Da mesi Paolo Mieli respinge ogni tentativo di accostare Meloni al fascismo. Seppur in parte, da storico, ha ragione nel sottolineare che Meloni non sarà mai Mussolini (nonostante la M). Il tentativo questa volta di dissociarla anche dal neofascismo è davvero troppo.
Innanzitutto l'errore, aldilà dei simboli, che hanno un peso, del video elogio a Mussolini, sta nel considerare Meloni come unico "player" del suo partito. Eppure la storia parla chiaro. FdI, partito di estrema destra, è nato dalla fuoriuscita del PDL considerato troppo moderato.
La fiamma ha valore simbolico, ma non solo. Molti dei dirigenti di FdI hanno un passato storico nei movimenti neofascisti. Come Fronte della Gioventù. Da Gasparri, Alemanno, La Russa, Isabella Rauti, figlia di Pino. E poi ci sono i nomi simbolo: Caio e Rachele Mussolini.
La stessa Giorgia Meloni che nel 1996 era responsabile nazionale di Azione Studentesca, non ha mai rinnegato la sua appartenenza al Fronte della Gioventù. #matrice
Post hoc, ergo propter hoc. Fare confusione tra neofascismo e "la storia di 100 anni fa" è qualcosa che non ci si aspetterebbe mai da uno storico. Ci sono 40 anni di storia neofascista documentata. Negarlo è gravissimo. #matrice
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
Il 7 settembre del 1938 veniva promulgato in Italia il Regio decreto legislativo numero 1.381, contenente “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”. Il decreto che oggi compie 84 anni era composto da 5 articoli e stabiliva le seguenti aberrazioni:
1. agli ebrei stranieri è vietato “fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell’Egeo”;
2. è da considerarsi ebreo “colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica”;
Parto da questa immagine per parlare del ruolo dell'estrema destra italiana al fianco di Putin in Donbass. Riccardo Cocco ad Andrea Palmeri neofascisti di Forza Nuova che hanno lanciato una campagna pro-Cremlino e una raccolta fondi sul web per sostenere la guerra in 🇺🇦
I due neofascisti sono finiti in questi giorni al centro di un caso internazionale. Due i nomi che collegano l'estrema destra alla guerra in Ucraina e su cui si sono concentrate le attenzioni dei servizi di intelligence europei e americani. google.com/amp/s/www.open…
"Il 23 febbraio e il 6 marzo 2022, annotano le informative dell’intelligence, sono stati pubblicati due video di Cocco. Il 21 febbraio, sempre Cocco aveva partecipato, con Palmeri, ad una conferenza per sostenere le Repubbliche separatiste con donazioni e atti dimostrativi"
L'Occidente spegne i riflettori sulla Russia e la censura di Putin entra nelle nostre vite. All'improvviso nell'informazione si fa strada una narrazione che vedrebbe un crescente consenso nazionalista verso Putin. È vero non ci sono solo Mosca e San Pietroburgo, 1/3
ci sono anche Vladivostok, Irkutsk e altre 56 città in tutta la Russia e migliaia di arresti al giorno. Il dissenso in Russia è radicato e si fa sempre più vasto. Tanto da spaventare l'establishment che in tutti i modi tenta con la forza di soffocarlo e imbavagliarlo. 2/3
Da anni la repressione ha perseguitato, arrestato e ucciso oppositori, attivisti, giornalisti e dissidenti. Creando una frattura insanabile. E mentre le piazze vengono militarizzate la luce dell'informazione libera si spegne lasciando il popolo russo, solo contro un mostro. 3/3
Nella foto il mercenario filorusso in Donbass, Andrea Palmeri, nel gesto nazista delle tre dita della mano destra alzate come gli ufficiali e i soldati tedeschi nel giuramento al Führer.
In Donbass Palmeri creò una onlus insieme a Irina Osipova che nel 2016 fu candidata nella lista di Fratelli d'Italia alle elezioni comunali a Roma. Secondo ICTV, Osipova era tra gli “agenti segreti” in Italia con l’Associazione dei Giovani italo-iussi di cui era presidente.
Osipova era anche molto vicina al Carroccio, soprattutto durante il tour russo di Matteo Salvini. Si inseriva perfettamente in un quadro di strategia geopolitica della Russia che coincideva con la piattaforma politica di partiti anti-establishment dell'estrema destra europea