Thread by @__Outsider___

#2agosto.
Piena estate, caldo maiale. Una sala d’attesa piena di gente. Braccia e gambe abbronzate che spuntano da prendisole e magliette colorate, pantaloncini corti, sandali. Vociare diffuso, annunci dagli altoparlanti, la fila al bar per lo scontrino, un’aranciata fresca per >

< entrare nello spirito festoso di ferie agognate come non mai dopo un anno o più di fatica, il conto dei sacrifici per mettere insieme i soldi momentaneamente in stand-by, la sensazione di benessere che comincia a far capolino in previsione di una settimana o due di relax >

< sole, mare, montagna, quello che è, l’unica cosa che conta è quell’apostrofo rosa di pace e risate fra le parole lavoro che c’è e lavoro che non c’è, esami, capi bipolari, colleghi psicotici, fornitori che non forniscono, clienti che chiedono cose per ieri, scuole, apparecchi >

< per i denti, rate, bollette, cazzo, l’assicurazione delle macchina, vabbè, ci si pensa al ritorno, adesso spengo il cervello e stacco da tutto.
Vi ricorda qualcosa?
Bene.
Divise, qualche cravatta, indulgenze alla camicia a maniche corte, mezzi tacchi comodi in mezzo a >

< zoccoli e zeppe che urlano fiesta!, uh, la fiesta, ma com’è che d’estate non si trova, eh, perché il cioccolato, d’estate, solo nel gelato, no, il gelato adesso no, ti do la mela, la vuoi la mela, mela dai? cafone! ma l’hai visto quello, ma chi quello con il riporto e il >

< calzino corto beige, no quello con il borsello e il sandalo sotto i pantaloni di gabardine, miseria ladra, i pantaloni puliti! non me ne frega niente se son bambini, non li dovete far correre col gelato in mano!, stai qui, vado alla tintoria qui di fronte e vedo se me li >

< smacchiano al volo, tu non ti muovere, attenzione! treno diretto per Bari in arrivo al binario 4, è il nostro, corri, permesso, scusi, permesso, uffa, partono tutti, ma quando arriva il nostro, fra poco, amore, fra poco quanto, non lo so, che ore sono? Le dieci e venticinque.>

< Bologna non dimentica.
Bologna non può dimenticare, lo deve alle sue vittime, alle nostre vittime, alle loro famiglie, alle nostre famiglie. Lo deve a ciascuno di noi che avremmo potuto avere un legame spezzato da criminali fascisti che non si son posti scrupoli a sacrificare >

< sacrificare le vite dei propri concittadini per realizzare il piano di destabilizzazione del paese, a ciascuno di noi che HA avuto un legame spezzato: quello con un futuro diverso, in un paese che, all’indomani del Sessantotto, stava migliorando le proprie condizioni di vita >

< conquistando diritti e benessere, grazie alla mobilitazione di una sinistra ancora degna di questo nome, che ancora aveva la forza e la voglia di lottare per i propri valori. La sinistra era pericolosa. La sinistra andava fermata. A qualunque costo.

Seminare il terrore tra >

< la popolazione, costruire un nemico e renderlo reale con una propaganda martellante, convincere almeno una fetta della popolazione che stia vivendo una situazione di emergenza, e che questa emergenza venga dall'esterno. Un po' come ci hanno convinto che la cellulite sia >

< qualcosa da combattere ad ogni costo. Farebbe ridere, se non ci fosse qualcuno che ha come programma politico la lotta alla cellulite.
Vi ricorda qualcosa?
Dice eh, esagerata.
Dice eh, la fai più grave di quel che è.
Dice eh, ma chi, questi burini scappati di casa?
>

< Dice eh, ma figurati se.
E se anche fosse, adesso lo fanno senza morti.
Nossignori.
I morti ci sono.
No, non parlo di tutti quelli annegati nello stesso Mediterraneo in cui ci facciamo il bagno. Quelli non sono mica italiani, per una parte del paese non contano.
I morti di

< cui parlo sono italianissimi, invece, e sono tutti quelli che si son lasciati seppellire dal niente, dal vuoto pneumatico, dal nulla cosmico negli ultimi quarantadue anni, negli ultimi venti, negli ultimi dieci, negli ultimi tre. Un paese di morti seppelliti dal nulla e da 85 >

< lapidi, per le quali non vogliono giustizia, non vogliono vendettah, non vogliono niente. Non gliene frega niente.
Sono quelli che sanno che a loro non sarebbe successo di morire >

< per una bomba in stazione una mattina di agosto.
Sono quelli che hanno la faccia come il culo di definirsi patrioti, quelli che ragliano #primagliitaliani.
Vi ricorda qualcosa?

#stragediBologna
#25settembre