Il dilemma della Banca Centrale Europea: come gestire gli spread
Buongiorno Gentili Lettori,
Tra gli argomenti che la BCE dovrà affrontare questa settimana vi è lo strumento anti-spread: l'insieme delle procedure atte a contenere il divario tra i titoli di stato nell'Eurozona
e, in ultima istanza,a salvare l'Euro stesso in caso di crisi simili a quelle del 2010-2011 (crisi del debito sovrano)
Il dilemma nasce dalla volontà di porre delle condizioni all'uso dello strumento; ora, la storia economica mostra che tanto più tali condizioni saranno precise,
tanto più lo strumento sarà messo alla prova dalla pressione finanziaria generata da una varietà di attori, in primis speculatori ed hedge fund
Uno strumento che subentra sotto precise condizioni sarebbe infatti simile agli strumenti che gestiscono le pegged value
(le valute ancorate ad altre a tasso fisso, si pensi, a tal proposito al mercoledì nero dl 16 settembre 1992 it.wikipedia.org/wiki/Mercoledì…)
Per quanto poco possa piacere ai paesi cosiddetti virtuosi (del debito), il "whatever it takes" di Draghi costituisce, in termini storici,
il miglior approccio per il contenimento degli spread nella Eurozona
Vedremo nei prossimi giorni se la direzione della BCE seguirà l'esempio tracciato da Draghi o se vincerà la linea oltranzista dei paesi a basso indebitamento
Ringraziandovi di avermi letto, vi auguro una bellissima giornata,
Di ecologia, lavoro da remoto e ruolo dell'immobiliare nelle economie
La crisi energetica e le istanze ecologiche (tra le due forze, la prima è preponderante al momento) spingono per un incremento del lavoro da remoto, che consentirebbe di ridurre i consumi di carburante,
renderebbe necessarie meno auto e consentirebbe una rilevazione delle famiglie in comuni con costi della vita più bassi (dato recente che i comuni con maggiore offerta di lavoro, si pensi a Milano, sono quelli maggiormente colpiti dall'inflazione)
In genere, però, si registra
una forte resistenza da parte delle amministrazioni Occidentali a favorire il lavoro da remoto: questa posizione si spiega con il ruolo preponderante che ha il settore immobiliare nelle economie
Un massiccio trasferimento di popolazione dalle città verso comuni, limitrofi
Questo potrebbe non essere gradito alla popolazione Cinese, che storicamente non è orientata all'espansionismo e che è caratterizzata da una demografia anziana e con pochi figli che tende, come per l'italia ed altri paesi occidentali, ad una piramide inversa;
uno scenario demografico che, storicamente, tende a far prediligere il mercantilismo all'imperialismo
Per contrastare le forze demografiche e culturali cinesi, Xi ed il PCC dispongono di uno degli apparati di controllo della popolazione più tecnologicamente sofisticati al mondo
Assumendo la correttezza dei dati pubblicati da Nomisma (sono ancora pochi gli studi con i quali è possibile effettuare un confronto) si denota come il bonus 110% valga un valore compreso nella forchetta tra il 3% ed il 7% del PIL
l'Italia sarebbe già in recessione (la variazione del PIL oscilla secondo le stime tra il +2% ed il +3%)
Se lo studio venisse confermato,porrebbe l'amministrazioni di fronte ad una complessa scelta: favorire la crescita a debito o accettare la recessione
(medesimo dilemma della
BCE)
Storicamente gli economisti tendono a propendere che la crescita alimentata con il debito (come avvenuto,a titolo di esempio,negli anni '80) in Italia non sia una scelta vantaggiosa; ma sembra che la quasi totalità degli Stati Europei stia propendendo per un maggiore ruolo
@DanieleBerghino Gli studi sociologici mostrano che chi non riesce ad accedere al mercato del lavoro in giovane età tende ad essere meno felice ed ha una maggiore probabilità di sviluppare malattie, soprattutto mentali
Gli stessi studi mostrano che, mediamente, i giovani desiderano lavorare
@DanieleBerghino Il problema sembra quindi essere correlato alla mancanza di posti di lavoro
Il perché questa mancanza sia più forte in Italia è una questione multifattoriale, dove i singoli analisti economici danno pesi diversi, ma sembra che uno degli elementi di maggior peso
@DanieleBerghino sia la prevalenza di piccole industrie sulle grandi; come si nota dal grafico sotto, i paesi più ricchi hanno maggiore penetrazione di grandi imprese, che possono offrire stipendi adeguati ed occupazione
La mancanza di tali aziende in Italia sembra essere correlata ai seguenti
Le forze demografiche in azione nell'Unione Europea
Se il calo della natalità è un fenomeno che affligge l'intero occidente, con delle variazioni che sono però piuttosto contenute, non è così per il fenomeno dei NEET: Not [engaged] in Education, Employment or Training, ovvero
"Non [attive] in istruzione, in lavoro o in formazione"
Sono quindi persone che in un dato momento non studiano, né lavorano né ricevono una formazione
Il numero dei NEET è molto diverso tra i paesi Europei:
il minimo è in Olanda, con il 5,5%
il massimo in Italia con il 23,1%
Questo dato porta a delle riflessioni:
1. Su un potenziale di popolazione attiva tra i 15 ed i 29 anni di 8,8 mil. di individui, è come se 2,2 mil. (il 23%) non esistessero per il mercato del lavoro (inoltre, oltre a non produrre, inevitabilmente consumano)