Della vicenda del reduce SS ucraino celebrato in Canada, a colpire più delle lacrime di coccodrillo di politici locali è stata la pubblica approvazione di Zelensky.
Ma è davvero diffusa questa lettura storica in Ucraina, o è solo espressione della diaspora filo-nazista? 🧵
Se è difficile valutare quanti ucraini aderiscano a questa visione apologetica del nazionalismo radicale filo-nazista, è possibile indagare la sua diffusione nel paese dando uno sguardo alla principale fonte storica per milioni di giovani ucraini: i manuali scolastici.
Una breve disamina di un libro di testo per studenti delle superiori - edizione del 2019 approvata non solo dal Ministero dell'Istruzione ucraino, ma anche proposto dall'Associazione Europea degli Educatori di Storia per l'insegnamento ai rifugiati - lascia esterrefatti.
Il volume sul periodo post-45 dedica il primo capitolo ai cambiamenti territoriali: enfasi sul confine che lascia 150mila ucraini in Polonia. A corredo vi è una caricatura prodotta dall'UPA, l'esercito ucraino composto da chi si macchiò di Olocausto, massacri, pulizia etnica.
Non si menziona come tale regione assegnata a Varsavia fosse a maggioranza polacca, si tace sulla pulizia etnica operata dall'UPA in Galizia e Volinia. Dell'Olocausto non vi è traccia: il numero di ebrei e polacchi all'interno dei confini ucraini è - non si sa come - "diminuito".
In uno scritto altrimenti anti-sovietico fino ai limiti del grottesco, si rivendicano i guadagni territoriali del Molotov-Ribbentrop, rispecchianti il "desiderio degli ucraini". Costante è il riferimento ai "territori ucraini" ancora irredenti, nonostante le recenti conquiste.
L'utilizzo di caricature anticomuniste ed antisemite ideate dall'UPA è diffuso nel testo, raramente evidenziandone la provenienza. Si ricorda il sacrificio della chiesa greco-ortodossa nella "lotta di liberazione" contro i sovietici, tacendone il collaborazionismo con i nazisti.
Non potrà sorprendere che, nel capitolo dedicato ad OUN e UPA, si parli solo di "movimenti di liberazione" e di impari lotta eroica contro il nemico sovietico. Nessuna menzione di collaborazionismo con i nazisti, Olocausto, massacri di polacchi e concittadini sovietici..
Si cita perfino l'avanzata dell'OUN su Lviv nel '41, con la (tentata) proclamazione di uno stato indipendente.. "dimenticandosi" di specificare che si trattava di truppe al seguito della Wehrmacht, dei pogrom che commisero, e che lo stato si rifaceva al nuovo ordine hitleriano.
L'attenzione smisurata alle gesta dell'UPA, finanche quelle minori come le incursioni post-belliche nei vicini paesi del blocco socialista, la narrativa "martirizzante" e l'accurato occultamento delle atrocità commesse non lasciano dubbi sull'obiettivo degli autori.
Il volume per l'anno scolastico precedente, da parte degli stessi autori, è forse ancor più preoccupante, trattando gli anni della guerra. Il capitolo su OUN e UPA è accuratamente purgato di ogni verità "scomoda": Olocausto e collaborazionismo sono trattati in capitoli a parte.
L'Olocausto in Ucraina viene presentato come opera esclusiva dei nazisti: del ruolo giocato dai gruppi collaborazionisti, pur citati in precedenza, non vi è traccia. Spazio si trova solo per gli ucraini che nascosero ebrei. Di più: la gente fu "costretta"(!) all'antisemitismo.
Le azioni di OUN/UPA e la resistenza dei partigiani sovietici sono equiparate; anzi, i primi movimenti sono evidenziati come ben più "ucraini".
La biografia di Shukhevych, leader nazionalista ucraino dedito al massacro di ebrei, partigiani e polacchi, è interamente "ripulita".
Il manuale enfatizza la lotta degli ucraini come "gruppo etnico", in un conflitto dove milioni di loro concittadini etnicamente differenti furono sterminati. Nel ricordare la vittoria dell'URSS, vi è poi un goffo tentativo di rivendicare il contributo dell'UPA, che la combatteva.
Pur nella speranza di aver "pescato" i manuali più problematici, tutto ciò pone in una luce inquietante l'insegnamento della storia nell'Ucraina di oggi: un'intera generazione rischia di essere plagiata da lavori profondamente antistorici, trovanti terreno quanto mai fertile.
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La Storia dell'URSS è "tirata per la giacca" da ogni lato..🧵
1. Vero: i 27 milioni di morti furono di svariate etnie, rispecchiando la multietnicità dell'URSS.
I russi ebbero il maggior numero di morti complessivi, e la maggioranza delle vittime militari furono russe.
2. No, morì il 61% dei soldati mobilitati dalla Repubblica Jacuta, che al 1939 era popolata per il ~56% da Jacuti e per il ~35% da Russi, e dove altri 69mila morirono di fame. Circa il 23% della popolazione della RSSA Jacuta (non solo Jacuti-etnici) perì. ilin-yakutsk.narod.ru/2010-12/34.htm
3. I bielorussi subirono più di tutti, per gli ucraini la % è oggetto di discussione: certo furono tra le etnie proporzionalmente più colpite.
Attenzione: le perdite solitamente citate sono per *repubblica*; in Ucraina vivevano (e morirono) anche russi, ebrei, polacchi, tatari..
Alcune immediate conseguenze della caduta di Assad, impattanti presente e futuro di Siria e siriani.
1. Truppe israeliane avanzano oltre il Golan già occupato e colonizzato, forse seguendo un piano noto dal 2018.
~100mila gli abitanti del distretto invaso, tra cui palestinesi.
L'avanzata israeliana è al momento prevalentemente limitata al distretto di Quneitra - città rasa al suolo da Israele nel 1974.
Numerosi raid aerei IDF colpiscono il paese - specie nelle regioni di Damasco, Dar'a e as-Suwayda, con milioni di abitanti, e le prime vittime civili.
2. Forze IDF hanno preso la parte del monte Hermon non ancora occupata, nei pressi di una base ONU.
Israele si assicura la cima più alta della Siria: una posizione dominante capace di garantire sorveglianza radar di buona parte di Siria e Libano. Damasco è a tiro d'artiglieria.
Il preavviso diplomatico e/o d'intelligence ha limitato le conseguenze materiali dell'attacco:
i preziosi caccia F-35 e F-15, così come AWACS, droni e altri velivoli presenti nelle basi colpite, sono stati fatti decollare e disperdere, o prontamente rinchiusi in hangar corazzati.
Alcuni missili sembrano mostrare la temibile capacità di colpire con precisione bersagli protetti; la gran parte, appare ostacolata dal disturbo della guida satellitare.
Ripetuti attacchi analoghi bloccherebbero operazioni aeree e, senza preavviso, potrebbero colpire i velivoli.
Il commercio italiano di armi con Israele, dopo il 7 ottobre 2023.
Da un anno intero, le forze armate israeliane si macchiano di crimini su larga scala, lasciandosi alle spalle terre e popoli martoriati. Può il nostro paese essere accusato di complicità con il governo Netanyahu?
Dopo il 7/10, il Governo Meloni ha rivendicato la sospensione di tutti gli invii di armamenti verso Israele, salvo ritrattare di fronte a dati ISTAT provanti il contrario. Sospesa è la concessione di nuove licenze, ma continuano le consegne relative a licenze già approvate.
Una misura parziale, che non ha arrestato le forniture ad Israele nei cruciali mesi del conflitto.
Per il Governo, le licenze attive sono state riesaminate e confermate tutte, poiché non concernenti armamenti con ricadute sulla popolazione di Gaza. Affermazioni poco sostenibili.
All'origine del pensiero che porta oggi a parlare di "onde umane", "assalti di carne" e "zombie", vi è anche una malsana idea della storiografia militare "occidentale" dell'ultimo secolo:
far scrivere, per decenni, la storia militare della WW2 europea da ex militari nazisti.
Interviste e scritti di ex generali della Wehrmacht sono stati a lungo una sorta di Bibbia, per storici ma anche per eserciti, grazie anche alla mancanza di fonti alternative.
Abbiamo visto come, ancora negli anni '80, militari statunitensi ammirassero il genio bellico nazista.
Si trattò di azioni condotte dall'aviazione a lungo raggio sovietica, a supporto dell'espulsione dei nazisti dai paesi baltici.
Una forza armata multietnica: ad esempio, tra i piloti che colpivano l'Estonia, troviamo ucraini pluridecorati come A.I.Molodchiy e I.E.Gavrysh.
Nell'aviazione sovietica militavano naturalmente anche estoni. Come Endel Puusepp, che divenne Eroe dell'Unione Sovietica proprio combattendo nell'Aviazione a Lungo Raggio.
La partecipazione di moltissimi baltici al progetto sovietico è solitamente dimenticata, o sottaciuta.