C'è una vecchia barzelletta che dice che la Slovacchia è il paese più indipendente al mondo.
Perché?
Perché dalla Slovacchia non dipende assolutamente nulla.
Tuttavia, in questo caso potrebbe non essere proprio cosi. 1/
Prima di arrivare alle possibili conseguenze delle elezioni in corso, un brevissimo ripasso delle elezioni slovacche del passato.
I primi anni sono stati segnati dai governi del partito popolare di Vladimir Meciar - colui che concordò la divisione della Cecoslovacchia. In seguito il suo operato è stato marcato da molti scandali riguardanti non solo le privatizzazioni ma anche conflitti con il presidente e
servizi segreti. I scandali che non solo hanno destabilizzavano Slovacchia già provata dai continui sanguinosi scontri tra le frazioni mafiose, ma rallentavano notevolmente anche le trattative per l'adesione alla Nato e l'UE.
Poi sono seguiti i due governi di centro destra di Mikulas Dzurinda-governi di riforme radicali e necessarie, adesione alla NATO e all'UE (entrambi 2004), ma anche della disoccupazione vertiginosa che è arrivata a toccare quasi 20% nel 2000 e dello scontento sociale conseguente.
Robert Fico, membro del partito comunista dal 1987, successivamente fondatore del partito Smer, diventa in quel periodo il politico più popolare dell'opposizione criticando aspramente le riforme in atto. Vince facilmente le elezioni del 2006 e diventa il primo ministro della SK.
Poi vince e rivince ancora, governando, grazie al crescente benessere della popolazione conseguente alle riforme precedenti, indisturbato fino al 2018 quando è costretto dimettersi alle massicce proteste di piazza che sono seguite dopo l'omicidio di giornalista Jan Kuciak e
della sua fidanzata.
Kuciak in quel periodo stava compiendo una serie di indagini riguardanti casi di corruzione e truffe intorno ai fondi strutturali dell’Unione Europea e delle connessioni tra ambienti mafiosi e le persone vicine al premier Fico.
Attualmente sono circa 130 persone indagate per casi di corruzione connessi alle indagini iniziate da Kuciak. Altri 40 sospettati sono già stati giudicati colpevoli.
A marzo 2018 Peter Pellegrini, anche lui membro del partito Smer, sostituisce Fico alla guida del governo slovacco
Per smarcarsi dai scandali di Smer, fonda un nuovo partito Hlas.
Nelle elezioni del 29 febbraio 2020 la Slovacchia, stanca di scandali e della corruzione, inconsapevole ancora della pandemia che avrebbe cambiato le sorti del mondo, si affida al partito populista di Igor Matovic.
Il suo partito Olano è una accozzaglia di cosiddette persone normali e personaggi politici prevalentemente di scarsa esperienza. Il governo composto da Matovic raccoglie schieramenti troppo diversi e dopo un anno di gestione caotica, in piena pandemia, rimette il mandato.
Al suo posto viene nominato Eduard Heger, anche esso membro del partito Olano, considerato una marionetta nelle mani di Matovic, i dissensi tra i partiti aumentano, il governo non è in grado di guidare il paese e a maggio, la presidente annuncia le elezione anticipate.
E così siamo giunti alla campagna elettorale forse più assurda di sempre.
Siccome parlare dei problemi sociali o dell'economia possono farlo ovunque, i partiti SK hanno ben pensato di confrontarsi sulla pericolosità degli orsi, delle politiche liberali e della comunità LGBTI+.
Per i primi mesi il risultato sembrava noiosamente scontato. Smer con l’ex premier Fico ha guidato tutti i sondaggi, seguito da Hlas del ex-compagno di partito - Pellegrini. Senza nemmeno nasconderlo, i due si mostravano pronti di governare assieme in piena armonia.
Ma a sparpagliare le carte, almeno secondo i sondaggi, ci ha pensato il partito progressista slovacco PS guidato da Michal Šimečka che ha continuato a crescere nei sondaggi tanto che alcune agenzie lo considerano addirittura il possibile vincitore.
Di sicuro chi ha già vinto è Pellegrini, perché nessun governo potrà nascere senza il suo appoggio. Domanda è solo con chi governerà?
Con Fico oppure con Šimečka?
(Ecco Shooty che disegna Pellegrini come una sposa che attende impaziente di vedere quale sposo si presenterà)
Nelle ultime settimane ho letto svariate analisi allarmate dalla possibile vittoria di Fico per il suo orientamento pro russo e palese simpatia per Orban e le sue politiche.
Ma il pericolo che la Slovacchia potesse allontanarsi dall’inclinazione europea è fuori luogo
considerando la sua dipendenza dai fondi e l'economia EU.
Una cosa è la retorica populista elettorale dove si mena falce e martello nella mano sinistra e il rosario nella mano destra per non scontentare nessuno e un’altra è la politica reale. Fico questo lo sa benissimo.
Ed è altrettanto consapevole che il costo da sostenere nel caso l’Ucraina non riuscisse vincere la guerra sarebbe molto alto.
Inoltre, Slovacchia, sul piano militare, ha già consegnato all’Ucraina ciò che poteva.
E dunque no, la vittoria di Fico non sarebbe un ostacolo agli aiuti all’Ucraina e non rappresenterebbe alcun pericolo sul piano internazionale.
Tuttavia, dello “Tigre dei Tatra” ovvero del paese che negli anni 2000 registrava uno dei tassi di crescita del PIL tra i più elevati nell'Unione europea, per arrivare nel 2006 al 9,8%, oggi è un sciupato micetto che miagola fiacco fiacco nel cortile di una casa abbandonata.
Per non parlare dei diritti umani, dilagante omofobia e l’aumento dei crimini motivati dall’odio.
Se sul piano pratico le elezioni odierne non potranno modificare drasticamente le sorti del paese, sul piano psicologico daranno un segnale sull’identità e futuro della Slovacchia.
Il pericolo è tutto interno e sta nell’accettazione della politica di Fico basata sul clientelismo, sulle infiltrazioni malavitose, su vittimismo personalizzato, su retorica vuota e sui simbolismi nazionalisti.
Il pericolo sta nell’ammissione che questo tipo di politica è l’unica alternativa per il paese.
Buona fortuna, Slovacchia mia!
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Nel 1386, nell'antica città normanna di Falaise, una folla si radunò per assistere all'esecuzione di un assassino.
Il suddetto criminale era un maiale, che “aveva assecondato la malvagia propensione di mangiare neonati per strada” 1/
La scrofa era stata accusata di aver rovesciato la culla con due bambini e di aver mangiato uno di loro. Le autorità locali hanno arrestato la scrofa e l'hanno informata che era sospettata di omicidio.
Per secoli, i tribunali di Francia, Italia, Svizzera e altri paesi hanno processato maiali, cani, topi, cavallette e lumache per crimini contro persone, proprietà e Dio.
Gli animali venivano regolarmente forniti di avvocati e se condannati, potevano essere giustiziati o esiliati.
Lo so, agli italiani piace molto quel suo stile da frasette riportabili sui muri, da scrivere nei sottopassi, insomma quelle frasette che citate ci fanno sembrare dotti e intelligenti.
Quella leggerezza insostenibile... 1/
Chi sa, poi, quanto al suo successo ha contribuito il fatto che le prime traduzione furono come dire, fatte col cuore, perché i traduttori non conoscevano il ceco e più che tradurre, dovevano riscrivere il testo per renderlo quanto più italiano.
Ma Kundera è anche altro.
Kundera è anche un comunista appassionato e convinto che non ha mai rinegato le proprie convinzioni e che, nel 1950, mentre Milada Horakova assieme agli altri prigionieri politici era tenuta, dai comunisti, in attesa di essere giustiziata, denunciava Miroslav Dvořáček
Molti di voi conoscono la storia di Jan Palach, ma c'è un'altra figura nella storia della Cecoslovacchia di pari importanza storica.
Ed è una donna.
Il suo nome è Milada Horáková, fu impiccata dal regime comunista il 27 giungo 1950.
Ecco la sue storia. 1/
Nasce nel 1901 in Austria Ungheria, in una famiglia di media borghese praghese.
Il suo padre era noto per atteggiamenti anti-austriaci e sostenitore di Masaryk e le sue idee politiche hanno influenzato fortemente quelle di Milada e anche il suo amore per la libertà.
Già a 16 anni è stata espulsa dal liceo per aver preso parte ad una manifestazione pacifista. Successivamente, dopo la nascita della Cecoslovacchia nel 1918, riuscì laurearsi in giurisprudenza all'Università Carolina di Praga.
Una bella (e lunga) intervista sugli orsi con zoologo dell'Amministrazione del Parco Nazionale slovacco - Malá Fatra.
(intervista pubblicata da Sme Sk) 1/
- Si è mai trovato in una situazione in cui si è sentito minacciato da un orso?
+ Per due volte mi sono trovato in una situazione pericolosa. Considerando che sono trent'anni che mi muovo in montagna e ho avuto centinaia di incontri con gli orsi, ne considero gravi solo due.
-Dunque è vero che un orso non è interessato a entrare in contatto con una persona e attaccherà solo in situazioni estreme?
+ Questo è un comportamento standard nella popolazione europea di orsi. Il fatto che in origine l'orso fosse un animale con attività quotidiane dimostra
L'importanza di chiudere col passato ovvero viaggio al confini dell’orrore
Ero in macchina da qualche ora, in 4 giorni avrei attraversato 6 paesi e percorso più di 3 mila chilometri.
Era la sera del 1.giorno, scendevo la 47 verso l' imminente confine tra la Croazia 1/
e la Bosnia e Erzegovina.
Sembrava che a quel ora nessuno avesse voglia di uscire e la strada era completamente vuota. Man mano che procedevo, di fronte a me prendeva la forma un strano fiore, di cemento. Pensavo: che brutto, che architettura comunista.
Mi sono fermata lo stesso. Per far foto e perché quel luogo aveva un qualcosa tra melancolico e surreale.
Un prato esteso, un laghetto, un corso d’acqua, silenzio, le nubi, nulla che non avessi visto tante volte, ma lì era diverso.
Pioveva.
Ho scattato qualche foto
L'intervista di Dennik N con Nina Špitálníková - specialista su Corea del Nord. 1/
- Nina, cosa sta succedendo in Corea del Nord adesso?
+ C'è una grave crisi alimentare, ma questa va avanti dal 2020. È peggiorata dopo che i confini sono stati chiusi durante il covid alla fine del 2020. E ora sembra dalla retorica dei media che la situazione
stia diventando critica. Avrei ancora paura di usare la parola carestia, perché non ci sono dati per questo...
- Ci saranno mai dati? In un paese così isolato?
+ Penso che lo saranno. Nel caso della crisi alimentare, si è fatto in precedenza confrontando i dati del regime