C'è astensionismo e astensionismo. Sembra ormai certo che l'affluenza alle #ElezioniPolitiche22 sarà molto più bassa del 2018. Credo ci dobbiamo tutti chiedere il perché. Qual è il motivo del calo. Per ragionare fa comodo questa equazione U=p*B+D+C+v. Cosa vuol dire? 🧵👇1/13
2/ Questa equazione è un modo molto semplice usato in scienza politica per descrivere la scelta dell'elettore di andare a votare. Detto in parole semplici, un elettore vota solo se ha un "tornaconto positivo". E questo tornaconto dipende da un po' di cose. Quali?
3/ In primis il vantaggio o il beneficio che otterrebbe se vincesse il partito che lui supporta. Nell'equazione indicato con "B". Poi c'è la probabilità di essere l'elettore decisivo, nell'equazione "p": più penso di essere determinante per il risultato, più andrò a votare
4/ Il termine "D" fa invece riferimento al "tornaconto" civico, a quel senso di soddisfazione che deriva dal semplice fatto di aver votato, come forma di partecipazione civica. Ci sono poi dei costi: "C" è il costo fisico di andare a votare (tempo per andare al seggio, biglietto
5/ del trasporto o benzina,...) e infine "v" che è il costo che ci vuole per raccogliere informazioni che servono per formarsi un'opinione. In questo schema, se alla fine sommando i pro e i contro i pro sono di più, l'elettore va a votare. Altrimenti no. Come ci aiuta questo?
6/ La domanda fondamentale qui è: rispetto al 2018 il calo nell'affluenza da cosa sarà spiegato? Da "p", "B", "D", "C" o "v"? Si tratta infatti di 5 cose diverse. E a seconda di quale è la risposta cambiano le conclusioni che possiamo trarre sulla nostra democrazia
7/ Sicuramente "p" è in calo. La vittoria del centro destra sembra netta a tutti. Nel 2018 la situazione era differente, non era così chiaro se e quale schieramento avrebbe avuto la maggioranza. Secondo me quindi "p" indiziato numero uno.
8/ Poi c'è "v", il costo di raccogliere le informazioni. Indiziato numero 2. In questo punto ci metto il fatto che abbiamo votato in una data molto inusuale, che ha reso molto più difficile per le informazioni arrivare ai cittadini e per i cittadini procurarsele
9/ Indiziato numero tre: "B". Il trend politico recente fa sì che, in parole povere, gli elettori percepiscano "alla fine non cambia mai niente". E quindi che senso ha votare se tanto chiunque vinca alla fine è tutto uguale? Non ci sono piattaforme politiche che smuovano davvero
10/ Al quarto posto ci metterei "D": in una democrazia sempre più sfilacciata è probabile che sempre meno cittadini sentano il voto come un dovere, oltre che come un diritto. E quindi un altro pezzetto di calo.
11/ Non mi sembra invece un indiziato "C", i costi fissi. Ma attenzione: C spiega molto dell'astenzionismo, per dire, dei fuori-sede. In Italia abbiamo un grosso problema con questa C. Ma questo spiega il livello dell'astenzionismo, mentre non aiuta nel confronto con il 2018
12/ In chiusura: la sera del 25 settembre sentiremo le prefiche della democrazia italiana battersi il petto per l'affluenza sotto il 70%. Il vero punto però sarà farsi un'idea di quale sia stato il meccanismo principale che ha causato tutto questo. Riassumendo i 3 indiziati:
13/ Un risultato dato per scontato, una data elettorale (e un periodo di campagna elettorale) lontano dai ritmi usuali degli elettori, mancanza di una offerta politica davvero mobilitante. Quale sarà stato il prevalente?

/END

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