I satelliti SOHO, DISCOVR, Gaia, James Webb e Euclid hanno qualcosa in comune tra loro e con i protagonisti di molte storie di fantascienza: ognuno di loro si trova in un "punto lagrangiano". Di che si tratta?
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I punti lagrangiani o punti di librazione sono punti nei quali un oggetto relativamente piccolo soggetto all’influenza gravitazionale di due corpi più grandi rimane in una posizione fissa rispetto a essi, perché le varie forze a cui è soggetto si equilibrano.
Sono cinque e prendono il nome dal matematico torinese Joseph-Louis Lagrange (nato Giuseppe Luigi Lagrangia), anche se i primi tre furono scoperti prima di lui da Leonhard Euler.
Ogni coppia di corpi celesti ha i suoi punti lagrangiani: per esempio, il sistema Terra-Sole ne ha 5 e il sistema Terra-Luna ne ha altri 5. Sono particolarmente adatti per ospitare sonde spaziali, perché è possibile tenerle in quella posizione con poche correzioni orbitali.
Di questi cinque punti, il più facile da comprendere intuitivamente è L1. Prendiamo il sistema Terra-Sole e partiamo dal fatto che più un pianeta è vicino al Sole, più gli gira intorno velocemente, altrimenti verrebbe catturato dalla sua attrazione gravitazionale.
Per esempio Mercurio fa una rivoluzione completa intorno al Sole in appena 88 giorni, contro i 365 della Terra, che è più lontana.
Ma se un satellite si trova tra la Terra e il Sole ed è abbastanza vicino alla Terra, l’attrazione gravitazionale del nostro pianeta cancella parte di quella del Sole e gli permette di muoversi intorno al Sole più lentamente senza essere catturato.
Se il satellite si trova nella posizione giusta, a circa un centesimo della distanza tra la Terra e il Sole, girerà intorno al Sole esattamente nello stesso tempo che impiega la Terra e quindi si troverà sempre nella stessa posizione rispetto al nostro pianeta.
Questo è il punto L1. È un punto ideale per osservare il sistema Terra-Sole, dato che in quella posizione non è mai eclissato dalla Terra o dalla Luna. Qui si trovano tra gli altri l’osservatorio solare SOHO e il satellite di osservazione terrestre DSCOVR.
Il punto L2 si trova alla stessa distanza di un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, ma dalla parte opposta rispetto al Sole. Questo invece è un punto ideale per osservare lo spazio: è abbastanza lontano dalla Terra per uscire dal suo cono d’ombra.
Questo consente di alimentare i pannelli solari, ma la sua posizione permette di bloccare con un unico schermo il calore proveniente dal Sole, dalla Terra e dalla Luna e quindi di mantenere facilmente le temperature molto basse richieste dagli strumenti scientifici.
Si trovano qui, tra l'altro, GAIA, James Webb e Euclid. Non c’è pericolo che si scontrino fra di loro in quanto le aree intorno al vero e proprio punto lagrangiano in cui i satelliti possono rimanere consumando poco propellente hanno un’ampiezza dell’ordine di 800 000 chilometri.
L3 si trova sulla stessa retta di L1 e L2, ma dalla parte opposta rispetto al Sole: si muove cioè sull’orbita terrestre rimanendo sempre a 180 gradi rispetto a noi (e quindi non è mai visibile dalla Terra perché nascosto dal Sole).
Qui alcuni filosofi greci antichi e molti racconti di fantascienza hanno collocato una “AntiTerra” popolata da esseri più o meno simili a noi.
Non ci sono invece mai state sonde spaziali, anche se un satellite in L3 sarebbe in grado di monitorare da vicino l'evoluzione delle macchie solari prima che abbiano effetto sulla Terra, permettendo così di mandare preavvisi con un anticipo di 7 giorni.
L4 e L5 sono anch’essi sull’orbita terrestre, ai vertici di due triangoli equilateri formati anche dalla Terra e dal Sole. Non hanno un particolare interesse per le sonde spaziali, ma hanno la caratteristica di essere punti di equilibrio stabile,
mentre in L1 e L2 e L3 l'equilibrio è instabile, cosa che richiede periodiche correzioni di rotta ai satelliti che li abitano (e rende impossibile l’esistenza dell’AntiTerra).
Per questo, come aveva previsto Lagrange, molti pianeti hanno nei punti L4 e L5 degli asteroidi “troiani” (i primi sono stati chiamati Achille, Ettore e Patroclo): Giove probabilmente ne ha oltre un milione. Anche la Terra ha almeno due asteroidi in L4: 2010 TK7 e 2020 XL5.
Ci sono punti lagrangiani anche nel sistema Terra-Luna, sebbene disturbati dall’influenza del Sole. Nel punto L2 del sistema Terra-Luna la Cina ha posizionato nel 2018 un satellite-relé per comunicare con il suo lander atterrato sulla faccia nascosta del nostro satellite.
I punti L4 e L5 del sistema Terra-Luna sono invece stati proposti nel 1975 dal fisico Gerald K. O’Neill come sedi di future colonie spaziali terrestri.
E gli extraterrestri?
La NASA osserva che, siccome L3 ha un equilibrio instabile su scale di tempo dell’ordine dei secoli, non può ospitare un pianeta gemello del nostro, ma sarebbe perfetto per parcheggiare per un po’ una forza aliena di invasione della Terra. Meglio stare in guardia…
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Nella fantascienza siamo abituati a vedere vari dispositivi usati per indurre una gravità artificiale all’interno delle astronavi: ma è qualcosa che si può fare anche nella realtà?
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Diciamo subito che c’è un motivo pratico se in TV e al cinema si vedono così spesso questi sistemi: è molto difficile simulare in modo convincente l’assenza di peso in una ripresa cinematografica.
Inventarsi un sistema qualsiasi che giustifichi la presenza di una gravità di tipo terrestre permette di risparmiare molti soldi e grattacapi.
Pilota di aerei e detentrice di diversi record, è la prima donna americana candidata a diventare astronauta superando brillantemente tutte le prove di selezione, ma le viene impedito unicamente perché donna. Ѐ Jerrie Cobb, la prima delle “Mercury 13”.
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Nata in Oklahoma nel 1931, da bambina segue la famiglia nei suoi spostamenti attraverso gli Stati Uniti. Vola per la prima volta a 12 anni, nel biplano del padre. A 16 anni fa spettacoli acrobatici con un Piper e lancia dall’aereo i volantini che annunciano l'arrivo del circo.
Dorme sotto le ali del Piper e si procura il denaro per il carburante dando passaggi a pagamento. A 17 anni prende la licenza da pilota privato e a 18 quella da pilota commerciale. Ottiene altre licenze come quella da istruttore di volo e quella per il trasporto aereo.
Tra gli anni Trenta e Quaranta numerosi scienziati ebrei di immenso talento abbandonarono l’Ungheria per sfuggire alle misure antisemite del regime filonazista e si trasferirono negli Stati Uniti, dove diedero un notevole impulso allo sviluppo scientifico.
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Alcuni di loro entrarono a far parte del Progetto Manhattan che sviluppò la prima bomba atomica e due membri del gruppo vinsero il premio Nobel. Almeno, così recita la versione ufficiale.
Leó Szilárd, uno di loro, aveva un’altra teoria, riferita da György Marx nel libro “La voce dei marziani”. Alla domanda di Enrico Fermi «Se l'Universo pullula di esseri tanto intelligenti, dove sono tutti ?» Szilárd rispose «Sono tra noi, ma si fanno chiamare ungheresi.»
Che cos’hanno in comune le lenti antigraffio, i termometri da orecchio a infrarossi e i materassi a memoria di forma? Sono tutte tecnologie di origine spaziale.
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Le lenti antigraffio sono state inventate dal Lewis Research Center della NASA di Cleveland (oggi Glenn Research Center). La schiuma a memoria di forma è stata sviluppata dalla NASA negli anni '60 per fornire ai passeggeri degli aerei confort e protezione dagli incidenti.
I termometri da orecchio a infrarossi sono stati messi sul mercato nel 1991, a partire dalle tecnologie sviluppate dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena per i sensori usati nello spazio.
Siamo abituati ai successi spettacolari delle missioni NASA su Marte, dai rover Curiosity e Perseverance all’incredibile elicottero Ingenuity.
Ma non è sempre stato così. Nel 1999 la NASA vide fallire drammaticamente due missioni consecutive su Marte.
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Una vera catastrofe che avrebbe potuto porre fine al programma americano di esplorazione marziana. Quello che fece l’ente spaziale fu invece indagare a fondo l’accaduto e sfruttare le scoperte fatte per stabilire una nuova strategia che ha aperto la strada ai successi di oggi.
Facciamo un passo indietro. Siamo nel 1992. La NASA viene da una serie di missioni che hanno i costi alti del programma Apollo ma non lo stesso sostegno popolare. Il ricordo del tragico fallimento dello Space Shuttle nel 1986 è ancora vivo.
È stato uno dei pionieri dell’aeronautica e ha creato invenzioni tuttora in uso. Come se questo non bastasse si è dedicato anche allo spazio fino a diventare uno dei padri fondatori dell’astronautica insieme a Konstantin Ciolkovskij, Robert Goddard e Hermann Oberth.
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Eppure oggi è poco conosciuto. Parliamo di Robert Esnault-Pelterie, inventore, pilota e teorico del volo aeronautico e spaziale, “l’uomo con le ali nella testa”.
Robert Esnault-Pelterie nasce a Parigi nel 1881 in una famiglia di industriali tessili.
Il padre gli permette di costruire un laboratorio dove conduce esperimenti in parallelo agli studi universitari: si laurea in botanica, chimica e fisica alla Sorbona e poi studia ingegneria.