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Mar 29 18 tweets 7 min read Twitter logo Read on Twitter
Da oltre 50 anni dove c’è una guerra, una calamità naturale, dove c’è sofferenza da alleviare e vite da salvare ci sono loro.
Come dopo il terremoto in Nicaragua del 1972 che distrusse gran parte della città di Managua uccidendo tra 10.000/30.000 persone.
@MSF_ITALIA @MSF Image
Ed erano lì nel 1974, quando l’uragano Fifi devastò l’Honduras. avviando la prima missione di assistenza medica di lungo periodo. ImageImage
Il primo loro grande intervento in una zona di guerra avvenne nel 1977 in Libano.
Nel 1978 hanno poi avviato attività per i rifugiati in Thailandia, nella regione di Ogaden e per i rifugiati eritrei in Sudan. Image
Nel 1990 erano in Liberia durante la guerra civile.
E nel 1994, loro erano lì, in Ruanda, a Kigali, durante il genocidio.
E nel 1995 erano a Srebrenica testimoni della caduta della “zona protetta” della Nazioni Unite denunciando il massacro di migliaia di civili.
Nel 2001 erano in sette paesi a fornire farmaci antiretrovirali ai malati sieropositivi HIV/AIDS.
Nel 2004 erano in Darfur e Ciad a lanciare campagne di vaccinazione di massa durante un’emergenza nutrizionale.
Nel 2005 lo tsunami in Indonesia.
In 48 ore i loro uomini e donne erano sul posto per distribuire acqua, forniture mediche e igieniche.
E poi in Afghanistan nel 2009, in Sudan ad assistere i rifugiati che scappavano dal Paese.
Nel 2013 in Siria, in Giordania, in Libano e in Iraq
Nel 2014 con l’epidemia di Ebola hanno messo in piedi il più grande intervento mai realizzato per arginare l’epidemia in sei paesi in Africa occidentale. Nel 2017 li troviamo durante l’emergenza dei Rohingya, in fuga dal Myanmar. Image
Nel 2018, dal 1° aprile al 28 maggio, sono a Gaza, per assistere tutti i feriti degli scontri tra palestinesi ed esercito israeliano.
E poi 2020 con l’Emergenza COVID-19 MSF mette in campo, fin dai primi giorni, una risposta alla pandemia da Covid-19 in più di 70 paesi.
Per la loro esperienza con misure di prevenzione del contagio acquisite in epidemie di Ebola, morbillo o colera, sono stati in prima fila all’inizio della pandemia in 70 Paesi.
Compresa l’Italia. ImageImage
Oggi sono in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe americane a visitare migliaia di persone impossibilitate ad accedere alle cure.
Sono in Ucraina, anche al fronte, a salvare vite umane.
E in Turchia e in Siria dopo il terremoto. ImageImage
Sono ovunque nel mondo.
Dove si sono conflitti, dove ci sono epidemie e cure negate, dove ci sono catastrofi naturali e popolazioni in fuga da guerre, crisi e povertà.
A dare assistenza medica, supporto psicologico, a dare cibo e acqua. Image
Loro sono gli uomini e donne dell’organizzazione umanitaria non governativa Medici senza frontiere.
Ecco, noi abbiamo multato e approvato una legge contro uomini e donne di MSF (Geo Barents).
Abbiamo multato e fermato dei soccorritori, in un Paese dove l’omissione di soccorso è un reato. ImageImage
Non siamo l’unico Paese ad aver fatto una legge contro le ONG.
Prima di noi lo ha fatto la Russia nel 2012.
E poi anche ’Ungheria di Orban nel 2015.
Una legge che mirava a screditare le ONG definita “Stop Soros”.
Lo so, non proprio una bella compagnia.
C’è da dire che Orban è stato costretto poi a ritirare la legge “anti Soros” dopo l’intervento della Corte di giustizia europea. Image
Nel 1999 Medici Senza Frontiere è stata insignita del Premio Nobel per la Pace “in riconoscimento del lavoro umanitario realizzato in vari continenti” e per onorare lo staff medico dell’organizzazione impegnato a curare decine di milioni di persone in tutto il mondo”. Image
A ritirare il Premio Nobel per la pace assegnato nel 1999 a Medici Senza Frontiere c’era lui, un medico italiano di MSF.
Si chiamava Carlo Urbani, morto il 29 marzo 2003. Una storia che ho raccontato tempo fa. ImageImage
«Scappiamo in Italia» ripeteva mia moglie Giuliana. Misi lei e i nostri tre figli Tommaso, Luca e la piccola Maddalena su un aereo per l’Italia.
Invece io rimasi, perché…
«Se di fronte alla malattia il medico scappa, chi resta?». ImageImage

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Mar 31
Ciano: «Salve Duce, ancora al lavoro?»

Mussolini: «Sempre. Ci sono cose molto importanti da portare avanti. Come disciplinare l’intero repertorio linguistico italiano»

Ciano: «Ci siamo mossi come da tuo ordine, Duce» Image
Mussolini: «Mi raccomando. Qui non si tratta solo della diffusione e dell’insegnamento dell’italiano nel Paese. Dobbiamo pensare anche ai territori alloglotti. In particolare dell'Alto Adige e della Venezia Giulia. Basta forestierismi. Hai letto i giornali al riguardo?»
“Tra breve andrà in vigore la legge relativa al divieto di usare parole straniere nelle insegne dei negozi e quelle poste all’esterno degli edifici. Sugli involucri e recipienti esibiti al pubblico, nelle vetrine e nell’interno dei negozi”.
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Mar 30
Parola d’ordine dopo il terremoto: NECESSITÀ ED URGENZA. E niente gare.
Ricostruire, e alla svelta.
Il politico può indossare i panni del progettista e disegnare una strada, poi indossare i panni dell’amministratore e approvarla.
Infine diventare collaudatore e certificarla.
Giugno 1990.
Palazzo San Macuto è la sede della commissione d’inchiesta presieduta da Scalfaro.
Oggi è un giorno particolare.
È stato convocato da Scalfaro Elveno Pastorelli da tre anni commissario straordinario per la ricostruzione.
Nei mesi precedenti sono stati ascoltati Misasi (ministro del Mezzogiorno) e Vito Lattanzio (Protezione civile).
Tutti tendono a minimizzare, a dire che le cose stanno andando bene.
Certo, con qualche ritardo, ma secondo loro tutto va a meraviglia.
Read 25 tweets
Mar 28
C’era una volta una città chiamata Utopia, in una grave crisi economica.
il governo non sa come far fronte alla situazione.
Come placare il popolo?
Semplice. Basta trovare un capro espiatorio.
Infatti oggi è un giorno particolare.
Il Parlamento ha promulgato un editto.
Un editto che stabilisce l'espulsione di tutti gli ebrei dallo Stato.
Sono loro i responsabili della crisi economica.

"Solo ripulendo dai giudei la città potrà rinascere a miglior vita" dicono i politici.
Aizzati dai politici, i cittadini hanno trovato finalmente qualcuno con cui prendersela, la causa di tutti i loro problemi.
Per questo la cittadinanza ha aderito entusiasta al piano di epurazione.
"Una volta ripulita dagli ebrei, la città potrà rinascere a miglior vita", ripetono
Read 22 tweets
Mar 25
Vi giuro che non passavo di lì per caso mentre sceglievano i 335 da uccidere alle Fosse Ardeatine. Non so e nemmeno voglio sapere il nome di chi ha messo in giro quella voce.
Sicuramente qualcuno che non ha mai visitato i sacelli che ospitano i resti delle vittime dell’eccidio.
Ci sono anch’io, sapete?
Al sacello numero 53 al Mausoleo, sotto il Monolite. Vi giuro che non passavo di lì per caso.
Ero stato arrestato il 27 Febbraio 1944 e trasferito al Carcere di via Tasso.
Inserito poi nella lista Kappler delle persone da uccidere alle Fosse Ardeatine.
Non passavo di lì per caso.
Perchè stando a certe dichiarazioni alle Fosse Ardeatine ci sono “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”.
Falso.
Come è falso quel “barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste”.
Siamo stati uccisi dai nazi-fascisti.
Read 25 tweets
Mar 24
Oggi è il 22 maggio 1996.
Cosa ci faccio in un’aula di tribunale?
Perché non è mai troppo tardi per avere giustizia.
Mi chiamo Giulia.
E questa è la mia storia.
Sono nata al Testaccio e nello stesso rione mio padre aveva un negozio di biancheria.
Lui non aveva studiato, ma nessuno riusciva a far di conto come lui.
Per mio madre era un autentico sognatore.
Da piccola ho conosciuto la miseria.
Via via che crescevo le cose però migliorarono.
Lo capii il giorno in cui i miei genitori rincasarono tardi dopo essere stati al ristorante.
Parlavano del cinematografo e di quei cinegiornali dell’Istituto Luce.
Read 21 tweets
Mar 22
Mi chiamo "Pieterson".
In realtà il cognome originale della mia famiglia è "Pitso", trasformato in "Pieterson" nel tentativo di passare dallo status legale di "neri" a quello di "coloured" (meticci).
Che volete.
Pure questo dovevamo subire pur di avere una vita dignitosa.
Cosa provocò gli incidenti del giugno del 1976?
Fu colpa del ministro sudafricano dell'istruzione.
Tempo prima aveva emanato un decreto che rendeva obbligatorio l'uso dell'Afrikaans (una lingua figlia dell’olandese) come mezzo di istruzione nelle nostre scuole.
Dei neri intendo.
Perché lo fece senza consultare il popolo africano?
Perché secondo lui si doveva parlare solo afrikaans perché i "capi" parlavano quella lingua.
"Se gli studenti non sono contenti, stiano pure lontano da scuola poiché la frequenza non è obbligatoria per i neri".
Già.
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