Devo dire...ci sarà molto da discutere. Livello di coscienza dei temi e delle dinamiche molto molto bassa (altrimenti certi voti su certi partiti non si spiegano).
Poi ci terrei a fare una piccola chiosa personale sulle tante lamentele che ho sentito, un paio anche al seggio dove lavoravo, sulla divisione dei registri tra maschi e femmine.
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Un primo motivo è puramente di necessità statistica. Avere subito immediatamente la rilevazione di quanto quella tornata elettorale incida (con i temi che porta con sé) e nell'universo maschile e in quello femminile.
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Un secondo motivo è puramente pratico: dividere per cognome (a-m; n-z) non garantisce una equa riparazione tra i due registri e quindi un equo carico di lavoro per chi è lì al seggio ed una equa velocità (per quanto possibile) di scorrimento delle due file.
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Il nostro è un sistema ontologicamente fondato sulla Crisi.
Il "momento di crisi" è concettualmente sempre stato una categoria filosofica e logica: esso rappresenta il momento di scelta, di giudizio, imposto dalla necessità, sul percorso fatto e su quello da intraprendere.
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Il problema sorge quando, però, l'intero sistema è progettato per assecondare un certo tipo di "momenti di crisi", quasi a volersi periodicamente imporre la necessità di decidere circa alcune tappe di un percorso la cui meta rimane ancora umbratile, indefinita, non detta.
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Il maremoto del TTF (un momento di crisi certamente assecondato dalle stesse istituzioni UE che hanno deciso di regolamentare il funzionamento del mercato dell'energia in un certo modo) pare ora funzionale nel rafforzare il ruolo della moneta €uro.👇
Cc: @durezzadelviver 3/7
"la Ue si rivela mera proiezione dei rapporti di forza intergovernativi, anziché luogo di composizione dei rispettivi interessi in nome di una mitologica solidarietà intraeuropea." (Liturri - @LaVeritaWeb)
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Non lo scopriamo certo oggi.
E non ci possiamo aspettare neanche qualcosa di diverso: l'UE è un gigante di carta, farraginoso ed anchilosato. Non c'è stata mai un volta in cui il suo agire avesse avuto la parvenza della prontezza e risolutezza. Pensiamo ad esempio al PNRR...
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...il quale pretendeva d'essere una risposta alle necessità scaturite dalla crisi COVID, ma i cui effetti cominciamo a vederli solo oggi (alla faccia della prontezza).
La crisi del paradigma globalista ha messo in discussione il tema della "lontananza":
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Abbiamo un'inflazione perdurante ed alta; ed abbiamo un maremoto nei prezzi sul TTF (gas).
Due elementi che dovrebbero, già solo così, portare allo stralcio di PNRR e politiche economiche pensate anche solo qualche mese fa.
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Ma, come se realtà non esistesse, il prossimo esecutivo dovrà fare i conti con il #Def firmato Draghi e Franco.
Ottimo, come sempre, il pezzo di Liturri, che invito a leggere.
👇🎯 bit.ly/3csnEVl
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Si prevede una riduzione del deficit strutturale per il '23 "dal 5,9% al 4,5%. Una correzione “monstre” di 1,4 punti".
Un andamento improponibile, rebus sic stantibus, che però è pienamente in linea con i criteri del patto di stabilità.
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Il primo vede lo Stato come reificazione del potere della comunità nazionale.
Il secondo vede lo Stato come il potere.
Nel primo caso esso è "uno strumento per", nel secondo esso è il fine, lo status quo da mantenere.
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Nel primo caso lo Stato agisce in protezione della comunità nazionale, evitando che si disgreghi, che perda i suoi baluardi etici come lavoro, scuola, giustizia, sanità, famiglia; nel secondo agisce insidiando il calcagno, affinché si capisca cosa sia permesso fare e cosa no.
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Nel primo caso lo Stato si prodigherà per gestire una crisi senza precendenti tenendo fermo l'interesse nazionale; nel secondo vedrà la crisi come occasione per divellere gli ultimi argini atti a limitare la sua azione "creatrice"...
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Concetti come famiglia, nazione, sovranità, PATRIA, società...stanno vivendo da anni una continua opera di modellamento, di risemantizzazione: lasciare il lemma intatto, ma svuotarlo per poi empierlo nuovamente con significati diversi.
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Patria è uno stilema ideologico cogente. Con esso si richiama una costellazione di significati che si legano fra loro: cultura, tradizione, popolo, radici.
Patria vuol dire identità, radicamento. Radicamento vuol dire affondare, radicarsi, nella propria terra di origine.
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