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PILLOLE DI STORIA SARDA
#pilloledistoriasarda
LE DONNE IN MAGISTRATURA.
L’ingresso delle donne in Magistratura, ha una data ben precisa: Il 9 febbraio 1963, ben quindici anni dopo l'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, e 16 concorsi per uditore
giudiziario, con un totale di 3127 vincitori, dai quali le donne erano state escluse, in virtù dell'articolo 7 della legge 1176 del 1919, nel quale in una sua parte escludeva le donne da tutti gli uffici pubblici che implicavano l'esercizio di diritti e di potestà politiche.
Già la Corte costituzionale nella sua pronuncia n. 33 del 1960, aveva dichiarato illegittima quella parte dell’articolo 7. Il Parlamento si mosse soprattutto a seguito della proposta fatta nell’agosto del 1960 da un gruppo di deputate democristiane, guidate
da Maria Giulia Cocco (tenete a mente questo nome, ne riparleremo qualche riga più avanti), che era anche presidente del Centro italiano femminile-CIF, e composto da Maria de Unterrichter Jervolino e dalla ex costituente Angela Gotelli, che chiedeva l’abrogazione della intera
legge del 1919. La proposta venne approvata con la legge 9 febbraio 1963 n. 66 che sancì l’ammissione delle donne ai pubblici uffici ed alle libere professioni. La legge era composta di soli due articoli: “Art. 1. La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi
pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge. L’arruolamento della donna nelle forze armate e nei corpi speciali è regolato da leggi particolari.
Art. 2. La legge 17 luglio 1919, n. 1176, il successivo regolamento approvato con regio decreto 4 gennaio 1920, n. 39 ed ogni altra disposizione incompatibile con la presente legge sono abrogati”. Il primo concorso aperto alla partecipazione delle donne fu bandito il successivo
3 maggio 1963 e fu vinto da 8 donne, che entrarono in servizio il 5 aprile 1965: Letizia De Martino, napoletana, la prima donna giudice d’Italia, Ada Lepore, Maria Gabriella Luccioli, Graziana Calcagno Pini, Raffaella D’Antonio, Annunziata Izzo, Giulia De Marco, Emilia Capelli.
Ora voi vi chiederete giustamente: perché un argomento del genere trattato con Pillole di Storia Sarda? Semplicemente sia per ricordare che la prima donna Magistrato a prendere Servizio in Sardegna , precisamente a Cagliari, il 27 Febbraio 1971, ben otto anni dopo l’approvazione
della legge, fu Maria Rosaria Marinelli di Sassari, e sia, anche e soprattutto, per ricordare che l’artefice di questo importante passo dell’emancipazione femminile è un’altra grande donna sarda, Maria Giulia Cocco, originaria di Domusnovas, laureata in lettere, insegnante,
rappresentante della Sardegna per i CIF (Centri Italiani Femminili) poi deputata nelle file della Democrazia Cristiana per 4 legislature consecutive, dal 1958 al 1976, ricoprendo anche l'incarico di Sottosegretario alla Sanità, nel secondo governo Leone e alla Pubblica Istruzione
nel secondo governo di Andreotti. Nel 1961 grazie a un suo emendamento, le donne cominciarono a entrare nelle aule dei tribunali nei ruoli di cancelliere e segretarie giudiziarie. Allora la Cocco dovette confrontarsi con stereotipi come l'assurdità di vedere una donna in
pantaloni montare a cavallo e inerpicarsi in montagna per constatare un crimine. L'emendamento fu approvato e la strada per la magistratura aperta. Ma non finisce qui, II 28 novembre 1962 la proposta di abrogazione - scritta da Maria Giulia Cocco - della legge 1176 del 1919,
legge che all'articolo 7 recitava: «Le donne sono ammesse "a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti i pubblici impieghi" TRANNE per quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionali, o l'esercizio dei diritti o potestà politiche, o che
attengono alla difesa militare dello Stato», approda alla Commissione Affari costituzionali ed è approvata (con qualche modifica) dopo una discussione di poco più di un'ora. Per superare il successivo scoglio al Senato la stessa Maria Giulia Cocco andò personalmente ad
incontrare il ministro Medici, che in Commissione aveva espresso non poche riserve. Lei si presentò all’incontro a capo di una delegazione di donne, e non usò mezzi termini: la legge passerà comunque, con o senza il suo sostegno. II 6 marzo 1963 la proposta di Maria è legge:
le donne hanno accesso alla magistratura. Maria Giulia Cocco continuò a combattere per i diritti delle donne sino alla fine dei suoi anni. Muore a Cagliari all'età di novantasei anni il 16 gennaio 2013. Nessuno ha mai regalato niente alle donne, soprattutto per quanto riguarda il
riconoscimento dei propri diritti, se li sono conquistati direttamente loro, combattendo grandi battaglie ,a denti stretti, dentro e fuori le istituzioni. Fa piacere ricordare queste Donne, il fatto che poi alcune di esse siano sarde mi riempie di orgoglio.
«Perché non individuiamo i valori portanti dell'umanità? Allora non ci saranno più contrapposizioni tra uomini e donne».
Dall’intervento di Maria Giulia Cocco, novembre 1990, al Convegno Internazionale sulla Condizione Delle Donne in Europa presso il Parlamento.
FONTI:
Documentazione varia;
donnemagistrato.it

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