Un #terremoto di magnitudo 4.4 è avvenuto alle ore 16:05 nei pressi di Umbertide, nel nord dell'#Umbria. La scossa si è verificata ad una profondità di 10 km è stata chiaramente avvertita in gran parte della regione, nel sud-est della Toscana e in alcune zone delle Marche.
La scossa è stata preceduta da un piccolo e debole sciame sismico che da ieri notte sta interessando l'area di Città di Castello, una città che si trova 15-18 chilometri più a nord. Esclusa quella delle 16:05, tutte le scosse sono state strumentali (M ≤ 2.0).
Sia lo sciame precedente che il terremoto di questo pomeriggio potrebbero essere avvenuti sul medesimo sistema di faglie che borda l'Aretino, la Val Tiberina e la Valle Umbra. Si tratta però di un'area geologicamente complessa in cui è presente l'interazione tra diverse faglie.
L'area interessata ricade in una fascia di pericolosità sismica medio-alta. Per quanto ne sappiamo, storicamente i terremoti più intensi che hanno interessato la Val Tiberina sono quelli del 1352 (Mw 6.3), 1389 (Mw 6.0), 1458 (Mw 5.8), 1789 (Mw 5.8), 1917 (Mw 5.9) e 1984 (Mw 5.6)
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L'11 marzo di 354 anni fa stava per avere inizio la più grande ed importante eruzione laterale mai avvenuta sull'#Etna in epoca storica. Si trattò di un evento quasi spartiacque dal punto di vista vulcanologico e culturale per la regione etnea. 🧵 1/10
L'eruzione fu preceduta da una corposa ed intensa sequenza sismica che interessò le pendici del vulcano sin dal mese di febbraio. Tale sequenza raggiunse il culmine nella notte tra il 10 e l'11 marzo, ovvero poche ore prima dell'inizio dell'eruzione. 2/10
Alle ore 16:30 dello stesso giorno, ben cinque fratture eruttive differenti iniziarono ad aprirsi tra i 950 e i 700 metri di quota sul fianco meridionale del vulcano. Tra di esse, la più importante ed attiva è stata quella localizzata alle porte della città di Nicolosi. 3/10
Esattamente un anno fa nelle Regno di #Tonga si stava verificando la più violenta eruzione vulcanica mai avvenuta sul nostro pianeta dal 1883. Da allora sono stati effettuati centinaia di studi che hanno in parte rivoluzionato l'intera vulcanologia. Ecco un (lungo) riassunto! 🧵
𝟭. 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗻𝗻𝗮 𝗘𝗿𝘂𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 La colonna eruttiva che si è formata durante la fase di massima esplosività ha raggiunto i 58 km di altitudine, la più alta mai raggiunta da quando esistono le rilevazioni satellitari.
Ciò vuol dire che i gas e le particelle espulse dal vulcano hanno raggiunto la mesosfera, ovvero il terzo dei cinque strati in cui è suddivisa l'atmosfera terrestre (troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera e esosfera).
Il 13 gennaio 1915 un violento #terremoto di magnitudo stimata 7.0 colpì il Centro Italia, più precisamente la Piana del Fucino, nell'area sud-occidentale dell'Abruzzo. La scossa provocò la morte dell'80% della popolazione di Avezzano, una delle località più famose della piana 🧵
Il terremoto provocò estesi ed importanti danni che interessarono ben sei regioni diverse del nostro paese: Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Marche ed Umbria. Stiamo parlando di un evento sismico che ha causato gravissimi danni in un'area di ben 380 km².
Tra le tante città gravemente colpite, le più conosciute sono sicuramente quelle di Avezzano, Gioia dei Marsi, Ortucchio e Pescina, tutte località quasi completamente rase al suolo. Pensate che ad Avezzano rimase in piedi un solo edificio costruito cinque anni prima.
Ma qual è stato il sistema di faglie che ha generato il terribile #terremoto di magnitudo 6.9 avvenuto in #Irpinia nel 1980? Cerchiamo di spiegarlo brevemente in questo thread grazie alle informazioni ricavate dagli studi del geologo Paolo Galli (e colleghi). 👇🏻🧵
La faglia che ha generato il terremoto del 1980 è stata localizzata ai piedi del Monte Marzano ed è una faglia estensionale, ovvero un tipo di sorgente sismogenetica che genera terremoti in cui il blocco di roccia scende prevalentemente verso il basso per via della gravità.
Il terremoto del 23 novembre 1980 in particolare, ha prodotto un abbassamento del terreno di oltre un metro il che ha permesso alla faglia che ha generato il terremoto di arrivare in superficie e di essere riconoscibile per ben 38 chilometri, una valore piuttosto importante.
Alle ore 19:34 di quarantadue anni fa un violento #terremoto di magnitudo 6.9 colpì l'#Irpinia, una delle aree più sismiche di tutto il nostro paese. Da quel giorno l'intera geologia, sismologia e perfino l'intero sistema emergenziale italiano cambiò radicalmente.
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L'epicentro esatto venne localizzato, dopo diverse ore, nella zona di Castelnuovo di Conza, un piccolo centro abitato che si trova al confine tra la Campania e la Basilicata. È proprio in questa zona che furono registrati gli effetti più gravi di questa complessa sequenza. 2/17
La scossa delle 19:34 venne avvertita in una vastissima zona del nostro paese, le segnalazioni dell'epoca arrivarono fino alla Pianura Padana verso nord e fino alla Sicilia nord-occidentale verso sud, un dettaglio che ci fa capire subito la gravità di quel tragico evento. 3/17
Da quando mercoledì scorso è iniziata la corposa sequenza sismica in corso al largo delle Marche, sui social è tornata in voga la teoria popolare secondo la quale tanti piccoli terremoti scaricano a poco a poco l'energia prevenendo una scossa più forte. Ma è davvero così? NO! 🧵
La scala Richter è infatti una scala logaritmica, il che vuol dire che ogni due decimi di magnitudo l'energia sprigionata dal terremoto raddoppia, in pratica in questa scala 2+2 non fa 4 ma 2,2. Proviamo a fare un piccolo esempio pratico con lo scenario marchigiano:
A puro scopo esemplificativo pensate se TEORICAMENTE il sistema di faglie coinvolto al largo delle Marche fosse carico e pronto a produrre un terremoto di magnitudo 6.0. E bene dissipare tutta quell'energia con una sequenza di terremoti di magnitudo inferiore è impossibile.