Spoiler: no, ma è ampiamente più diffuso tra uomini che fanno sesso con altri uomini.
Ma quindi un eterosessuale può ammalarsi?
Assolutamente si
Facciamo chiarezza
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Sono passati più di 3 mesi dal primo caso di vaiolo delle scimmie e ora siamo circa a 18'000 casi riportati e fortunatamente il numero di decessi è molto limitato.
I dati in nostro possesso indicano un fortissimo sbilanciamento verso gli uomini
Inoltre gli uomini coinvolti sono principalmente uomini che fanno sesso con uomini MSM. Da un report inglese non sembra che ci sia un sample bias, in pratica donne e uomini vengo testati in egual modo. 3/n
Il sample bias poteva essere vero all'inizio ma ora che la malattia è nota ed i sintomi pure è improbabile che una donna non si faccia testare in presenza di strane bolle e altri sintomi. 4/n
Quindi attualmente la stragrande maggioranza dei contagiati dal Vaiolo delle scimmie sono uomini che fanno sesso con uomini, questa conclusione ( parziale) ha creato moltissime polemiche ed in alcuni casi anche accuse di omofobia.
Perche?
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Molti dicono che associare una malattia ad una preferenza sessuale può creare stigma ed è quello successo con HIV negli anni '80.
Fermo restando che stigmatizzare o discriminare in base alla preferenza sessuale è RIDICOLO e ANTISCIENTIFICO qui il problema è diverso
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Se neghiamo le modalità di trasmissione di un patogeno allora non riusciremo a prevenirlo e poi ad eradicarlo. Il fatto che la malattia ora sia più diffusa tra gli MSM è un INDIZIO preziosissimo che deve farci riflettere su come il virus si sposta e come infetta.
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NON deve interessarci minimamente delle scelte sessuali di alcun gruppo, nemmeno della promiscuità sono tutti indizi preziosi per gli esperti di salute pubblica ed epidemiologi che devono indagare senza pregiudizi e senza preconcetti.
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Ma allo stesso tempo sulla base degli indizi raccolti dobbiamo poter dare indicazioni precise ai gruppi più a rischio in questo caso gli MSM. Con HIV la storia è simile, alcuni tipi di rapporto sono intrinsecamente più a rischio trasmissione e questa cosa va comunicata. 9/n
@kakape ne parla benissimo in questo editoriale su Science, dobbiamo superare queste polemiche che non hanno nulla di scientifico e dobbiamo concentrarci solo su come eradicare questa malattia
Bere acqua e limone al mattino non “alcalinizza” l’organismo, né depura il sangue. Il nostro pH ematico resta rigorosamente stabile tra 7,35 e 7,45 grazie a sistemi tampone, polmoni e reni: nessuna bevanda può spostarlo in modo significativo.
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Il succo di limone, anzi, è acido (pH ≈ 2) e viene neutralizzato già nello stomaco; ciò che arriva nel sangue è chimicamente irrilevante per l’equilibrio acido-base.
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Acqua e limone resta una bevanda gradevole, fornisce un po’ di vitamina C e può incentivare l’idratazione, ma non brucia grassi, non detoxifica e non cura l’acidosi (patologia che richiede trattamento medico, non rimedi fai-da-te).
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L’acqua in bottiglia non ha alcun vantaggio rispetto a quella del rubinetto.
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Il primo rapporto del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque-ISS, basato su 2,5 milioni di analisi (2020-22), certifica una conformità superiore al 98 % ai parametri di legge in tutto il Paese.
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🔹 2,5 milioni di analisi (2020-2022) in 18 Regioni → conformità media > 98 %
🔹 Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte ai vertici; lievi non conformità locali gestite con principio di massima precauzione
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1. Sole senza protezione
L’esposizione ai raggi UV senza ombra, indumenti o SPF ≥ 30 aumenta il rischio di melanoma e altri tumori cutanei: la difesa è la protezione quotidiana
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2. Vaccini
In 50 anni l’immunizzazione di massa ha evitato ~154 milioni di morti, pari a sei vite salvate ogni minuto.
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3. Grassi saturi
Una revisione sistematica (Christensen et al., Atherosclerosis 2024) mostra che l’eccesso eleva l’LDL e il rischio cardiovascolare; sostituirli con insaturi è la scelta più sicura.
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L’omeopatia non utilizza principi attivi, ma si fonda su diluizioni estreme: a partire da circa 12C non resta neppure una molecola del principio originale, perché la soluzione è diluita oltre il numero di Avogadro.
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Molti rimedi arrivano a 30C (1 parte in 10^60), una concentrazione che equivale a cercare un granello di sale in oceani di acqua: di fatto non esiste alcun principio attivo
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La presunta “memoria dell’acqua” non ha mai trovato conferma sperimentale, e quindi non c’è un meccanismo plausibile che possa produrre effetti farmacologici.
L’assenza di molecole si riflette nei risultati clinici.
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«Un cornetto può cancellare 45 minuti di corsa». Non è provocazione, è aritmetica: l’attività fisica rappresenta in media solo il 30 % del dispendio energetico quotidiano, mentre la quota dominante dipende da metabolismo basale.
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Sui chili di troppo i dati parlano chiaro. In una dose-response meta-analysis di 116 trial randomizzati (7 000 adulti), 150 min di aerobica settimanale producono cali modesti di peso e circonferenza vita; servono volumi superiori per risultati clinicamente rilevanti
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Ancora più eloquente il confronto tra strategie: i programmi che combinano dieta e movimento battono l’esercizio da solo di circa 5–6 kg già a 6 mesi (–5,33 kg) e a 12–18 mesi il divario sale oltre 6 kg (Aveyard et al., 2014)
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Negli ultimi anni, i carboidrati sono diventati i grandi imputati della nutrizione: c'è chi li elimina del tutto, chi li teme come se fossero veleno e chi si professa orgogliosamente "carbofobico". Ma davvero fanno sempre male?
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Un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open (Ardisson Korat et al., 2025) ribalta la narrazione dominante.
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Analizzando oltre 47.000 donne per più di trent’anni, i ricercatori hanno osservato che un'elevata assunzione di carboidrati di alta qualità – da cereali integrali, frutta, verdura e legumi – si associa a una maggiore probabilità di invecchiare in salute.
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