A costo di fare la figura del guastafeste, qualche osservazione a caldo sul successo di @ellyesse e sulle sfide che dovrà affrontare. 1/n
Oggi, giustamente, la sinistra festeggia, ma io inviterei alla cautela. Questo successo è frutto di un meccanismo di scelta del leader del partito macchinoso e politicamente criticabile. Pensato per controbilanciare il peso degli iscritti con i "gazebo". 2/n
L'assunto tacito era che la mobilitazione dell'opione pubblica "liberale" fosse necessaria per reprimere gli istinti socialisteggianti dell'apparato. Una visione figlia del progressismo della Terza Via, ma che oggi è fuori dalla storia. 3/n
Nel nostro paese si fa spesso riferimento al Labour, il più delle volte in modo strumentale. Ebbene, se c'è una lezione che il #PD dovrebbe imparare dal partito britannico, è che un meccanismo che contrappone "iscritti" e "opinione pubblica" è destabilizzante. 4/n
Quando le due componenti non sono più allineate, ciò che accade non è che l'opinione pubblica "illuminata" prende la guida pungolando l'apparato conservatore. Invece si apre un solco, e si innesca una dinamica conflittuale potenzialmente distruttiva. 5/n
Quindi una sfida che @ellyesse dovrà affrontare è quella del partito. Riunirlo, ma non come si riuniscono i "signori della guerra" di un paese dilaniato da una guerra civile per concludere una tregua. Vanno rimesse insieme la testa e il cuore, l'apparato e gli elettori. 6/n
Vincere questa sfida non sarà facile. @ellyesse dovrà guardarsi dagli avversari esterni e interni. Molti dei quali in queste ore stanno pensando a come metterla in difficoltà. Un anticipo l'abbiamo già visto in alcuni commenti di oggi. 7/n
Una parte consistente della stampa italiana dedica da anni uno spazio sproporzionato alle opinioni di un gruppo di giornalisti e politici che difende contro ogni evidenza la prospettiva della Terza Via che ormai è stata superata ovunque. 8/n
Persino nel Regno Unito, dove il Keir Starmer che oggi piace tanto ai "liberali" italiani non ritorna alla Terza Via, ma cerca direttamente di attirare gli elettori di destra, puntando sui temi di una cultura conservatrice di cui accetta l'egemonia: law & order and all that. 9/n
Questo ci porta alla seconda sfida per @ellyesse. Uno dei peccati originali del #PD, figlio di una concezione neoliberale della politica, è quello di pensare che l'elaborazione delle policies e l'aggioramento dei principi si possano dare in outsourcing. 10/n
La cultura politica come il catering. Da affidare a soggetti o individui che offrono i propri servizi a buon mercato. Questo ha reso la sinistra sempre più subalterna a interessi privati, che di frequente non vengono allo scoperto, e sempre più estranea ai propri valori 11/n
Per fare politica a sinistra in modo efficace ci vuole una infrastruttura intellettuale stabile, autonoma dalla segreteria politica, ma fedele alla vocazione di un partito che dovrebbe avere l'eguale rispetto nella propria bandiera. 12/n
Per me il tema nel #PD non è il leader ma l'identità, e le politiche che la esprimono. La competizione tra @sbonaccini e @ellyesse non scioglierà questo nodo. Sono entrambe persone che sanno far politica, e hanno mostrato una certa duttilità (una virtù, se governata da principi).
Allo stato attuale, chiunque vinca, il problema del nodo da sciogliere è rimandato. Al netto di qualche sfumatura, non credo si possa affermare che i due candidati incarnino una "destra" e una "sinistra". Saranno le azioni di chi viene eletto, a dare indicazioni in questo senso.
Certo, è un dato che la destra del #PD sembra orientata a sostenere @sbonaccini e la sinistra a sostenere @ellyesse, ma non ne farei una questione dirimente. Chiunque vinca, il partito sarà probabilmente retto in modo consensuale.
Ma il neoliberalismo non esiste. In realtà gli storici individuano la preistoria del neoliberalismo come movimento di pensiero che intende rinnovare il liberalismo, ma senza tornare al "liberalismo sociale" interventista, agli anni Trenta. 1/
Nella letteratura si fa riferimento come passaggi cruciali al Colloque Walter Lippman (1938) e alla fondazione della Mont Pelerin Society (1947). Qui c'è una ricostruzione accessibile: tandfonline.com/doi/full/10.10… /2
Nel 1951, in un breve scritto, Milton Friedman ne delinea il profilo ideologico. Qui si può leggere il testo originale: miltonfriedman.hoover.org/internal/media… /3
"Non ci può essere democrazia senza proprietà e mercato. Proprietà e mercato vogliono dire capitalismo. Ma il capitalismo contrasta con la democrazia". Questo, in estrema sintesi, il problema posto da Michele Salvati in suo libro di qualche anno fa: mulino.it/isbn/978881513… . /1
Questo è anche il problema cui deve dare una risposta la sinistra riformista, quella cioè che accetta la proprietà privata, il mercato e il metodo democratico, ma vuole difendere l'eguaglianza. /2
Ovviamente una discussione seria di questo problema e della sua possibile soluzione non può prescindere da una descrizione realistica dei fenomeni cui si allude usando i termini impiegati nella formulazione del problema stesso. /3
Sono colpito dal fatto che nel dibattito sul futuro del #PD di tanto in tanto venga evocato lo spettro di Corbyn. Nella maggior parte dei casi non dalla sinistra, ma dai "riformisti". /1
Eppure Corbyn è un fenomeno quintessenzialmente britannico, l'equivalente in politica di HP Sauce. Le sue radici sono nel radicalismo democratico di Tony Benn, più Levellers che Marx. Lontano anni luce dalla cultura del PCI o di qualunque altra cosa della sinistra italiana. /2
Quando ne scrissi per @rivistailmulino nel 2015: rivisteweb.it/doi/10.1402/81… lo feci non per indicare un modello alla sinistra italiana, ma per segnalare un tema: la Terza Via stava entrando in crisi. Nel paese dove era nata. /3
Interessante rileggere dopo tanti anni il saggio su "Liberalismo vecchio e nuovo" incluso in questo notissimo libro pubblicato per la prima volta nel 1981.
Bobbio commenta la rinascita dell'interesse per il liberalismo nella sinistra italiana, prendendo spunto dalla ripubblicazione del saggio sulla libertà di John Stuart Mill curato da Giulio Giorello e Marco Mondadori per @ilSaggiatoreEd. Un libro che fece scandalo.
Bobbio invece se ne compiace, guarda con favore alla riscoperta del liberalismo inteso come difesa della libertà dalle interferenze. Dice che è una cosa buona che la sinistra accetti questo contributo del pensiero liberale e lo faccia proprio.