È quello che succede in un paese in cui le persone si sentono sempre meno rappresentate dalla politica, non solo a livello di idee, ma anche della possibilità di incidere con il voto. Non inizia ora, ma si è aggravato moltissimo con il taglio dei parlamentari.
Thread per giovani.
Il deterioramento del rapporto con la politica è in corso da decenni, e ha subito un colpo mortale nei primi anni '90, quando al crollo del blocco socialista ha fatto seguito Mani Pulite.
Per ogni persona che ha cominciato a interessarsi alla politica proprio perché ha visto quel pericolo (ed era già tardi, appunto), ce ne sono tante altre che hanno semplicemente mollato il colpo, perché "tanto sono tutti uguali".
È così che si arriva alle dittature, o alle democrature, che svuotano la politica da dentro come le cimici asiatiche fanno con la frutta. Si vota, ma il voto non conta niente. Si manifesta un'opinione, ma la politica non ascolta.
Votano sempre meno persone, con sempre meno convinzione e sempre meno speranza nel futuro. Non so se Meloni e soci riusciranno nel loro intento: so che nessuno tenterà seriamente di fermarli, come nessuno ha fermato la riforma con sui si tagliava la rappresentanza parlamentare.
Manca del tutto un'idea di paese che possa essere presentata all'elettorato. I vecchi comunisti, con tutti i loro difetti e i loro limiti, ce l'avevano. Ce l'aveva la DC. Ce l'avevano i socialisti. Erano idee forse discutibili, ma c'erano, almeno fino a un certo punto.
Adesso le elezioni si vincono o si perdono sulla base della fede, del malcontento del momento e di promesse disomogenee, strategie inattuabili e spinte identitarie. Per la stragrande maggioranza degli elettori, la politica si esaurisce in una crocetta messa su una scheda.
Quelli che hai votato fanno schifo e sono incapaci? La prossima volta voto gli altri o non voto affatto, e nel mezzo me me disinteresso del tutto. I partiti diventano (o rimangono) impenetrabili roccaforti a protezione del potere.
Non voglio finire su una nota disfattista: penso che sia importante tornare a partecipare alla politica, in ogni modo, non solo con il voto. Come hanno fatto i nostri genitori (per la mia generazione), i vostri nonni (per quelle dopo).
"O ci dedichiamo attivamente a costruire delle alternative a questo sistema politico
Oppure almeno ci iscriviamo tutti al PD
La struttura c'è, le sedi pure, già affittate
Piano piano ce lo prendiamo da mano a questi e cerchiamo di capire" (Giovanni Truppi)
No, seriamente, c'è una canzone che finisce così. Poi al posto del PD metteteci un po' quello che vi pare, non è che vi devo dire io dove e come partecipare.
La democrazia parlamentare è sicuramente imperfetta, ma è la forma di governo migliore che abbiamo, l'unica che si avvicini a un'idea di rappresentanza. Certo, ci manca la cultura politica, ma quella te la fai anche partecipando.
Non lasciamo passare questa riforma. Non è solo un problema se vince l'estrema destra, per la quale il potere è un fine e non un mezzo. È un problema anche se vince la sinistra, un problema grossissimo.
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Per chi si fosse perso le puntate precedenti: il governo, attraverso il ministro Sangiuliano, sta cercando di imporre i suoi consulenti al Salone del Libro di Torino in un momento delicato, in cui Nicola Lagioia sta lasciando la direzione. /1
I nomi sono sempre quelli: Veneziani, Buttafuoco ecc. Non è che negli anni siano riusciti a farne crescere altri, ma pazienza, perché il punto non è certo la creazione di dialettica culturale: è solo l'occupazione degli spazi percepiti come "di sinistra". /2
Vai a fargli capire che quella che loro chiamano "sinistra", il più delle volte (e con poche eccezioni) è solo cultura, nel senso di alfabetizzazione, curiosità intellettuale, apertura verso il mondo e accettazione della complessità. Che a destra scarseggiano. /3
Secondo me la situazione è questa: gli anarchici sono i nuovi capri espiatori del governo. La questione immigrazione è sempre meno spendibile con l'elettorato: le storie di madri morte assiderate e ragazzini costretti a viaggi insensati spezzano il cuore anche a destra.
Il migrante è una persona povera, che fa di tutto per sfuggire alla fame e alle violenze. Ci sarà sempre chi lo considera un parassita, ma è facile per l'opposizione puntare sul lato umano, oggettivo, dei salvataggi in mare.
Ci sono pure le leggi internazionali, che rendono il decreto Piantedosi illegittimo. Insomma, su quel fronte il governo perderà. Conviene investire su bersagli meno difendibili: e chi è meno difendibile degli anarchici?
Ho fatto il Classico, e preferirei vivere in un paese in cui qualsiasi scuola ti apre la mente, ma soprattutto in un paese in cui nessuno si debba alzare all’alba e fare un’ora di treno per frequentare l’indirizzo di sua scelta.
Bello il greco eh, ma pure avere scuole attrezzate, classi meno affollate e finanziamenti adeguati non sarebbe male.
E sempre per la serie aaaaah che bello il Classico, eccerto. È molto più improbabile che uno studente del Classico muoia durante un tirocinio o in alternanza scuola-lavoro.
1. Valditara non sa di cosa parla, ma questo l'avevamo capito 2. Valditara pensa che i "lavori socialmente utili" siano umilianti 3. Valditara confonde educazione e punizione, scuola e sistema giudiziario (continua)
4. Valditara è l'ennesimo inadeguato messo a capo di uno dei ministeri più delicati del paese, la scuola, che avrebbe bisogno di persone con visione, competenze, un'idea di educazione a lungo termine.
5. Per fortuna Valditara nelle scuole non ci sta, e nelle scuole ci sono dirigenti e insegnanti che fanno il loro lavoro, e queste stronzate non le vogliono sentire.
Ascoltando @lmisculin su Morning, stamattina, pensavo che la storia del reddito di cittadinanza abolito a partire dal 2024 senza che ci sia un disegno di legge per sostituirlo con un altro sussidio mi ricorda quella di Trump che tenta di abolire Obamacare.
In sintesi: si voleva rimuovere una copertura sanitaria "nazionale" (fragile e limitata) per sostituirla non si sapeva bene con cosa. Anche qua siamo messi più o meno uguale: annuncio di abolizione, con cosa lo sostituiamo? Eh, vediamo.
Sono stata molto critica verso il reddito di cittadinanza ai tempi della sua implementazione: ora sono convinta che non si possa rimuovere un sussidio, anche minimo, senza avere idea di come supplire a quella carenza. Il governo Meloni, da quando se ne sa, non ce l'ha.
I fascisti nelle più alte cariche dello Stato sono un punto di non ritorno più che altro simbolico, ma non è successo per caso, e non è successo all'improvviso. Da qua si può andare in una direzione o l'altra, ma di sicuro non si rimane come prima.
È anche un attimo che dai simboli si passa alla pratica, e i diritti saranno il primo e più facile terreno su cui fare dimostrazioni di forza. L'aborto prima di tutto, perché la percezione dell'aborto è come di un "male necessario", non come di un atto di autodeterminazione.
"Male necessario" significa intanto che è un male, quindi implica un giudizio morale. Ed è un "male" perché è una sottrazione di fertilità. Una donna che abortisce prende il controllo della sua fertilità, e non c'è niente di più spaventoso di una donna al controllo di sé.