Continuo vedere il #rider investito in pieno davanti a me ieri sera, all’incrocio tra viale Bodio e via Trivulzio, che sfonda il parabrezza dell’auto, rotola sul tetto con una postura surreale e dopo un volo di metri, schiantarsi rotolarsi anche sull’asfalto, per poi restare
immobile, la faccia a terra, il cappuccio della felpa che gli copriva la testa e quasi tutto il volto e la pozza di sangue che si allargava sotto il suo viso.
Una piccola folla accalcata che, dopo aver prontamente chiamato l’ambulanza (che sembra sempre troppo lenta)
comincia a dibattere sulla dinamica dell’incidente, dividendosi tra “viabilisti”, “periti assicurativi” e “soccorritori” preoccupati per le sorti dell’uomo a terra più che per i “danni a cose”.
Il conducente dell’auto ancora incredulo e in stato di shock dice di non averlo visto
Si dirà che il #rider è passato col rosso e non indossava il caschetto (il che è vero).
Il cliente di #UberEats avrà fatto la sua recensione ad una stella per non aver ricevuto il suo Big Mac.
L’algoritmo invierà al rider “fannullone” un avviso di disattivazione del suo account.
Degli effetti dello sfruttamento del lavoro,di algoritmi disumani,del cottimo che ti obbliga a correre e a rischiare,del caporalato e della rimozione di ogni minima tutela dei lavoratori, di multinazionali che fanno profitti evadendo le tasse,forse, si parlerà la prossima volta.
Ringrazio per la segnalazione del refuso odonomastico.
L’incrocio dove è avvenuto l’investimento del rider è tra viale Bezzi e via Trivulzio.
Per quel che può valere.
Devo scusarmi ancora.
Il rider non è morto.
Era in condizioni molto gravi, questo è certo.
Non volevo generare questo fraintendimento.
La gravità del fatto non cambia molto.
Sicuramente non cambia la gravità delle condizioni di lavoro che troppe persone subiscono quotidianamente.
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