Nuovi cori razzisti in Serie A: ieri, alcuni tifosi della #Roma hanno urlato "zingaro" al tecnico della Sampdoria Dejan Stankovic. Il tecnico giallorosso José Mourinho è intervenuto per chiedere alla curva di interrompere il coro.
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Gli insulti contro Stankovic sono motivati dal suo passato come giocatore della Lazio, ma questo ovviamente non rende giustificabile il ricorso a offese razziste.
Il razzismo contro i giocatori slavi è un altro problema della Serie A. Nell'ottobre 2021 simili episodi si erano verificati contro Vlahovic da parte di alcuni tifosi dell'Atalanta, e poi lo scorso febbraio contro Kostic da parte di alcuni spezzini.
"Negli stadi, nelle strade, come nei campi... la polizia ferisce, la polizia assassina!" riporta lo striscione esposto sabato scorso dai tifosi del Saint-Étienne, durante l'ultimo match di Ligue 2. Un ovvio riferimento ai fatti degli ultimi giorni in #Francia.
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Ciò che viene subito in mente sono le violenze della polizia transalpina durante le manifestazioni delle ultime settimane contro la riforma delle pensioni. Ma non si tratta solo di questo.
Il comportamento delle Forze dell'Ordine è stato molto criticato anche durante la grande manifestazione ecologista del 25 marzo scorso a Sainte-Soline, con due uomini di 34 e 32 anni finiti in coma dopo essere stati assaliti dagli agenti.
Nella partita di ieri contro il Pisa in #SerieB, la Curva Nord del #Cosenza ha esposto uno striscione in risposta alle parole del Presidente del Senato La Russa su #ViaRasella.
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La Russa, che ha un noto passato da militante neofascista, aveva definitivo l'attentato di Via Rasella "una pagina non nobile della Resistenza, gli uccisi erano una banda musicale di semi-pensionati".
L'attentato di Via Rasella del 23 marzo 1944 causò la morte di 33 soldati nazisti e il ferimento di altri 64. Per tutta risposta, i nazisti decisero di uccidere il giorno seguente 335 prigionieri estranei all'attentato, senza alcun avvertimento.
Anche il calcio sta giocando il suo ruolo nelle proteste che da diversi giorni si stanno verificando in #Israele, contro la riforma della giustizia del governo Netanyahu. Una forte parte di opposizione al governo lo stanno tenendo soprattutto i tifosi dell'Hapoel Tel Aviv.
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Non solo nel calcio, ma anche nel basket (l'Hapoel è una polisportiva), dove di recente il gruppo UH99 ha intonato cori contro Yariv Levin, vice-Premier e Ministro della Giustizia.
Sul versante pro-Netanyahu si segnalano invece gli ultras del Beitar Gerusalemme, noti per le loro posizioni di estrema destra. A inizio marzo, alcuni loro componenti avrebbero dato fuoco al centro sportivo dell'Hapoel Tel Aviv.
La @BBCNews sta di nuovo ricevendo molte critiche nel Regno Unito, stavolta per un'inchiesta che ha denunciato come diverse calciatrici afgane arrivate nel paese in fuga dai talebani non sarebbero in realtà giocatrici di calcio.
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Nel novembre 2021, 35 calciatrici afgane e le loro famiglie (130 persone in tutto) sono state accolte nel Regno Unito, dopo essere scappate dal loro paese in Pakistan, da cui poi hanno ottenuto rifugio in UK.
Ma secondo la testata britannica, 13 di esse non sarebbero in realtà state giocatrici del Herat Youth Team, come dichiarato nella domanda per il visto d'ingresso in UK. La domanda legittima è: fa differenza se fossero o no giocatrici di calcio?
Dopo gli scontri di Napoli di ieri, probabilmente sentirete dire e leggerete che la risposta contro il tifo violento è "più repressione": "Bisogna fare come la Thatcher in Inghilterra". Ma che Thatcher abbia risolto il problema è un falso mito.
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Il governo britannico decise di agire contro gli hooligan in particolare dopo la strage dell'Heysel, avvenuta a Bruxelles il 29 maggio 1985, in cui erano morte 39 persone e altre 600 erano state ferite (anche se in realtà la decisione era da tempo nell'aria).
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Le contromisure del governo Thatcher comprendevano il divieto della vendita di alcol negli stadi, l'uso di telecamere, maggiori poteri alla polizia, obbligo di firma in questura per i soggetti ritenuti pericolosi, e anche un sistema di schedatura dei tifosi.
La scorsa notte, l'AC Violette, club di #Haiti, ha ottenuto un'incredibile qualificazione nella CONCACAF Champions League ai danni degli statunitensi dell'Austin FC, nonostante diversi suoi giocatori non abbiano giocato perché non gli era stato concesso il visto.
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Il motivo è dovuto alla grave instabilità politica che negli ultimi anni affligge Haiti. Nel 2021 il presidente Jovenel Moïse è stato assassinato, e una settimana fa Medici Senza Frontiere ha dovuto chiudere il suo ospedale.
La gara d'andata è stata quindi giocata in campo neutro nella Repubblica Dominicana, e vinta a sorpresa 3-0 dal Violette (con l'Austin che aveva schierato molte riserve). Per il ritorno, però, le cose si sono complicate per la questione dei visti.