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Sep 7 5 tweets 2 min read
Da mesi Paolo Mieli respinge ogni tentativo di accostare Meloni al fascismo. Seppur in parte, da storico, ha ragione nel sottolineare che Meloni non sarà mai Mussolini (nonostante la M). Il tentativo questa volta di dissociarla anche dal neofascismo è davvero troppo.
Innanzitutto l'errore, aldilà dei simboli, che hanno un peso, del video elogio a Mussolini, sta nel considerare Meloni come unico "player" del suo partito. Eppure la storia parla chiaro. FdI, partito di estrema destra, è nato dalla fuoriuscita del PDL considerato troppo moderato.
La fiamma ha valore simbolico, ma non solo. Molti dei dirigenti di FdI hanno un passato storico nei movimenti neofascisti. Come Fronte della Gioventù. Da Gasparri, Alemanno, La Russa, Isabella Rauti, figlia di Pino. E poi ci sono i nomi simbolo: Caio e Rachele Mussolini.
La stessa Giorgia Meloni che nel 1996 era responsabile nazionale di Azione Studentesca, non ha mai rinnegato la sua appartenenza al Fronte della Gioventù. #matrice
Post hoc, ergo propter hoc. Fare confusione tra neofascismo e "la storia di 100 anni fa" è qualcosa che non ci si aspetterebbe mai da uno storico. Ci sono 40 anni di storia neofascista documentata. Negarlo è gravissimo. #matrice

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