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Feb 13 24 tweets 6 min read
Merita attenzione la questione di #Instagram sul palco di #sanremo23. E' stata una innocente deboomerizzazione di Amadeus o una operazione commerciale ben pianificata (e chissà magari anche remunerata?). Vediamo:
Quello che è accaduto è noto a tutti: #ChiaraFerragni lancia l'idea di creare il profilo Instagram ufficiale di Amadeus (che fino a quel momento aveva un account condiviso con la moglie). Perfetto storytelling: la giovane insegna all'anziano ad usare i social.
#ChiaraFerragni dunque crea l'account IG amadeusonoio (quasi immediatamente arriva anche la spunta blu di verifica) che inizia, come è ovvio, a crescere fino agli attuali 1.8 ml di follower.
Durante il festival, sul palco si sono susseguiti aggiornamenti sulla crescita dell'account, dirette ed interventi dalla piattaforma social (come la chiamata in a Fiorello durante la finale) e due momenti meme, sempre rigorosamente selezionati da Instagram.
Ora tutto questo potrebbe racchiudersi all'interno di un innocente siparietto, la classica storia di una generazione che scopre ed impara gli strumenti di quella nuova, se non fosse che i protagonisti sono Amadeus, Ferragni, Rai e Sanremo e che i social sono aziende private.
In particolare, Instagram. Perché non si è parlato genericamente di canali social ma ci si è concentrati su una piattaforma specifica (instagram) e qualcuno ha cominciato a sollevare qualche dubbio:
E' davvero possibile che la Rai non si sia posta nessun problema nel dare ampio risalto pubblicitario ad un servizio offerto da una azienda privata (Meta) completamente al di fuori degli spazi pubblicitari previsti ed in deroga alle modalità di fruizione di tali spazi?
Quindi forse ci devono essere stati degli accordi commerciali tra Meta (Instagram) e la Rai. A questa domanda, posta da @AndreaParre87, Amadeus si è fatto da parte dicendo che lui di social non ci capisce nulla, mentre il direttore Coletta ha risposto che no, non c'erano accordi.
Tutto viene ricondotto ad una iniziativa personale di Ferragni che, da brava influencer, offre le sue competenze per aiutare il vecchio conduttore ad aprirsi al mondo di Instagram. Tuttavia parliamo di milioni di follower e migliaia di interazioni. Tutto gratis?
Vediamo chi può averci guadagnato. Di certo Amadeus, che ora ha nelle sue disponibilità un profilo di indubbio valore economico, promosso e sponsorizzato gratuitamente sul palco di un evento prodotto da una azienda pubblica. Ma ok, pazienza, ci può anche stare.
Ci ha guadagnato la Rai? In termini diretti no, l'ha escluso Coletta. Indirettamente forse si, considerando che quelle interazioni hanno riguardato comunque un evento prodotto dall'azienda.
Ci ha guadagnato però sicuramente Meta: durante uno dei più grandi eventi televisivi italiani, è stato citato ripetutamente (ed esclusivamente) un suo prodotto. Ma non solo:
E' stato lanciato un messaggio indirizzato ad un pubblico specifico: quelli, soprattutto di una certa età, che ancora non usano la Instagram. A loro è stato suggerito che potrebbero iniziare a farlo, e Amadeus è stato il testimonial perfetto di questo messaggio.
Una tale campagna pubblicitaria assume un certo rilievo in un contesto in cui i social Meta sono in sofferenza, anche a causa di nuovi competitor (in primis TikTok, con cui la Rai aveva in effetti un accordo commerciale per Sanremo ma che non ha goduto della stessa esposizione).
La questione dunque non è più così banale come è stata raccontata. Meta, azienda privata, si è ritrovata (casualmente?) ad avere pubblicità mirata di un suo prodotto, ripetutamente e gratuitamente, In spazi e con modalità non accessibili agli altri sponsor (paganti).
Chi ha avuto l'iniziativa? Amadeus dice di non saperne niente, Coletta dice che la Rai non è coinvolta. Resta la Ferragni e letta in questa ottica, la narrazione cambia:
Non è più una giovane che insegna all'anziano come usare i social, ma una influencer professionista che utilizza uno spazio (pubblico) per sponsorizzare un servizio privato. Sarebbe il suo lavoro, per carità, ma in questo caso condotto in barba ad ogni regolamentazione.
Credo che già questo meriti un approfondimento. Qualcuno ha messo in luce la faccenda: @_DAGOSPIA_ , @fanpage, @AndreaParre87 e @stanzaselvaggia (e forse anche altri). Il resto della stampa ha preferito concentrarsi sul baci, litigi e poco più.
Ma c'è dell'altro:
Davvero vogliamo che si normalizzi il messaggio per cui non essere presenti su Instagram (o altri social) "non va bene"? Davvero vogliamo accettare di vedere chiunque con un telefono in mano, anche i presentatori su un palco di un grande evento?
Davvero vogliamo far passare il concetto secondo cui social (un prodotto privato) siano l'estensione naturale ed imprescindibile delle nostre esistenze (tanto da andare in deroga a qualsiasi norma e regolamentazione)?
Sul palco dell'Ariston a #Sanremo2023 questo è stato detto e fatto (in buona o mala fede).
E forse su questo, più che su altro, potremmo e dovremmo riflettere.
(Aggiungo che ne ha parlato anche @Pier_Luigi_Pisa su Repubblica)
E segnalo anche l'articolo di @lasoncini su @Linkiesta
E anche @ciddicci ne ha parlato su @qnazionale di oggi

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