A #Sarajevo la chiamano the snipers'road, la strada dei cecchini. La si deve percorrere per raggiungere l'ospedale, lo stesso dove vengono portate, il più delle volte inutilmente, le loro vittime.
L'ultimo arrivato è un bambino biondo, centrato in piena fronte da una pallottola.
Il sangue non cola più, impregna i capelli, ormai coagulati e quasi congelato per il gran freddo. Stava giocando sulla neve, a meno di un chilometro dall'ospedale,risaliva un piccolo dosso trascinandosi dietro una tavola di legno e poi giù, strillando di allegria su quella slitta
improvvisata.
Un colpo, e il bambino è morto. [...]
C'è qualcosa, nella guerra del cecchino, che fa più orrore delle bombe.
Attraverso il binocolo del fucile, il bambino biondo lo si può vedere grande grande, come se fosse lì accanto. Lo si può vedere giocare, fare smorfie nel
rotolarsi sulla neve fresca.
È lui il nemico, anche se la sua sola arma è quel pezzo di legno che usa come slitta. Il binocolo non inquadra eserciti minacciosi che avanzano, solo la faccia di un bambino come fosse in fototessera. Non lo sa, il nemico, di essere osservato, non sa
che la sua fronte lentamente si muove fino a occupare il centro della croce del binocolo del cecchino.
E forse sorride, mentre viene premuto il grilletto. [...]
Un cecchino di Sarajevo si lascia intervistare in una stanza quasi buia. Mi sembra incredibile: è una donna. Una donna
che spara a un bambino di sei anni? Perché?
"Tra vent'anni ne avrebbe avuti ventisei", è la risposta che l'interprete traduce.
Il freddo diventa intenso, fa freddo dentro. L'intervista finisce lì, non c'è altra domanda possibile.
Il 27 ottobre 1997 il governo italiano ha approvato la legge n. 374 che impedisce la produzione e il commercio di mine antiuomo.
Ma nel mondo ci sono 110milioni di ordigni disseminati in 67 pesi che continueranno a ferire, mutilare uccidere. #Guerra#bambini
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#16giugno 1975
#JolandaPaladino vittima della violenza #fascista
#Commemorazioni
"Era il 17 giugno 1975, una data storica e memorabile per la città di Napoli per la vittoria elettorale del PCI alle amministrative di quell’anno e perché era la prima volta sempreperlaverita.it/iolanda-pallad…
nella storia della città dell’elezione di un Sindaco comunista.
Quella sera in città si respirava un’aria frizzantina e faceva molto caldo.Iolanda esce di casa alla ricerca di una cabina telefonica perché aveva necessità di parlare con il fidanzato. Il quartiere in cui viveva era
interessato però da un guasto alla rete telefonica e così Iolanda decise di raggiungere il fidanzato con la sua 500 a Piazza Carlo III al Cinema 2000. Parlò col fidanzato e dopo un po’ salì in auto per rientrare a casa e, nonostante l’insistenza del fidanzato per riaccompagnarla,
"Lei è Sissy Trovato Mazza, l'agente penitenziaria uccisa nell'ospedale di Venezia, nel 2016, mentre svolgeva il proprio lavoro, da un colpo di pistola partito dalla sua Beretta d'ordinanza.
Ventiquattro mesi prima di quel giorno Sissy aveva ingaggiato una battaglia contro le
ingiustizie nel carcere femminile della Giudecca, dove lavorava. Il traffico di droga, gli abusi e i soprusi del personale sulle detenute, le anomalie del sistema: su ognuna di queste cose Sissy aveva cominciato a raccogliere segnalazioni. Allo stesso tempo, però, collezionava
altrettanti procedimenti disciplinari a suo carico e si faceva dei nemici. Non tanti, ma vendicativi.
Chi ha esploso quel proiettile sulla nuca di Sissy non lo sappiamo (ancora). Sissy ha pagato l'arroganza dei 26 anni, quella per cui ti convinci che se le cose non funzionano è
"Mi chiamavo Giannina Pezzoli.
Aurora, mia figlia, aveva 4 anni.
Suo padre l'ha uccisa colpendola con una chiave inglese.
Con la stessa chiave prima aveva ucciso me.
Poi ci ha murate nel sottoscala di casa, dove siamo
rimaste per 3 anni.
L'assassino era mio marito: Giovanni Bergamaschi.
Impiegato di banca. Uomo "perbene".
Così dicevano.
Era il 1981 e tanto bastava per non cercare tre donne scomparse nel nulla.
Nel 1978 aveva già ucciso mia madre, Annunciata.
Una lite. Una chiave inglese. Un
bosco.
E poi il mare, dove io e Aurora lo aspettavamo.
Tre anni dopo ha colpito ancora.
Nel sonno.
Un colpo alla testa per me. Tre per Aurora.
Silenzioso. Vigliacco.
Poi ha costruito un muro.
Fisico, nel sottoscala.
E invisibile: fatto di bugie, cartoline e menzogne.
Quella sera a Sezze Romano. Quella sera del 28 maggio 1976. Un venerdì nero. Sezze è un piccolo centro di provincia, arroccato sui monti attorno a Latina. Ventimila anime. Una lunga tradizione antifascista: la "Stalingrado dei Lepini".
Siamo in
piena campagna elettorale per le politiche del 21 giugno. Piazza IV Novembre. Sono passate da poco le 20. Il comizio del deputato del MSI, Sandro Saccucci, è appena cominciato. La piazza rumoreggia. Ribolle. Bordate di fischi.
Saccucci urla: «Se non mi volete ascoltare con le
buone, mi ascolterete con questa!», e brandisce una pistola. Pochi istanti dopo, il camerata Saccucci spara in aria.
Non era mai accaduto nella storia dell'Italia repubblicana che un parlamentare sparasse durante un comizio elettorale. Ma Saccucci si sente coperto dall'immunità
#PepeMujica 💔
#14Maggio
"I poveri dell'Africa Subsahariana che fanno chilometri per trovare dell'acqua non sono i poveri dell'Africa. Sono i poveri della nostra umanità. Siamo tutti responsabili. Poi, ci sono persone di 90 anni che hanno milioni di milioni e continuano ad
accumulare denaro. E non abbiamo nemmeno il coraggio di tassarli e dirgli "BASTA!" È incredibile. Questi sono i problemi del mondo, di un mondo che non ha una governance. Se non siamo capaci di stabilire degli obiettivi, di occuparci dei problemi del mondo e di affrontarli,
rendendoli la nostra ragione di vita, mettiamo in pericolo la nostra stessa vita.
La fase del capitalismo che stiamo vivendo, ha portato il progresso. Probabilmente, ha aumentato l'aspettativa di vita di 40 anni. Ma, allo stesso tempo ci ha rovinato la vita, ci ha rubato il
La #Strage di #Lipa
#Jugoslavia
#Foibe
Molti degli infobaiati italiani non furono per mano partigiana ma per mano tedesca e fascista.
Le stragi dimenticate: nessun oblio, nessuna pacifica zione.
"La strage di Lipa è tra le più crudeli compiute dai nazifascisti nell’Italia di
allora, senza dubbio equiparabile ai massacri di Monte Sole in Emilia, di Sant’Anna di Stazzema in Toscana, o delle romane Fosse Ardeatine; eppure mai un’autorità pubblica italiana ha inteso ricordarla. Cancellata. Polvere tra le pieghe della storia...
... Domenica 30 aprile
1944, ottant’anni fa, in questo villaggio si compì uno dei drammi meno avvicinabili e avvicinati della storia criminale dell’ultimo conflitto mondiale: 287 civili inermi, quasi solamente donne, vecchi e bambini, tutti cittadini italiani, furono passati per le armi o arsi vivi in