Johannes Bückler Profile picture
Dec 2 25 tweets 6 min read Twitter logo Read on Twitter
L'unica certezza è che non era sua intenzione.
Quella di riprendere i contatti col mondo esterno, intendo.
Ma in quel 5 marzo 1931, verso le quattro del pomeriggio, fu costretta a fare quello che non aveva mai fatto nei 24 anni precedenti.
Aprire la porta e chiamare aiuto.
"Cameriera, vieni qui! Corri! Mia sorella è malata. Chiama subito un dottore. Penso che morirà". Accorsero in tanti nella sua camera, nella suite 552 dell’Herald Square Hotel.
A cominciare dal direttore.
Poi arrivò il medico del vicino Hotel McAlpin.
E infine il becchino. Image
Sua sorella, miss Mary E. Mayfield, giaceva sul divano coperta da un lenzuolo.
Ed era ormai morta.
Quello che videro in quella stanza fu qualcosa di sconvolgente.
C’erano pile di giornali ingialliti in ogni angolo.
Scatole vuote di cracker, gomitoli, e carta d’imballaggio.
C’era sporco ovunque e in mezzo a tutto quel sudiciume diversi bauli.
Qualcuno chiamò lo studio O'Brien per avere la presenza di un avvocato.
Viste le circostanze mi precipitai per cercare risolvere il mistero di quelle donne.
Mi chiamo Morgan O'Brien Jr.
Iniziai con l’interrogare il direttore.
Mi disse che lavorava in quell’Hotel da sette anni e di non avere mai visto quelle donne.
Consultando i registri scoprimmo che la donna che aveva chiamato aiuto per la sorella si chiamava Ida Mayfield Wood.
Le sorelle si erano trasferite in quella suite a due stanze insieme alla figlia di Ida, Emma Wood, che era morta in ospedale nel 1928 a 71 anni.
La cosa incredibile è che erano in quella suite dal 1907.
Esattamente da 24 anni.
Com’era possibile?
E perché quella sporcizia?
La cameriera addetta al quinto piano mi disse che non era mai entrata nella suite delle sorelle, e solo due volte era riuscita a convincere la donna a consegnare lenzuola e asciugamani sporchi e ad accettare quelli puliti attraverso una fessura nella porta.
Un cameriere mi disse che era sua premura bussare alla porta della suite almeno una volta al giorno per chiedere se avessero bisogno di qualcosa.
La risposta era sempre stata la stessa.
Latte, cracker, caffè, pancetta e uova, che cucinavano in un angolo cottura ricavato nel bagno
A volte del pesce, che mangiavano crudo.
Ogni tanto sigari Avana e vasetti di vaselina, con cui Ida si massaggiava il viso per diverse ore ogni giorno. Il cameriere mi disse che Ida gli lasciava sempre 10 centesimi di mancia, dicendo che erano gli ultimi spiccioli che aveva.
Ida era alta un metro e mezzo e pesava 70 chili.
Era ormai quasi sorda e curva, ma il suo viso mostrava ancora una chiara prova della sua antica bellezza.
“La sua carnagione, nonostante l'età, era cremosa, rosa e senza rughe come non avevo mai visto. Era come l'avorio colorato”.
“Il suo profilo era come un adorabile cameo”.
Ma non faceva il bagno da anni.
Dimenticavo.
Da 24 anni la suite veniva regolarmente pagata in contanti.
Com’era possibile?
Mentre l'impresario di pompe funebri preparava il corpo di sua sorella, Ida Wood iniziò a raccontare.
Suo marito era stato Benjamin Wood, fratello di Fernando Wood ex sindaco di New York e deputato. Pensai che fosse pazza.
Si riferiva forse a quel Benjamin Wood, ex proprietario del New York Daily News?
Chiamai il mio anziano padre, che confermò parte della sua storia. Image
L’aveva conosciuta quando lui era ancora avvocato, nel 1880.
Era molto bella, ma soprattutto abilissima negli affari. Era proprio lei, la vedova di Benjamin Wood.
Ed era certo che non fosse affatto povera.
Mi convinse ad accettare il suo caso.
“Anche se non può pagare” mi disse.
Così feci, e iniziai ad indagare sulle sue finanze.
Un rappresentante della Union Pacific mi rivelò che le sorelle possedevano azioni per un valore di circa 175.000 dollari e non incassavano i dividendi da una dozzina di anni.
Ma era solo l’inizio.
Nel 1901 Ida aveva venduto il New York Daily News all'editore del New York Sun per più di 250.000 dollari.
E poi aveva venduto tutto.
Mobili, sculture, arazzi, dipinti ad olio.
Un funzionario della Guaranty Trust Company si ricordò di aver visto Ida in banca nel 1907
Al culmine del panico finanziario aveva chiesto il saldo del suo conto in contanti e poi aveva infilato tutto, quasi 1 milione di dollari, in una borsa a rete. Dichiarando di essere "stanca di tutto", era entrata all'Herald Square Hotel per poi scomparire per sempre.
Ed ora era lì, seduta davanti a me.
Ma come aveva conosciuto Benjamin Wood?
Era arrivata a New York nel 1857, quando aveva 19 anni.
In quel periodo sentiva spesso parlare di Benjamin Wood, uomo d'affari e politico di 37 anni.
Non potendolo incontrare gli aveva scritto una lettera Image
Benjamin Wood era sposato con Delia Wood, sua seconda moglie, ma volle incontrarla lo stesso, rimanendo piacevolmente sorpreso di trovare una donna che non fosse affatto “brutta”.
Ida gli disse di essere la figlia di Henry Mayfield, un piantatore di zucchero della Louisiana. Image
Sua madre era Ann Mary Crawford, una discendente dei Conti di Crawford.
Ida divenne subito la sua amante e dopo la morte di Delia, avvenuta nel 1867, diventò anche la sua terza moglie
Ebbero una figlia, Emma Wood, nata prima del loro matrimonio.
Ida ebbe così accesso all'élite sociale e culturale di New York.
Ballò con il Principe di Galles durante la sua visita alla città nel 1860.
Meno di un anno dopo incontrò Abraham Lincoln, che si fermò a New York mentre si recava dall'Illinois a Washington come presidente eletto.
I giornalisti la chiamavano "la bella di New Orleans”. Ma tra lei e suo marito c’era una differenza enorme, sostanziale.
Ida eccelleva nel risparmiare denaro, suo marito invece era uno spendaccione imprudente e un appassionato giocatore d'azzardo.
Sempre scusandosi con Ida.
Ida gli impose un accordo.
Lui le avrebbe versato metà delle vincite, accollandosi però tutte le perdite.
Quando suo marito morì, nel 1900, tutto quello che aveva posseduto era ormai già nelle mani di Ida.
Ci sarebbe ancora molto da raccontare, ma lo spazio sta per esaurirsi.
Vi dico solo che la suite venne perquisita.
Ricordate gli spiccioli di mancia al cameriere?
In una scatola di scarpe trovarono 247.200 dollari in contanti, in banconote da 1.000 e 5.000 dollari.
In un vestito fu trovata una tasca di tela cerata contenente 500.000 dollari.
Vennero scoperti 54 bauli suoi.
All'interno giacevano pezze dei migliori merletti provenienti dall'Irlanda, da Venezia e dalla Spagna; abiti, collane, orologi, braccialetti, diademi e altri pezzi tempestati di gemme.
Inoltre diversi certificati d'oro da 1.000, 5.000 e 10.000 $ Image
In una vecchia scatola di cracker stantii venne trovata una collana di diamanti del valore di 40.000 dollari. Perché si era rifugiata per 24 anni in quella suite? Visto il clima finanziario del Paese aveva paura di perdere i suoi amati soldi.
Leggete sotto il seguito e la fine. Image

• • •

Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh
 

Keep Current with Johannes Bückler

Johannes Bückler Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

PDF

Twitter may remove this content at anytime! Save it as PDF for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video
  1. Follow @ThreadReaderApp to mention us!

  2. From a Twitter thread mention us with a keyword "unroll"
@threadreaderapp unroll

Practice here first or read more on our help page!

More from @JohannesBuckler

Nov 30
Basta sfogliare l’Annuario Pontificio 2023, che include Papa Francesco, per sapere che ci sono stati 266 regni dei pontefici.
Se non l’avete letto vi confiderò un segreto.
Ci sono stati 266 regni dei pontefici, ma non ci sono stati 266 Papi.
Poffarbacco, e come mai? Image
Perché nell’elenco io compaio ufficialmente per ben tre volte, tutte riconosciute come valide.
Non solo.
Voi pensate che Benedetto XVI sia stato l’unico Papa a dimettersi.
Invece si dimisero anche Clemente I, Ponziano, Celestino, Gregorio XII e…il sottoscritto. Image
Non solo.
Lo sapevate che nel 1046, caso unico, quattro Papi occuparono contemporaneamente il trono di San Pietro?
Furono Silvestro III, Gregorio VI , Clemente II e…il sottoscritto.
Dimenticavo.
Sono Papa Benedetto IX, nato Teofilatto. Image
Read 25 tweets
Nov 28
“Te hominem esse memento” continua a ripetergli l’auriga dietro di lui.
“Ricordati che sei solo un uomo”.
Strani questi Romani.
Forse per evitare che l’Imperatore Aureliano, mentre viene acclamato dalla folla romana, si monti troppo la testa nella gloria di questo momento?
Grazie Johannes per avermi dato la parola.
Per raccontare, in questo momento particolare, quello che sono stata.
Un consiglio prima.
Oggi voi non avete l’auriga, ma un naso da pagliaccio in tasca farebbe comodo a qualcuno di voi.
Quando uno comincia a montarsi la testa...
Detto ciò, Roma è in festa.
Ci sono tutti, popolani e patrizi ad assistere al trionfo dell’Imperatore Aureliano sul suo carro imperiale per la via Sacra di Roma.
Ma tutti guardano me, e le catene d’oro che mi trattengono.
Non ho mai abbassato lo sguardo, neppure per un attimo.
Read 25 tweets
Nov 27
Il progetto si chiamava “Carte du Cielè, atlante fotografico delle stelle.
A coordinarlo il direttore dell’osservatorio di Parigi, Amédée Mouchez.
Un progetto reso possibile dalle nuove tecniche fotografiche, come lastre ad emulsione in gelatina, molto sensibili e facili da usare Image
Dovete sapere che fino all’avvento della fotografia si era costretti a disegnare ciò che l’essere umano vedeva nell’oculare del telescopio.
Un lavoro lungo, soggettivo, dove spesse volte il disegno non rispecchiava esattamente la realtà.
Diciotto Osservatori con diciotto telescopi identici aderirono al progetto della "Carte du Ciel".
Ad ogni Osservatorio una porzione di cielo.
Tra gli osservatori era presente anche la Specola Vaticana.
Per analizzare 22.000 lastre fotografiche. Image
Read 11 tweets
Nov 24
Mi chiamavano “La fotografa dei mostri” e la cosa mi faceva letteralmente imbestialire.
Come è possibile chiamare “mostro” un essere umano?
Non è concepibile.
Che avrei dovuto fare?
Continuare ad essere una fotografa di moda?
Era stato l’incontro con la fotografa Lisette Model ad indirizzarmi verso quel tipo di fotografia.
Guardare un mondo diverso con altri occhi.
I miei occhi.
Perché quello era il mio mondo.
Lo avevo capito fin da piccola.
Io, e la mia cronica infelicità.
Mi chiamo Diane Nemerov e sono nata a New York il 14 marzo 1923.
La mia famiglia era proprietaria di una catena di negozi di pellicce, chiamata "Russek's".
Il nome di mio nonno.
Papà amava la pittura e fu naturale per me imparare a disegnare.
Read 18 tweets
Nov 22
Nella seconda metà dell’Ottocento le avevano misurate.
Il peso del cervello e le dimensioni del cranio? Inferiori.
La peluria facciale?
Inferiore.
Grandezza organi interni?
Inferiori.
Numerosi di globuli rossi?
Inferiori.
Per non parlare della brevità degli arti e dello scheletro
Quando scoprirono che le donne avevano qualcosa più dei maschi, come le pulsazioni, dissero che era la prova di un loro sottosviluppo.
E il tronco più lungo?
Vabbè, quello è il classico segno di infantilismo, dissero.
Caratteristica tipica dei bambini.
“Lombroso poi era andato giù duro.
“La donna non è criminale nella misura in cui lo è il genere maschile, ma non per maggiore moralità o buon senso; […] bensì in quanto incapace di essere criminale per mancanza di coraggio e di vigore fisico, nonché di intelligenza” Image
Read 23 tweets
Nov 21
Lo confesso, all’inizio avevo accettato il suo amore e l’avevo pure ricambiato.
Mi raccontò di avermi amata fin da subito, da quando durante una tregua di guerra mi aveva vista al campo dei Gepidi, il mio popolo.
Ma lui era sposato con Clotsuinda, figlia del re dei Franchi.
Costretto per motivi politici.
Nessun amore.
Tanto che non versò una lacrima quando la fragile moglie morì di parto.
Non avendomi dimenticata si era presentato a mio padre, re Cunimondo re dei Gepidi, a chiedere la mia mano.
Questo avrebbe significato anche un’alleanza.
Erano in guerra da anni, ma mio padre rifiutò di darmi in sposa a lui, al terribile Alboino, Re dei Longobardi. Alboino allora mi rapì, senza il mio consenso e con ira e sdegno da parte di mio padre.
Che smosse mari e monti fino ad arrivare all’Imperatore d’Oriente Giustiniano. Image
Read 25 tweets

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3/month or $30/year) and get exclusive features!

Become Premium

Don't want to be a Premium member but still want to support us?

Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal

Or Donate anonymously using crypto!

Ethereum

0xfe58350B80634f60Fa6Dc149a72b4DFbc17D341E copy

Bitcoin

3ATGMxNzCUFzxpMCHL5sWSt4DVtS8UqXpi copy

Thank you for your support!

Follow Us on Twitter!

:(