"Ieri sera mi sono scopato Lucia.
-Ma dici sul serio?
-Siii.! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io gli ho detto " guarda, qua c'è casa mia", e così è salita su.
-Cazzo che storia! Che culo!
E scopa bene o…. Allora?
- Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh.. me la sono scopata tre volte, gli sono anche venuto dentro. Cioè.. Ho fatto quello che mi andava eh.
-E stamattina? Te la sei scopata ancora?
- Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa. Oh, appena s'è svegliata, quando ha visto dov'era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
-E le tette? Come sono?
- sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche
se n'è accorta! Adesso te le mando…
- Manda! Manda! Che figata!"
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La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo, sono attuate da una persona conosciuta.
Sono certa che gran parte delle persone che leggeranno questo penseranno che la colpa sia di Lucia, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo.
Allora facciamo che Lucia stanotte non beva. Stanca della festa, decida di prendere un taxi che la
lasci sotto casa e quando è al portone arriva un tipo, la butta dentro e la violenta. Ma se non beve e prende un taxi qualcuno dirà che Lucia non dovrebbe andare in giro di notte perché è pericoloso.
Allora facciamo un altro esempio...
Un pomeriggio esce a correre da sola in un parco. E uno la violenta. E ci sarà qualcuno che dirà che non si esce a correre da sole.
Immaginatevi che non beve, non va in giro di notte, nemmeno esce a correre, ma ha un fidanzato, che una notte vuole scopare e lei no.
Lo sapete in molti casi come va a finire? Allora qualcuno dirà che dovrebbe scegliere meglio i suoi fidanzati.
Cari miei, il problema non è Lucia e il suo comportamento, il problema è il maschilismo, il patriarcato.
Lucia ha solo bisogno di sapere
che che la colpa di una violenza è di colui che la commette, e la società dovrebbe essere in grado di toglierle la vergogna e la colpa che si sente costantemente addosso.
E finché tutti non avremo ben chiaro questo, finché non saremo protette come si deve, finché non
25 Luglio 1943 - Ennio Flaiano
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Cara Lèlè, questa è la prima lettera che ti scriviamo per dirti che oggi il tiranno d’Italia è stato mandato a spasso.
Si chiamava Mussolini.
Un giorno tu ti sorprenderai quando ti racconteremo quello che
si è sofferto in ventun’anni di miseria morale. Non vorrai crederci.
E forse ci rimprovererai dicendo: “Perché non l’avete cacciato prima?”
Lè, era impossibile. Aveva un esercito di spie, di poliziotti e di mascalzoni:
un esercito armato che teneva l’Italia bene ingabbiata.
Mai, nemmeno nelle epoche più tristi della storia del mondo, s’era visto un tale spiegamento di forze contro gli innocenti. Una parola e si andava dentro.
Due, e si veniva uccisi. Migliaia di persone hanno pagato con la vita il lusso di un’opinione diversa da quella ufficiale.
La domus del chirurgo di 2000 anni fa, a Rimini.
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Nella primavera del 1989, durante lo sradicamento di un albero nell'ambito della sistemazione dei giardini di piazza Ferrari, si scoprirono dei frammenti di affresco intrappolati nelle radici dell'albero, uno dei mosaici e
ruderi di età romana.
È stata così scoperta un’area archeologica di 700 metri quadrati che oggi si può osservare in tutti i particolari da una elegante struttura in vetro e ferro.
L’area comprende diverse costruzioni, di cui la più interessante è la cosiddetta Domus del Chirurgo. Si tratta dei resti di un’antica domus romana risalente al II secolo d.C.
"Il quarto stato".
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È un grande dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo, realizzato dal 1898 al 1901 e conservato al Museo del Novecento di Milano.
Il pittore decise di realizzarlo dopo aver assistito a una manifestazione di protesta di un gruppo di operai.
Pellizza rimase molto impressionato dalla scena, tanto che annotò nel suo diario:
«La questione sociale s'impone; molti si son dedicati ad essa e studiano alacremente per risolverla. Anche l’arte non dev'essere estranea a questo movimento verso una meta che è
ancora un’incognita ma che pure si intuisce dover essere migliore delle condizioni presenti»
La scelta di questa giornata risale agli eventi avvenuti a Chicago nei primi giorni di maggio del 1886 quando gli scioperi e le proteste dei lavoratori, per ottenere
Un tempo il #Primomaggio era dedicato ai lavoratori, si parlava di diritti. Oggi esiste solo il precariato, gli italiani si stanno impoverendo, il ceto medio sta scomparendo.
Ma più che la #festadeilavoratori, non sarebbe meglio festeggiare la festa del lavoro?
Parlo del lavoro in sicurezza, quello meritato, quello possibile per tutti, quel lavoro non più schiavo del bisogno.
L'Italia dal nord al sud è piena di risorse, eppure manca il lavoro. Perché?
Perché le classi dirigenti, la politica, gli istituti di formazione,
continuano a parlare del lavoro in termini di emergenza e non investono in formazione, specializzazione, in nuove attività lavorative.
Bisognrebbe guardare in prospettiva, programmare...
E poi c'è il sindacato... Ma esiste veramente? O ha fallito anche lui?
Un amore vissuto nei "favolosi" anni 60....
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Agli inizi degli anni 60 una nuova cantante diventò in Italia un mito, catalizzando
l' interesse di tutte le ragazze che poi cercavano di imitarne il modo di vestire e di pettinarsi.
Si chiamava Mina, quella cantante, la quale con la sua meravigliosa e immensa voce cantava "Il cielo in una stanza", facendo palpitare tanti cuori e facendo nascere tanti amori.
Era l'estate del 1962 quando , proprio quella cantante, fu travolta
da un enorme scandalo perché iniziò una relazione con l’attore Corrado Pani, sposato e separato.
Ovviamente le copertine di tutte le riviste si riempirono di foto e notizie sui due innamorati e fu scandalo alla luce del sole.
Corrado Pani era un giovane attore
#AlexRocaCampillo prigioniero del proprio corpo da quando aveva appena 6 mesi.
Fu colpito da una paralisi cerebrale e, secondo i medici, non aveva scampo. Per lui le possibilità erano morte o stato vegetativo.
Ma Alex, grazie a una serie di interventi, non solo non muore, comincia a camminare, recuperando anche la mobilità del braccio sinistro, paralizzato e completamente attaccato al corpo.
Il 19 marzo Alex, invalido al 76%, ha tagliato a #Barcellona il traguardo di una Maratona lunga 42 chilometri, incitato lungo la strada da tifosi, passanti e atleti che gridano: “Historia! HIstoria! Historia!”. Si perchè quella che ha realizzato è veramente un'impresa storica.