Vedere al voto per @ellyesse tanti elettori del #M5S fa venire dubbi? Capisco, ma non parliamo di agenti infiltrati bensì di ex elettori del @pdnetwork che provano a cambiarne la linea per tornarci. E riescono grazie al fatto che sia l’unico partito scalabile, come dimostrò… 1/
… proprio @matteorenzi: anche allora, “estranei che si prendono il partito”. Può essere discutibile (ed è discussa) ma questa è l’unicità del @pdnetwork rispetto a tutti gli altri. È stato pensato così, ed è il motivo per cui non sparisce quando un leader cade o se ne va.
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E se è successo già due volte potrà succedere ancora, magari di nuovo a parti invertite, con nuovi incomers. Questo dà l’idea del potenziale di un grande partito aperto e contendibile: avrà alterne fortune elettorali ma una centralità costante nella vita del proprio Paese
3/fine
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Le dimensioni del voto per @EllySchlein si spiegano come un momento collettivo di liberazione. Di emancipazione. Di evasione. Del quale @stefanobonaccini è finito vittima incolpevole. Liberazione da cosa? Dalla responsabilità di anni passati da elettori d’un partito di governo 1/
Il @pdnetwork per 15 anni ha interpretato la vocazione maggioritaria (anche) come l’obbligo di rivolgersi a tutti, cercando posizioni mediane o almeno largamente accettabili sui temi più controversi. Una funzione di equilibrio che, per me, è stata spesso utile al Paese 2/
Su questa via pur rimanendo centrale il @pdnetwork s’è logorato. Il suo tratto più forte, l’europeismo, è stato essenziale all’Italia ma insufficiente. Finché, il 25 settembre, la fatica di parlare a tutti è improvvisamente risultata inutile. Un sacrificio senza più ricompensa 3/