#ManchesterCityInter#UCLfinal Match Day -1 Training: differences & similarities.
Both teams started w/typical mobility and dynamic activation warm up, followed by different kinds of Rondos. Small 5v2s for City, Big 21v3 for Inter. twitter.com/i/web/status/1…
Different kinds of Rondos which reflect different cultural heritage. While small and hectic Rondos are a very serious thing in Spain, big rondos in Italy are a classic and playful way to engage. It is named "Torello", little bull, ironically reminding of Spanish Corridas.
Following, both teams executed SAQ drills and then moved to the "main course". Positional 8v8+4 possession w/o GKs for City; 3-teams tournament 7v7+GKs for Inter (everytime a team concede, they go out) twitter.com/i/web/status/1…
While Inter is usually a calm team on the ball, looking for rotations and fluidity, this practice emphasize directness&verticality; GKs presence allows for realistic in-game shooting opportunities and dynamic mobility towards goal.
In contrast, Pep's positional possession w/o goals emphasize the need for control via ball retention and recreation of numerical advantage, with also a great emphasis on counterpress.
Finally, small differences in end-training unopposed shooting practices v/GKs. While Inter only focus on direct long shooting, City also try crossing. twitter.com/i/web/status/1…
Of course there's very few new things one can get from top flight teams' open training sessions, but UCL final ones are a nice way to put in contrast different approaches. Here, a very similar structure planning with small-big differences within each single ball activity.
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Il rischio zero nel calcio non esiste. Ogni scelta strategica serve a ricercare un'opportunità e può avere dei contro-effetti negativi, perché il gioco non è lineare: a scelta A non necessariamente corrisponderà esito B.
Detto ciò, può essere comunque interessante capire cosa sia andato storto nella specifica situazione, uscendo però dalle solite dinamiche di colpevolizzazione e giudizio definitivo. Anche qui, ciascun allenatore può identificare dei problemi differenti nella medesima situazione.
Periodicamente ritornano i discorsi sulle "corrette" gestualità tecniche difensive di "base", sulle cose che si dovrebbero "insegnare alla scuola calcio" e così via. Ho preso il primo highlights video degli interventi difensivi di Maldini. Com'è possibile?
Com'è possibile che uno dei più grandi difensori di sempre affrontasse un gran numero di duelli difensivi ruotandosi al limite del dare la schiena,entrando in contrasto o addirittura in scivolata col piede più vicino? A sentire i gran visir della corretta gestualità tecnica
Questi sarebbero degli interventi sconsiderati, disfunzionali, bisognerebbe tornare alla scuola calcio, non c'è più mondo signora mia. Ci sono piuttosto due tipi di vera funzionalità che conta rispettare:
Contrapposizioni forzate e riduzionismo fanno vendere meglio le storie, ma sarebbe sufficiente rimanere nella purezza dell'esperienza di chi le storie le scrive in prima persona. Professionisti che non avrebbero più nulla da dimostrare, ma continuano a regalare emozioni e idee...
E lo fanno proprio perché sono loro stessi a sentire di dover ancora dimostrare qualcosa. Una condanna agrodolce, l'insoddisfazione perenne. Competere per saziarsi, non riuscirci mai, continuare a sfidarsi per continuare a competere.
I titoli, soprattutto EU, non sono medaglie sul petto dei singoli, quanto una gratificazione collettiva eccezionale (in senso stretto) che si concretizza quando collimano tutte le condizioni possibili. Un premio all'amalgama, una certificazione delle circostanze favorevoli.
L'eliminazione è il risultato di un accumulo di sfortune e imprecisioni, tra girone e questa sera. Qualche punteggio avrebbe potuto essere diverso, ma in definitiva non siamo stati all'altezza. La sconfitta peggiore sarebbe cogliere le lezioni sbagliate da questo fallimento.
Sarebbe sbagliato, per esempio, togliere valore a quanto accaduto la scorsa estate, o alla bontà in generale del lavoro di questa guida tecnica, anche se è giusto e nobile che questa si assuma la responsabilità.
Almeno 12 anni lontano dai mondiali, però, vogliono dire ben altro. E se a livello superficiale si è cominciato a scorgere qualcosa di diverso, innovativo e funzionante, i cambiamenti veri, e che sarebbe servito proporre al di là di un mondiale da giocare o meno, sono profondi.
Tra i tanti cortocircuiti logici del lessico calcistico italiano, fatto di parole e concetti che ripetiamo come tic, c'è la vacuità dell'aggettivo "pragmatico". Un attributo che viene assegnato ad allenatori e squadre che si ritengono essere più affini alla praticità di altri
Ho due problemi con questa cosa. Il primo è etimologico. Pragmatico significa che antepone la pratica alla teoria, ma questo è un aspetto comunque a qualsiasi allenatore. O meglio: il mestiere dell'allenatore è intrinsecamente teorico, la pratica è dei giocatori.
L'allenatore è uno stratega, la tattica è del giocatore. L'allenatore crea un terreno comune, una rete di relazioni e interpretazioni polivalenti. In questo contesto i concetti di teoria e pratica si mescolano, e non ci sono allenatori più "pratici" di altri.