Thread by @putino

#Messico 🇲🇽: i cartelli della droga mettono sotto assedio intere città dopo che il governo ha arrestato un boss (e successivamente ha smentito di averlo fatto). Thread con la storia di un Paese sempre più ostaggio dei Narcos 🧵⤵️ vice.com/en/article/n7z…

Negli ultimi 4 giorni diverse città messicane hanno affrontato un assalto da parte delle milizie dei cartelli della droga, dimostrando la continua incapacità del governo di fermare i gruppi criminali dal causare il caos in alcune delle più grandi città del Paese.

In particolare ad essere colpiti dalla nuova ondata di violenza sono stati gli Stati occidentali di Jalisco e Guanajuato, secondo quanto riferito dalle autorità messicane.

La violenza sarebbe scoppiata dopo che le autorità messicane hanno interrotto un incontro tra alcuni importanti leader delle fazioni del cartello Jalisco New Generation, o CJNG.

Nelle città di Guadalajara, Irapuato, Celaya e Leon numerose auto e autobus sono stati avvolti dalle fiamme per bloccare le arterie di traffico, mentre sono stati incendiati anche 25 minimarket.

Per tutto il giorno successivo sono circolate voci non confermate sulla cattura di Ricardo Ruiz, alias "RR" o "Doble R", uno dei principali leader della CJNG nel Messico occidentale.

Ma due giorni fa il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha negato l'arresto dopo essere stato incalzato dai giornalisti durante la sua conferenza stampa mattutina.

Ha detto invece che 16 persone sono state arrestate durante gli attacchi, senza fornire le loro identità, "ma si suppone che [gli arrestati] siano persone influenti, perché è per questo che c'è stata una reazione così forte".

Il presidente non ha chiarito chi sarebbe stato arrestato per provocare una tale reazione da parte del CJNG, e questo ha fatto aumentare le speculazioni nei media sul fatto che forse Doble R sia stato arrestato e poi rilasciato dalle autorità.

Questo tipo di cattura e rilascio sotto la costrizione degli attacchi dei cartelli durante la presidenza di López Obrador non sarebbe neppure senza precedenti.

Nell'ottobre 2019 le autorità messicane avevwno arrestato Ovidio Guzmán, il figlio del boss del cartello di Sinaloa Joaquín "El Chapo" Guzmán, incarcerato nella città di Culiacan.

I membri del Cartello di Sinaloa hanno assediato la città nel tentativo di fare pressione sul governo affinché rilasciasse Ovidio Guzmán. Il governo alla fine ha ceduto e ha permesso al giovane Guzmán di fuggire indisturbato.

López Obrador ha poi ammesso di aver dato lui stesso l'ordine di rilasciare Ovidio Guzmán per fermare gli attacchi in tutta la città.

Le conseguenze dell’episodio con Ovidio Guzmán sembrano aver creato un quadro di riferimento per i cartelli nei confronti del presidente, che è entrato in carica con la politica del cosiddetto "Abrazos, no Balazos" (abbracci, non pallottole), per ridurre la violenza nel Paese.

Le organizzazioni criminali sembrano così aver capito che, provocando il caos ed il terrore nella sfera pubblica, possono influenzare la risposta delle forze di sicurezza e delle autorità.

Ma a quanto pare neppure questo basta a porre fine alle violenze. Anzi l’arrendevolezza delle autorità governative non fa che peggiorare la situazione.

La smentita di López Obrador sulla cattura di RR è arrivata infatti poche ore prima che un'altra grande città del Messico subisse attacchi simili.

Giovedì, diversi uomini sono entrati nella prigione principale della città di confine di Ciudad Juarez. Si sono finti una famiglia in visita a un detenuto e hanno ucciso tre detenuti.

Subito dopo si è scatenato l'inferno a Ciudad Juarez, città che si trova a pochi chilometri da El Paso, in Texas.

https://twitter.com/radio_formula/status/1557928286252056576?s=21&t=GmV30CHtvoSuqkv0M_rDQQ

Gli scontri a fuoco hanno avuto luogo in vari luoghi della città. Almeno 10 persone sono state uccise durante gli attacchi, tra cui una donna incinta bruciata viva all'interno di un minimarket e quattro membri dello staff di una stazione radio locale.

https://twitter.com/all_source_news/status/1557921612976066560?s=21&t=fL6TkstR3jxiczKDokoYHw

Le autorità hanno riferito di quattro minimarket e di almeno una stazione di servizio dati alle fiamme.

https://twitter.com/azucenau/status/1557886072960466944?s=21&t=IlDP5hfxxUzJ-17s8sT0dw

Secondo le autorità locali, gli scontri sono avvenuti tra presunti membri dei "Mexicles", una fazione del Cartello di Sinaloa, e "La Línea", che lavora per il Cartello rivale di Juarez.

López Obrador ha affrontato l'ultima ondata di violenza a Juarez durante la conferenza stampa di venerdì mattina, lamentando che "la popolazione civile è stata attaccata per rappresaglia. Non si è trattato di uno scontro tra due gruppi, hanno iniziato a sparare sui civili".

Il presidente non ha spiegato però come intendeva sedare la violenza in corso. Mentre López Obrador parlava, la maggior parte delle attività commerciali e delle scuole rimanevano chiuse, mentre i residenti, impauriti, si barricavano nelle loro case. /fine

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