Come sempre grazie ad @AsimmetrieOrg per essere quel coagulo fertile di idee quale è.
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La Corte ha dovuto decidere su quanto è stato operato ai confini (e oltre) di ciò che lo stesso perimetro ordinamentale statuiva:
- Qual è la ragion d'essere di una Corte Costituzionale?
- Quale libertà di giudizio può esercitare una volta che l'Ordinamento è sospeso?
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La raîson d'être d'una Corte Cost. insiste congiuntamente all'essere vivo ed operante da parte dell'Ordinamento cui è chiamata ad offrire salvaguardia.
Esistono però 3 momenti cruciali:
Quando l'Ordinamento è stabilimente operante;
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Quanto l'Ordinamento è sospeso o inattuato in alcuni sui profili;
Quando l'Ordinamento si frantuma, e viene del tutto meno il patto sociale (Rivoluzione se preferite).
I primi due momenti, anche se con gradazione differente, rappresentano un essere all'interno
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del costituito; il terzo momento, invece, il porsi fuori dallo "stante" (inteso come ciò che "sta", che rimane fermo all'interno del vivere associato).
Nel terzo momento siamo pienamente nel regno del Potere Costituente (quel potere che forgia il nuovo patto sociale).
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Nel primo siamo nel regno del Potere Costituito (il potere che gestisce ed amministra); nel secondo siamo sì nel regno del Costituito ma con alcuni frutti caratteristici del Costituente (è questo il tema, credo, dello stato d'eccezione analizzato da Mariano Croce).
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La Consulta, trovandosi ad operare nel secondo momento, ha dovuto decidere se produrre qualcosa di alternativo, salvando l'operato del precedente esecutivo, o rimanere aderente al dettato Cost.
Ma non esiste organo tecinico che non sia in qualche modo anche politico.
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La scelta fatta dai Giudici della Corte, è stata una scelta "politica", seguendo una scia eminentemente politica di navigazione oltre quello "stante" di cui sopra.
Ed arrivati fin qui, la domanda corretta che sarebbe da porsi è questa:👇
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Come fare per rendere il processo di salvaguardia dei valori della Carta, processo alla cui vetta certamente torreggia la Corte Costituzionale, non certo asetticamente tecnico (che vorrebbe dire a-politico) ma auspicabilmente più democratico?
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Dicembre è dietro l'angolo. E con lui il Santo Natale.
E come ogni anno ecco che riecheggiano di lontano i biasimi e le critiche da parte di coloro che si dicono attenti alle sensibilità di tutti per una festività radicalmente religiosa, pienamente Cristiana.
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Ecco che, come ogni anno, la Parola Natale da fastidio, risulta urticante e melensa, foriera di una postura superstiziosa che poco s'addice al tempo nostro, il tempo della Tecnica disillusa e della Verità scientifica (che poi sarebbe l'esistenza della Non-Verità).
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Ma come ogni anno tutte le posizioni che preferiscono empiersi le labbra con "Buone Feste" anziché "Buon Natale" risultano sempre un filo sconnesse, risibili e financo stucchevolmente superficiali.
Dire Natale non è qualcosa di sconcio, di irrispettoso verso la "x" minoranza.
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Il progetto di cancellazione del ceto medio è un lavoro fatto di "piccoli" aggiustamenti.
Ma tutto s'inserisce in un quadro culturale e filosofico di annichilimento della categoria di medietas (la medietà). 1/5
Una volta annichilita la categoria di "giusto mezzo", la qualità di ciò che rifugge gli estremi, l'evoluzione delle istanze sociali si troverà costretta all'interno di un percorso infecondo:
- ansietà generazionale (non esiste più l'età della maturità, e della stabilità...
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...lavorativa. Si transita dalla giovinezza alla vecchiaia nell'impossibilità di costruirsi una famiglia o nella frustrazione di non poter dare quello che la tua famiglia meriterebbe);
- dialettica pubblica sterile (il dibattito vive di emotività esacerbata, fatta di...
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Il degrado intellettuale che è a fondamento di questa 👇 postura politica è il vero Male nel sistema partitico italiano.
Un tendenza alla frammentazione del voto alimentata dall'alterigia e dalla frustrazione di quanti non riescono a pensare la politica come un compromesso. 1/4
Per tentare di costruire un cambiamento del sistema occorre che la forza che spinge per tale cambiamento sia strutturalmente inerziale. Non servono levate di scudi ogni tornata elettorale, ma contribuire a cementare questa buona pratica incrementale, mattone su mattone.
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Occorre ricartografare il modo di pensare il partito politico.
Se esso viene visto come un coagulo inamovibile ed immutabile di linee programmatiche, o, viceversa, se esso è pensato come bacino dialetticamente fertile dove le idee possono evolversi e maturare.
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Poi ci terrei a fare una piccola chiosa personale sulle tante lamentele che ho sentito, un paio anche al seggio dove lavoravo, sulla divisione dei registri tra maschi e femmine.
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Un primo motivo è puramente di necessità statistica. Avere subito immediatamente la rilevazione di quanto quella tornata elettorale incida (con i temi che porta con sé) e nell'universo maschile e in quello femminile.
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Un secondo motivo è puramente pratico: dividere per cognome (a-m; n-z) non garantisce una equa riparazione tra i due registri e quindi un equo carico di lavoro per chi è lì al seggio ed una equa velocità (per quanto possibile) di scorrimento delle due file.
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Il nostro è un sistema ontologicamente fondato sulla Crisi.
Il "momento di crisi" è concettualmente sempre stato una categoria filosofica e logica: esso rappresenta il momento di scelta, di giudizio, imposto dalla necessità, sul percorso fatto e su quello da intraprendere.
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Il problema sorge quando, però, l'intero sistema è progettato per assecondare un certo tipo di "momenti di crisi", quasi a volersi periodicamente imporre la necessità di decidere circa alcune tappe di un percorso la cui meta rimane ancora umbratile, indefinita, non detta.
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Il maremoto del TTF (un momento di crisi certamente assecondato dalle stesse istituzioni UE che hanno deciso di regolamentare il funzionamento del mercato dell'energia in un certo modo) pare ora funzionale nel rafforzare il ruolo della moneta €uro.👇
Cc: @durezzadelviver 3/7