la manovra non avrebbe apportato alcun reale beneficio sul fronte dei prezzi stante la tensione strutturale sul lato dell’offerta/2
Ora però forse l’amministrazione Usa ha assimilato il concetto che la tensione sulle commodities la sconfiggi solo mettendo in condizioni i produttori di aumentare l’offerta. Potrebbe essere un passo importante/3
Lo spread BTP-Bund è a un passo da quota 200. La necessità per la BCE di restringere la politica monetaria causa inflazione deve andare di pari passo con l'implementazione di un 'backstop' al fine di contenere il rischio frammentazione all'interno dei Paesi dell'Eurozonai/1
Su questo fronte sarà importante a mio avviso che il governo italiano si adoperi affinché non vengano applicate eventuali condizionalità in caso di intervento della BCE sui mercati.
Il punto infatti è che lo strumento del backstop rappresenterebbe una cattiva notizia per la Germania in quanto danneggerebbe lo status di 'bene rifugio' di cui beneficiano i Bund.
Gli scossoni in Borsa e le pressioni stagflazionistiche stanno inducendo gli investitori a scommettere su nuovi tagli dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2023, riproponendo così lo schema adottato negli ultimi 20 anni/1.
Ma sarebbe un errore pensare di contrastare la guerra economica contro il Blocco dell’Est (che controlla materia prima e logistica) riaprendo i cordoni monetari/2
Basta guardare al Giappone che sta assistendo al forte deprezzamento dello yen a causa della politica di controllo dei tassi di interesse/3
L'Indonesia intanto ha annunciato lo stop all'export di olio di palma per far fronte alla carenza interna. Il provvedimento avrà ripercussioni sull'intero settore degli oli utilizzati nel comparto alimentare. Non a caso ieri il prezzo dell'olio di soia ha toccato un nuovo record.
La decisione del governo di Jakarta deve essere inquadrata all'interno di un oramai chiaro processo di protezionismo nel comparto delle materie prime. Recentemente anche l'Argentina aveva alzato i dazi all'export di oli per uso alimentare.
Anche Moldavia, Ungheria e Seria hanno recentemente annunciato divieti all'export di cereali. Si tratta di manovre che alimenteranno l'inflazione nei paesi importatori, aggravando le già forti tensioni sociali.
Il presidente della Fed di St Louis James Bullard ha paventato una serie di rialzi dei tassi non più di 50 ma di 75 punti base nell’obiettivo di portarli al 3,5% entro fine anno/1
L’ultima volta che la banca centrale Usa ha alzato i tassi in maniera tanto aggressiva è stato nel novembre 1994 sortendo come effetto collaterale la crisi messicana che aprì successivamente a quella asiatica/2
Andando ancora più a ritroso, un rialzo di 75 punti base si ebbe nel febbraio 1989, 8 mesi prima il crash di Wall Street/3