Thread by @StefanoPelaggi

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Prova forza su #Taiwan sembra terminata, prossime settimane sapremo se sarà 4° crisi Stretto o rimarrà singolo momento di alta tensione.
Possiamo tirare conclusione su copertura mediatica.
"Eh certo la Pelosi" è stata la principale interpretazione dei media italiani (...)

2 - la provocazione statunitense, o scelta personale di una donna alla fine della sua carriera politica e alla ricerca di una visibilità internazionale sono state delle rappresentazioni onnipresenti nei media italiani. Le pretese cinesi su Taiwan sono state presentate come (...)

3- qualcosa di "dato". Probabilmente eccessivo, ma oramai radicato e quindi immutabile. Da "tutti i cinesi la pensano così" a "punto fermo della dottrina del PCC" il fatto che Taiwan debba diventare cinese è un assioma inconfutabile per i media italiani. (...)

4- Le spiegazioni storiche si fermano a "Taiwan mai sotto il controllo della RPC" fino a un confuso riepilogo della One China Policy e degli altri accordi che regolano le relazioni sino taiwanesi statunitensi. Il messaggio è "si tratta di una questione troppo complicata (...)

5- e oramai così radicata nei cuori e nelle menti dei cinesi da lasciare ben poche speranze". Nessuno ha tentato una ricostruzione del complesso mosaico etnico taiwanese e dei diversi processi di colonialismo nell'isola - dalla dinastia Qing ai giapponesi al KMT. (...)

6- Chi ha tentato ha scritto veri e propri orrori storici (francesi colonizzatori a TW). Nessuno ha sentito accademici italiani che da anni si occupano di TW, ce ne sono tanti, su Twitter trovate la bravissima @GranoSimona ma basta fare breve ricerca e se ne trovano tanti (..)

7- L'unica prospettiva da Taiwan è stata quella di Lorenzo Lamperti che si è speso tanto per portare la soggettività dei taiwanesi all'interno del dibattito. Per il resto il percorso degli ultimi 5 anni con sinologi e commentatori che ci parlano della complessità della Cina (...)

8- delle opportunità economiche dell'Italia in RPC, di qualsiasi cosa declinato con caratteristiche cinesi, dei 5000 anni di storia, della necessità di capire la Cina etc si è palesato in maniera chiara. (..)

9- Studiosi della poesia Tang finanziati da Istituti Confucio e diventati esperti di politica internazionale, antiamericani viscerali che hanno trovato nuova linfa, veterocomunisti pronti ad accettare un Partito comunista diventato più grande attore del capitalismo globale, (...)

10- scappati di casa pronti a qualsiasi cosa pur di ricevere attenzione e qualche viaggio gratuito, personaggi di altissimo livello del recente passato istituzionale arruolati come conferenzieri strapagati (...)

11- ma anche accademici che si occupano di Cina e temono di doversi esprimere sulla questione taiwanese e giornalisti e studiosi seri e preparati che non possono esprimere il proprio giudizio su Taiwan, senza rischiare ripercussioni dalle istituzioni cinesi.

12- Chiunque si occupa di Cina lo sa bene, parlare di Taiwan è pericoloso. Si rischia di venire bannati, perdere finanziamenti, pregiudicare rapporti. Come si fa a insegnare cinese o Storia della Cina senza avere scambi accademici o poter inviare i propri studenti in RPC. (..)

13- Oppure per giornalista perdere opportunità di entrare nel paese -quando e se si potrà. Forse non è proprio pericoloso, ma in generale meglio evitare, In questo caso molto meglio profilo basso e linea ufficiale di Pechino: provocazione USA.