Piuttosto esplicito, il messaggio di Dani Alves in risposta al caso #ViniciusJr: "Signori, il problema è che in Europa è pieno di razzisti. L'ho vissuto in quasi ogni luogo".
Dani Alves, che nel nostro continente ha giocato con Siviglia, Barcellona, Juventus e PSG, sa bene di cosa parla: nel 2014 fece scalpore il suo gesto di raccogliere e mangiare una banana che gli era stata tirata contro da un tifoso del Villarreal.
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Il caso di razzismo, avvenuto sempre in Spagna come quello del 2014 qui sopra citato, che ha coinvolto Vinicius Jr. del Real Madrid è riassunto in questo thread.
Che in Europa - nel calcio e non solo - ci sia un enorme problema di razzismo, dovrebbe essere chiaro a tutto. Per appronfodire, potete leggere questo articolo.
Temendo fischi durante il minuto di silenzio per la Regina #ElisabettaII, la Federcalcio scozzese aveva predisposto un minuto di applauso. Ieri, durante la sfida con St. Mirren, i tifosi del Celtic hanno quindi intonato "Se odi la Famiglia Reale batti le mani!".
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Messaggio che, per essere il più chiaro possibile, i tifosi del Celtic (la nota Green Brigade, un gruppo molto connotato a sinistra e in favore delle cause repubblicana e indipendentista) hanno ribadito anche con uno striscione.
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In questi dieci giorni di lutto, che si concluderanno oggi con i funerali della Regina in Inghilterra, la Green Brigade era già intervenuta in maniera piuttosto esplicita per dire la sua sulla monarchia britannica.
Dopo il dibattito dei giorni scorsi sulle offese razziste a #ViniciusJr del Real Madrid sulla tv spagnola, poco fa i tifosi dell'Atletico, prima del derby col Real, hanno intonato "Vinicius sei una scimmia" fuori dal Wanda Metropolitano.
"Scimmia" ("mono", in spagnolo) era l'appellativo usato dal procuratore Pedro Bravo a Chiringuito TV in riferimento all'attaccante brasiliano. L'agente si è poi scusato ma, a quanto pare, ciò non è bastato.
Così come purtroppo non sono bastate le numerose prese di posizione da parte del mondo del calcio brasiliano, da Neymar a Pelé, e nemmeno la bella replica dello stesso Vinicius Junior.
Due giorni fa è morto #LucianoVassallo, 87 anni e leggenda del calcio africano. Nel 1962 fu il grande protagonista della Coppa d'Africa, vinta con l'#Etiopia.
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Figlio di un militare italiano e di una donna eritrea, legati da una relazione di madamato, venne abbandonato dal padre e crebbe subendo varie discriminazioni a causa del fatto di essere un meticcio.
Da figlio dimenticato del colonialismo italiano, nel dopoguerra trovò una via d'uscita grazie al calcio e venne naturalizzato etiope come tanti suoi conterranei, scontrandosi però con le discriminazioni verso gli eritrei.
"Se vuoi ballare la samba vai al Sambodromo in Brasile. Qui devi rispettare i tuoi colleghi e smettere di fare la scimmia": queste le parole razziste del procuratore spagnolo Pedro Bravo al programma Chiringuito Tv, contro l'esultanza di #ViniciusJr.
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In risposta a Bravo, molte star del calcio brasiliano hanno preso posizione online in favore del 22enne attaccante del Real Madrid, lanciando l'#hashtg#BailaViniJr. Tra di esse Neymar, Thiago Silvia, Lucas Paquetà, Richarlison e Raphinha.
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Un messaggio importante è arrivato addirittura da Pelé: "Sebbene il razzismo esista ancora, non permetteremo che ci impedisca di continuare a sorridere. Continueremo a combattere il razzismo così: lottando per il nostro diritto alla felicità".
Non ci fanno una bella figura, #Mbappé e Galtier, che nella conferenza stampa di qualche giorno fa sono scoppiati a ridere alla domanda di un giornalista sul fatto se non sia meglio fare le trasferte in treno piuttosto che con jet privato, per ragioni ecologiche.
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Tutto è nato dal tweet del direttore di TGV, che si domandava se non fosse più sostenibile, visti i tempi, fare la trasferta a Nantes su un treno ad alta velocità (meno di 2 ore da Parigi) invece che in aereo.
Da qualche tempo, anche in Italia, si discute di abolire i jet privati, molto inquinanti e simbolo di un privilegio di classe abbastanza evidente. Un tema che denota come la sensibilità ambientale stia fortunatamente crescendo, nella nostra società.
"Mai nella mia vita mi sarei aspettato di parlare con il presidente Macron del mio futuro da calciatore, è qualcosa di assurdo. Mi ha detto che voleva che restassi in Francia, che non voleva che andassi via perché sono molto importante per il paese."
La rivelazione (anche se la voce era nell'aria da tempo) è stata fatta dall'attaccante del PSG al @nytimes, che proprio oggi, a poche ore da #PSGJuve, ha pubblicato un intervista all'attaccante francese.
Mbappé e Macron sono amici dal 2018, quando la Francia vinse i Mondiali e il Presidente, al suo primo mandato, incontrò giocatori e staff per premiarli.