Come è stato giustamente rilevato da Alberto Negri e da altri (vedi tweet sotto), le dichiarazioni di Crosetto, secondo cui l’aumentato flusso di migranti sarebbe dovuto all’intervento della compagnia di mercenari russi della Wagner, sono infondate.
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L’origine della crisi dei migranti risale alla distruzione della Libia (da parte della NATO), alle politiche neocoloniali occidentali nel continente africano, ed alle guerre scellerate condotte dall’Occidente in Afghanistan, Iraq, Siria, ecc.
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Negri esplicita bene da dove provengano i flussi e chi ha influenza su di essi, e afferma che la scelta di Crosetto di “incolpare la Wagner è un modo per lisciare il pelo agli USA per la guerra in Ucraina”. Ma non solo in Ucraina, aggiungerei io.
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Anche in Libia e in Africa.
Perché?
Perché gli USA temono la crescente influenza della Wagner, e della Russia in generale, in Libia e in molti paesi africani. Qualcosa che però non ha niente a che vedere con i migranti. 4/ atlanticcouncil.org/blogs/menasour…
La crescente influenza di Russia e Cina in Africa è in molti casi conseguenza del fallimento di decenni di politiche neocoloniali e militariste condotte in quel continente in particolare da due paesi: Stati Uniti e Francia. 5/ nakedcapitalism.com/2023/03/coups-…
L’Africa è però sempre più un teatro chiave, soprattutto per l’Europa, che deve trovare fonti energetiche alternative dopo aver rinunciato a quelle a basso costo di Mosca, ed è interessata anche alle risorse necessarie per la cosiddetta “transizione ecologica”.
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Gli USA intendono porre un freno all’ascesa russa in Africa, fra l'altro contrastando la presenza del gruppo Wagner in Libia, paese dal quale, secondo Washington, i russi diramano la loro influenza in Mali, Burkina Faso, Ciad, Sudan e nella Repubblica Centrafricana.
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Ecco dunque spiegata la visita dell’onnipresente direttore della CIA William Burns lo scorso gennaio in Libia, il quale ha incontrato sia Dbeibah, primo ministro del governo di Tripoli, che il generale Haftar a Bengasi. 8/ reuters.com/world/africa/c…
L’obiettivo americano è convincere gli attori libici a distanziarsi dal gruppo Wagner, e in generale riprendere il controllo del processo politico libico per emarginare la Russia.
Cosa più facile a dirsi che a farsi.
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Ma intanto, diffondere un po’ di propaganda sui migranti per convincere l’opinione pubblica italiana ed europea che bisogna combattere i “cattivi” russi anche in Libia e in Africa, può essere un inizio.
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P.S. Se qualcuno fosse interessato, scrivo di questo ed altro sulla mia newsletter #IntelligenceForThePeople
Pechino è in marcia.
Nel discorso “Camminare insieme sulla strada della modernizzazione”, pronunciato dal presidente Xi Jinping, viene annunciata la Global Civilization Initiative (GCI), ulteriore tassello del nuovo ordine mondiale proposto dalla Cina
1/10 news.cgtn.com/news/2023-03-1…
Alcuni passaggi chiave:
“La modernizzazione cinese ha infranto il mito secondo cui ‘modernizzazione = occidentalizzazione’, ha presentato un'altra immagine della modernizzazione, ha ampliato le opzioni per i paesi in via di sviluppo per raggiungere la modernizzazione.”
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“Dovremmo sostenere congiuntamente il rispetto per la diversità delle civiltà del mondo, aderire all'uguaglianza, all'apprendimento reciproco, al dialogo e alla tolleranza delle civiltà e trascendere le barriere della civiltà, le civiltà imparano l'una dall'altra”.
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Breve 🧵sull’addestramento NATO delle forze ucraine.
Entro il 2023 oltre 30.000 soldati ucraini saranno stati addestrati dalle truppe NATO.
10.000 sono già stati addestrati dai britannici, altri 15.000 in altri paesi europei. 1/6 venik.substack.com/p/western-meth…
Numerosi prigionieri di guerra ucraini hanno però messo in dubbio l’efficacia dell’addestramento occidentale, denunciandone la superficialità, che non garantisce loro vantaggi in una situazione di combattimento reale.
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L’addestramento non è ottimizzato per un conflitto ad alta intensità, non vi è esperienza di fuoco vivo utilizzando i vari sistemi d'arma. Gli stessi istruttori occidentali non hanno esperienza di impiego di queste armi in scenari di combattimento ad alta intensità.
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Pechino fa sul serio.
La sicurezza energetica cinese è legata a doppio filo con la stabilità nel Golfo Persico.
Dopo aver mediato con successo il riallacciamento dei rapporti fra Iran e Arabia Saudita, emergono dettagli sull’accordo, e una notizia ancor più rilevante:▶️
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un vertice allargato fra Iran e i 6 membri del Gulf Cooperation Council (GCC) avrà luogo più in là quest’anno a Pechino, a ulteriore conferma del ruolo diplomatico di primo piano che la Cina intende assumere nella regione. 2/ wsj.com/articles/china…
Emergono alcuni retroscena sull’accordo Iran-Arabia Saudita.
Entrambi i paesi hanno fatto concessioni per giungere all’intesa.
I sauditi hanno accettato di abbassare i toni della copertura anti-iraniana di Iran International, emittente in lingua persiana finanziata…
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Alcune osservazioni sull’importante accordo che ristabilisce i rapporti diplomatici fra Iran e Arabia Saudita, siglato a Pechino grazie alla mediazione cinese.
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L’Iran sciita e l’Arabia Saudita, baluardo del sunnismo wahhabita, sono rivali storici che competono per la leadership del mondo islamico.
La rivalità irano-saudita si riverbera in numerosi conflitti e focolai di tensione dell’intera regione arabo-islamica.
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Tale rivalità influenza le dinamiche in Afghanistan, Pakistan, Yemen, Iraq, Siria, Libano, Palestina, e talvolta altre aree, dall’Asia Centrale all’Africa ed al Maghreb.
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Immediatamente bocciato dal presidente americano Biden, il cosiddetto “piano di pace” sull’Ucraina presentato da Pechino (in realtà un documento programmatico che esprime la posizione cinese sul conflitto) sembrerebbe già appartenere al passato. 2/ thehill.com/homenews/admin…
Le dichiarazioni di questi giorni del presidente cinese Xi Jinping e del suo ministro degli esteri Qin Gang lasciano presagire un preoccupante deterioramento nei rapporti fra USA e Cina, le due superpotenze mondiali. 3/
Ucraina – Bakhmut e l’intero fronte del Donbass sono in lento ma costante movimento.
La roccaforte di Bakhmut (Artemovsk) è praticamente circondata dalle forze russe.
La caduta di Bakhmut, ormai solo questione di tempo, avrà conseguenze rilevanti.
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L’offensiva russa si sta combattendo su 5/6 punti lungo un fronte di oltre 150 km che si estende dalla città di Kreminna nell’oblast di Luhansk fino a Vuhledar (Ugledar) in quello di Donetsk.
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Al momento, la Russia ha l’iniziativa su questo fronte. Le riserve ucraine sono ridotte al minimo (anche a causa della scelta politica imposta di accumulare forze per un’offensiva di primavera contro il corridoio terrestre russo fra Crimea e Donbass. 3/ newsweek.com/ukraine-under-…