“Nessun fiocco di neve si sente mai responsabile in una valanga.”
(Stanisław Jerzy Lec)
Quelleo che segue è il testo della canzone "Matamoros Banks", cantata da Bruce Springsteen.
Racconta la storia del mio viaggio alla ricerca di un futuro migliore.
“Ogni anno molte persone
muoiono attraversando deserti
montagne e fiumi dei nostri confini meridionali
in cerca di una vita migliore
qui seguo il viaggio al contrario
dal corpo sul letto del fiume
all’uomo che cammina per il deserto
verso le rive del Rio Grande.
Per due giorni il fiume ti tiene giù
poi sali alla luce senza un suono
passi i luoghi di villeggiatura e vuoti
scali di smistamento
le tartarughe mangiano la pelle dai tuoi occhi
così giacciono aperti alle stelle.
Dai via i tuoi vestiti
alla corrente e alle rocce del fiume
finché ogni traccia
di chi tu fossi mai stato è persa
e le cose terrene fanno la loro richiesta
che le cose del cielo possano fare lo stesso
addio, mia cara, per il tuo amore ringrazio Dio
incontrami sulle rive di Matamoros.
Mi chiamo Óscar Alberto Martínez Ramirez e ho 25 anni. Era il 2019.
E mi dispiace.
Per lei, la mia piccola Valeria di 23 mesi.
Non avrei mai voluto finisse così.
Ma che potevo fare?
Che futuro avevamo?
Voi un futuro l’avete, ma noi?
Ci ho provato ad entrare negli Stati Uniti.
Matamoros, è una città del Messico situata nel nord dello stato di Tamaulipas prossima alla frontiera con gli Stati Uniti d'America, lungo la sponda destra del Rio Grande.
Volevo attraversare il fiume per arrivare negli Stati Uniti.
Ci ho provato. Ci abbiamo provato.
Ho infilato la mia piccola Valeria sotto la maglietta per tenerla a galla.
E sono sceso in acqua.
Vi giuro che l'ho fatto per lei, per farle avere almeno un futuro.
Invece....
E poi tutto diventa difficile.
Continuare a raccontare, intendo.
Anni fa feci una domanda al compianto Guido Martinotti, un sociologo.
"L'uomo è fondamentalmente buono o cattivo?".
Mi rispose spiegandomi che "buono e cattivo, bene e male sono concetti assolutamente relativi"
"Non riesco a pensare ad alcun valore o comportamento per quanto aberrante, che in qualche momento nella storia non sia stato considerato virtuoso da qualche gruppo sociale...Constato che non si può definire il bene o il male con criteri assoluti, validi universalmente"
Guido è morto nel 2012.
Altrimenti gli avrei mostrato queste foto e chiesto. "Sicuro caro Guido che non si può definire il bene o il male con criteri assoluti, validi universalmente? Sicuro, sicuro?"
Perché quando leggo queste storie, io credo di sapere cosa è bene e cosa è male.
Mi chiamo Óscar Alberto Martínez Ramirez e ho 25 anni.
E mi dispiace.
Per lei, la mia piccola Valeria di 23 mesi.
"Dormo e sogno di tenerti ancora tra le mie braccia"
Ho cominciato la storia con le parole della canzone "Matamoros Banks", cantata da Bruce Springsteen.
Sembra scritta per raccontare la storia di Óscar Alberto Martínez Ramirez e di sua figlia Valeria di 23 mesi.
Ebbene.
Quella canzone era stata scritta quattordici anni prima.
“Nessun fiocco di neve si sente mai responsabile in una valanga.”
(Stanisław Jerzy Lec)
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Come sono finita su uno dei 10 tavoli della sala I dell’Obitorio?
Il medico legale non è rimasto sorpreso dopo aver visto i fori di sei proiettili calibro 6,35.
Due nella regione scapolare, uno nel petto, uno nel collo e due ai polsi.
Sì, ho cercato di difendermi, e di coprirmi.
Il professor Antonio Gazzaniga ha trovato acqua nei miei polmoni.
Che tenero.
Se ti scaricano un intero caricatore, poi ti tolgono collana, bracciale e borsetta e ti gettano nell’Olona presso il ponte di Via Renato Serra, l’acqua nei polmoni non è nemmeno la cosa più importante
Sono stata uccisa nella notte del 28 gennaio 1953 e ritrovata da alcuni ragazzini che giocavano a pallone lì vicino il mezzogiorno seguente.
Per scoprire la mia identità è bastato confrontare i rilevamenti con i cartellini segnaletici contenuti negli archivi della Questura.
Qual è stata, nella storia, la durata media di una guerra?
Una risposta non semplice.
Nel mondo antico e in quello medioevale ci sono state guerre di durata lunghissima.
Nel mondo moderno ci sono state anche guerre lampo, in tedesco Blitzkrieg.
Nel mondo antico sono diverse le guerre di una certa durata.
La Guerra del Peloponneso per esempio.
Venne combattuta in Grecia e nel Mediterraneo tra le due città rivali, Atene e Sparta e i loro alleati.
Durò all'incirca 27 anni, dal 431 a.C. al 404 a.C.
Le Guerre Puniche, che si sono combattute tra Roma e Cartagine per la supremazia del Mediterraneo, sono durate complessivamente circa quarantatré anni.
Ventitré la prima (dal 264 al 241 a.C.), diciassette la seconda (dal 218 al 201 a.C.) e tre la terza (dal 149 al 146 a.C.)
10 ottobre 1928 – Discorso di Mussolini ai 70 direttori dei giornali.
“Voi vi rendete conto che non poteva avvenire prima, perché solo dal gennaio del 1925, e più specialmente in questi ultimi due anni, è stato approntato e risolto quasi completamente il problema della stampa”.
10 ottobre 1928 – Discorso di Mussolini ai 70 direttori dei giornali.
"Le accuse sulla soffocazione della libertà di stampa, non hanno più credito alcuno. La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa”
10 ottobre 1928 – Discorso di Mussolini ai 70 direttori dei giornali.
“Non servono il regime coloro i quali non tengono la misura della dignità di fronte agli stranieri, sia quando sono ospiti dell’Italia, sia quando esprimono giudizi sul Regime, su Mussolini.”
Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.
Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.
Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.
La fate facile voi.
«Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità di non chiedermi cosa devo chiedere io al luogo in cui vivo, ma cosa posso fare io per il Paese in cui vivo per il riscatto dello stesso».
Averlo saputo prima non saremmo certo partiti quel giorno. Io e il mio amico, intendo.
Saremmo rimasti nel nostro Paese, il Ghana, a spaccarci la schiena lavorando 10 ore al giorno nelle miniere d’oro per mettere un pezzo di pane sotto i denti.
Il Ghana allora, nel 2002, era uno dei maggiori produttori d’oro al mondo.
Qualcuno di voi è mai venuto a controllare che in violazione delle leggi Internazionali molti bambini ghanesi lavorano e muoiono ancora oggi nell’estrarre l’oro?
Mi chiamo Mario.
Nel 1961 avevo 26 anni e facevo il panettiere.
Il negozietto che avevo a Bagno a Ripoli non mi permetteva di tirare avanti decorosamente.
Ero disperato e per quello presi quella decisione.
Lasciare i miei affetti per cercare un futuro migliore in un altro Paese
Qualcuno diceva che era inutile rischiare di morire.
Bastava avere un visto sulla carta d’identità per andare in Francia.
Già, peccato che per quelli come me niente visto.
Noi “miserabili” non avevamo i soldi per fare il turista o per avere un lavoro di là dal confine.
Ricordo che era il 30 dicembre.
Avevo preso il treno da Firenze verso Ventimiglia.
Poi in autostop verso Grimaldi.
Perché da Grimaldi partiva il Sentiero della Speranza. Tra Grimaldi e Garavan c'erano due sentieri che si riunivano all’altezza della linea della frontiera.