Molti sono convinti che il 41bis sia una misura di estrema durezza riservata a chi si è reso responsabile di crimini particolarmente efferati.
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Non è così, la gravità del crimine si misura in anni di condanna e non in trattamenti carcerari più o meno duri. Il 41bis nasce per impedire a chi è in prigione di comunicare con chi sta fuori. La cattiveria del detenuto e i reati di cui si è macchiato non c'entrano nulla.
2/10
Adesso, dice oggi il presidente dell'Anm Santalucia al Corriere della Sera, gli «attacchi» (...) che si stanno registrando in tutta l'Europa nelle ultime settimane giocherebbero contro Alfredo Cospito perché dimostrano la sua leadership all'interno del mondo anarchico.
3/10
Non conta niente che un pacco di sentenze degli ultimi anni abbiano chiarito che parlare di reati associativi in relazione agli anarchici è fantascienza giudiziaria.
4/10
Non conta niente che lo stesso Cospito abbia detto in aula che è assurdo considerarlo «il capo di tutte le cose anarchiche che succedono nel mondo».
5/10
Non conta niente che - razionale o assurda che sia - la posizione degli anarchici è esplicitamente contro ogni forma di gerarchia, di burocrazia, di affiliazione così come comunemente intese quando parliamo di organizzazioni politiche.
6/10
Gli anarchici non si riuniscono in strutture organizzate: all'interno del movimento c'è dibattito su questo, ma la cosiddetta Federazione Anarchica Informale, lo dice il nome, fa della mancanza di legami formali il suo tratto distintivo.
7/10
I giornali, per il resto, al netto di qualche presa di posizione umanitaria in favore di un detenuto che sta morendo di fame, si stanno distinguendo ancora una volta per l'ottusa dose di giustizialismo delle loro cronache.
8/10
Si prendono per buone a prescindere le tesi degli investigatori, ignorando quelle degli avvocati difensori e pure le sentenze.
9/10
Ah, comunque è del tutto evidente che se Cospito dovesse morire il livello dello scontro si alzerebbe. Non occorre essere Nostradamus per fare una previsione del genere. E viene da pensare che qualcuno stia proprio cercando questo tipo di scenario.
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E pensare che noi, qui in Italia, dovremmo sapere bene cosa sia la Nato.
È roba che si trova comunemente nei manuali scolastici, non teoria del complotto.
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D'altra parte è un fatto che tutto questo straparlare di terrapiattismo e questo dare credito a noti mattacchioni hanno quasi fatto dimenticare che nel nostro paese qualche congiura vera e propria pure ci sarebbe stata non troppo tempo fa.
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Un mese prima dell'invasione russa dell'Ucraina, Repubbica dava conto di alcuni sviluppi dell'ultima inchiesta sulla strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti e 102 feriti). Ecco, pare che l'esplosivo venisse dalla base Nato di Verona.
Oggi pomeriggio avevo poco da fare e mi sono andato a leggere con attenzione vari articoli sulla campagna elettorale per le presidenziali ucraine del 2019. Ho imparato molte cose.
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- Si erano candidati in 44, i comunisti erano già fuorilegge e i sondaggi di opinione dicevano che almeno il 40% degli ucraini non si potevano considerare ostili alle politiche di Putin e della Russia.
2/9
- Zelensky veniva considerato un candidato non ostile alla Russia. Anzi.
3/9
Chiunque abbia vissuto più di mezz'ora sul pianeta Terra ha capito che dietro gli attacchi all'Anpi ci sono questioni politiche che, ovviamente, nulla hanno a che fare con un comunicato stampa o con un disegno come quello qui sotto.
1/9
Da qualche tempo a questa parte l'Anpi è più indipendente da un certo partito, ha aumentato il numero dei propri iscritti e prende posizioni autonome.
2/9
Così la narrazione è passata da "quei simpatici vecchietti" a "quegli stronzi che manco hanno fatto la Resistenza". Chi dice queste cose in buona fede, di solito, non ha sprecato nemmeno un minuto della sua vita a cercare di capire cosa sia l'Anpi e cosa faccia.
3/9
Jean-Luc Mélenchon è un politico navigato e un commediante – l'ho visto strappare applausi soltanto muovendo le rughe della fronte –, ha un passato socialista ambiguo e uscì dal partito per quella che tutto sommato fu una questione personale con l'allora leader Royal.
1/13
Jean-Luc Mélenchon è anche a capo di una formazione di sinistra (in Italia, senza fantasia, direbbero «estrema sinistra») che ieri è arrivata a un punto e poco più dalla sponsorizzatissima Marine Le Pen.
2/13
Le Monde oggi titola che la sconfitta di Mélenchon «sta assumendo le sembianze di una vittoria». A conti fatti, a mancare sono stati i voti del Partito Comunista (2.3%) e del Partito Socialista (1.7%) - Nota: i comunisti non prendevano più voti dei socialisti dal 1969.
Marco Minniti si è dimesso dalla Camera. Lavorerà con una fondazione legata a Leonardo e, sostanzialmente, si occuperà di vendere armi italiane in Medio Oriente.
1/9
Nel febbraio del 2018, quando era ministro dell'interno, Minniti si oppose in maniera veemente alla manifestazione antifascista di Macerata, convocata in seguito all'attentato di Luca Traini,
2/9
il leghista che passò una mattinata a prendere a pistolettate gli africani per strada e che trovò anche il tempo per sparare un colpo contro la sede locale del PD - che ufficialmente non scese in piazza, anche se molti militanti lo fecero lo stesso.
3/9
ASPETTANDO I BARBARI
Dicevamo, le elezioni regionali le vincerà la destra. E non tanto per meriti propri, quanto per palesi demeriti di quegli altri. Abituiamoci all'idea, va bene, però vale comunque la pena ricordare cosa sia la destra, nelle Marche e non solo.
1/19
La destra è quello schieramento che ha firmato l'anno peggiore del doposisma, il 2018, quando ha piazzato al commissariato alla ricostruzione l'amletico grillino Piero Farabollini e lo ha circondato con tecnici e funzionari in quota Lega.
2/19
La destra è Salvini che viene nelle Marche con la felpa con scritto VISSO, si fa una foto con nonna Peppina a Fiastra e poi va via e si dimentica tutto.