Esattamente 139 anni fa avveniva una delle eruzioni vulcaniche più potenti e distruttive che si sono verificate nel corso della storia moderna dell'umanità. Stiamo parlando della terribile eruzione prodotta dal vulcano #Krakatau (o Krakatoa) il 27 agosto del 1883.
L'eruzione del 1883 è iniziata durante il mese di maggio con delle sporadiche ma intense esplosioni che si sono susseguite per interi mesi, un fenomeno che aveva stupito e affascinato moltissimi marinai locali.
Secondo i racconti dell'epoca tale attività tendeva a generare delle modeste colonne eruttive che occasionalmente si elevavano in quota anche per 9-10 chilometri e provocavano una modesta ricaduta di cenere e lapilli in tutta l'isola principale presente al centro della caldera
Nonostante la popolazione locale fosse molto entusiasta di questa particolare fase eruttiva - pensate che vennero addirittura organizzate delle vere e proprie feste per ammirare e celebrare il vulcano - questa particolare fase eruttiva non era altro che l'inizio dell'eruzione.
Poco più di tre mesi dopo l'inizio dell'eruzione infatti, durante la mattinata del 26 agosto, il vulcano iniziò a produrre la sua prima fase parossistica generando una violenta attività esplosiva che formò una colonna eruttiva alta oltre 24 chilometri.
Essa provocò un'intensa ricaduta di cenere, lapilli e bombe vulcaniche che hanno danneggiato e in alcuni casi distrutto anche molte delle imbarcazioni che in quel momento si trovavano all'interno dello Stretto della Sonda.
Il culmine dell'eruzione venne però raggiunto ventiquattro ore più tardi, quando l'acqua del mare ha iniziato ad entrare definitivamente in contatto con le grandi quantità di magma presenti all'interno della camera magmatica.
Durante la mattina del 27 agosto infatti, una sequenza di quattro violentissime esplosioni hanno causato la distruzione di oltre il 70% dell'isola centrale del vulcano. Tale attività ha rapidamente formato una colonna eruttiva che ha raggiunto i 40-50 km di quota.
Essa ha causato un significativo oscuramento del sole e una modesta ricaduta di ceneri e lapilli fino ad una distanza di oltre 400 chilometri per ben tre giorni. L'esplosione iniziale ha formato un'onda d'urto che si è propagata all'interno dell'atmosfera terrestre per giorni.
Tale onda d'urto fu tanto importante da esser stata registrata da numerosi barografi sparsi in giro per tutto il mondo, esattamente come durante l'eruzione avvenuta alle Tonga il 15 gennaio scorso.
L'esplosione ha generato un violento boato che è stato udito perfino in Australia e alle Mauritius, ad oltre 5.000 km di distanza. La generazione di un boato così forte ha causato l'esplosione dei timpani di tantissime persone ancora presenti sulle navi in un'area di almeno 70 km
Prima dell'eruzione delle Tonga infatti, il boato dell'eruzione del Krakatau deteneva il record come il suono più forte mai registrato dall'uomo. Il collasso della caldera, l'onda d'urto, l'entrata in mare dei flussi piroclastici e l'attività esplosiva ancora in corso sott'acqua-
-hanno poi causato la formazione di una serie di onde di tsunami alte anche oltre i 40 metri che hanno causato la morte di oltre 34.000 persone. Tali onde si sono propagate nell'intero Oceano Indiano ma hanno provocato la maggior parte dei danni tra le isole di Giava e Sumatra.
Molte delle navi ancora presenti nello Stretto della Sonda sono state scagliate nell'entroterra per oltre un chilometro. I caldi e densi flussi piroclastici hanno infine percorso oltre 80 km sulla superficie del mare ad una velocità ben superiore ai 100 km/h.
L'imponente colonna eruttiva immise nell'atmosfera enormi quantità di anidride solforosa, una particolare gas vulcanico che in particolari concentrazioni può provocare un significativo ma momentaneo raffreddamento del clima terrestre.
Nel caso dell'eruzione del Krakatau in particolare, il clima del nostro pianeta subì un raffreddamento medio di circa 0,5°C durato cinque anni. Il materiale vulcanico presente per anni nell'atmosfera rese più colorati e suggestivi perfino le albe e i tramonti di tutto il mondo.
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Esattamente 392 anni fa, il 16 dicembre 1631, il #Vesuvio generò una delle eruzioni più violente della sua recente storia. Stiamo parlando di un'eruzione sub-pliniana avvenuta dopo una lunga quiescenza durata circa 500 anni e che causò tra le 1.000 e le 14.000 vittime. 🧵
L'eruzione del 1631 fu preceduta da una moltitudine di precursori che iniziarono a manifestarsi piuttosto chiaramente a partire dalla seconda metà di novembre, ovvero una ventina di giorni prima dell'inizio della fase eruttiva.
Intorno a quel periodo, molti degli abitanti di Portici iniziarono ad udire dei rari ma improvvisi boati che si manifestavano con il cielo completamente sereno, un fenomeno che oggi potremmo ricondurre ad una probabile attività sismica di bassa magnitudo.
Alle 9:10 un nuovo #terremoto di magnitudo 3.2 è stato registrato nel Golfo di Pozzuoli, all'interno della caldera dei #CampiFlegrei. La scossa fa parte di un nuovo sciame sismico, l'ennesimo delle ultime settimane. I livelli sono ormai paragonabili alla crisi degli anni 80' 🧵
Nelle ultime settimane la sismicità è notevolmente aumentata. Gli sciami sismici sono ormai all'ordine del giorno, mentre le scosse di magnitudo pari o superiore a 3 vengono registrate quasi settimanalmente. Siamo ormai entrati nel vivo di una nuova crisi sismica.
Come si può vedere dal bollettino mensile dell'Osservatorio Vesuviano infatti, ad agosto sono stati registrati 1.118 terremoti, il numero in assoluto più alto dalla crisi sismica degli anni 80'. Tra poche settimane sapremo se il mese di settembre lo supererà o meno.
Come ormai già tutti sapete, nella tarda serata di ieri un violento #terremoto di magnitudo 6.8 è avvenuto nel cuore del #Marocco, dove secondo i primi bilanci si contano già 820 vittime e oltre 672 feriti. Si tratta del terremoto più forte della storia del paese 🧵
La scossa si è verificata lungo la catena montuosa dell'Atlante, un'area fortunatamente non densamente popolata che però si trova a soli 70 km di distanza da Marrakech, una delle città più popolose del paese. Lo scuotimento in quest'area è stato molto intenso dannoso.
A causa della sua intensità e profondità di 18 km, la scossa è stata chiaramente avvertita in tutto il Marocco, nella zona occidentale dell'Algeria e perifno in alcune aree della Spagna (Malaga, Siviglia, Isole Canarie) e del Portogallo (Lisbona, Faro).
A partire da questa notte, un corposo sciame sismico è in corso all'interno della caldera dei #CampiFlegrei, tra Pozzuoli e Bagnoli (#Napoli). In poco meno di 8 ore sono stati registrati circa 120 piccoli terremoti, il più forte dei quali ha avuto una magnitudo di 3.6. 🧵
Di queste 120 scosse, la stragrande maggioranza ha avuto una magnitudo molto contenuta (≤ 2.0) e soltanto 6 hanno avuto una magnitudo pari o superiore a 2 (2.0, 2.5, 2.0, 3.1, 2.5, 3.6 e 2.8). Per via della loro superficialità però, ne sono state avvertite tantissime in città.
Per via della persistenza dello sciame, una buona fetta della popolazione di Pozzuoli e Bagnoli è rimasta sveglia e (comprensibilmente) in ansia. Questo video per esempio, ci mostra lo scuotimento provocato dalla scossa principale di magnitudo 3.6 delle 6:18 di questa mattina.
All'alba del 21 luglio del 365 d.C. un violentissimo #terremoto di magnitudo stimata, a seconda degli studi, tra 8.0 e 8.5 si è verificato vicino #Creta, in Grecia, lì dove la placca africana si immerge al di sotto della microplacca egea. 🧵
Il terremoto del 365 è durato oltre un minuto ed è oggi considerato l'evento sismico più intenso avvenuto nel Mediterraneo in epoca storica. L'area in cui si è verificata la scossa, ovvero lungo l'arco ellenico, è una delle zone più sismiche dell'intero bacino.
In poche decine di secondi, la scossa ha provocato un sollevamento del suolo (e in particolare del fondale marino) di circa 8-9 m, un valore incredibile. Oggi possiamo ammirare i suoi effetti lungo l'antico molo di Phalasarna, un'antica città portuale di Creta.
Dopo un incremento della sismicità che è durata diversi mesi e che è culminata pochi minuti prima con un forte terremoto avvertito dagli abitanti di Torre del Greco, la sera del 15 giugno 1794 è iniziata un'importante eruzione laterale sulle pendici del #Vesuvio 🧵 1/12
L'eruzione è iniziata alle 22 con l'apertura di una serie di fratture eruttive localizzate a bassa quota sulle pendici nord-orientali e sud-occidentali del vulcano. Lungo queste ultime in particolare, si erano aperte almeno 6 bocche tra i 325 e 550 m di quota. 2/12
Queste bocche avevano iniziato ad alimentare una fluida e voluminosa colata di lava diretta proprio verso la città di Torre del Greco. Poco meno di cinque ore dopo, nel cuore della notte, la lava aveva già raggiunto e superato il perimetro delle mura cittadine. 3/12