Calenda 3: sbaglia tutto quello che si può sbagliare, è il parafulmine del #CazzaroDiRignano;
Renzi 8: il cialtrone è scaltro, manda al macello Calenda e si garantisce il seggio nella prossima legislatura, nonostante sia il politico più disprezzato d’Italia;
Letta 5,5: mediocre
Salvini 4: continua a confondere la bolla social con l’elettorato, piace perché fa ride, la Meloni ringrazia;
Berlusconi 7 di stima: non molla mai, e la Veronica (nel senso del gioco di prestigio calcistico) su TikTok merita l’empireo;
Conte 9: entra nell’immaginario dei delusi della sinistra grazie all’unica campagna comunicativa degna. Terrà il PD per le palle;
Di Maio 1: è finito come doveva, raggirato da quel potere che ha sfidato a mani nude;
Sinistra Italiana 5: subisce il PD, non investe sull’aspetto identitario e finisce bullizzata dal fratello maggiore. Come Vendola, ma dopo 10 anni.
Bonino 4: che je frega, tanto entrerà a Montecitorio lo stesso.
Meloni 9,5: dice tutto e il contrario di tutto, facendosi credere non si capisce come. Però lo fa.
Unione Popolare 7,5: coerente, raccoglie la parte migliore della sinistra collettiva, ma nel regno dell’apparenza è una na strategia che non paga;
Adinolfi/Di Stefano/Paragone/Rizzo/altri mostri 0: questo valgono, questo raccoglieranno
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La strategia del PD col M5S è un win/win o un errore mostruoso di valutazione? /1
/2 depurando il M5S da #DiMaio, il PD ha reso il M5S il partito di #Conte, ed è riuscito ad azzerare di botto tutto il portato di cialtroneria e arroganza cui non Grillini dovevano la loro crescita;
/3 Il M5S si è ridisegnato come un partito “istituzionale”, “di governo” e “progressista”, nonostante abbia votato i decreti sicurezza e non abbia fatto nulla per sistemare quei problemi (Ius scholæ su tutti) che sono un problema strutturale del paese;