Johannes Bückler Profile picture
Dec 23 19 tweets 7 min read Read on X
Lungo un viale della città di Częstochowa si può incontrare una panchina.
Non la solita panchina, ma una panchina speciale, con una scultura in bronzo.
Raffigura una figura femminile seduta, con un gatto ai suoi piedi.
La targa dice che è dedicata a Halina Poświatowska. Image
Che poi sarei io.
Avrei dovuto immaginare che la mia vita non sarebbe stata per niente facile.
Fin dall’inizio.
Ero appena nata e già erano cominciati i problemi.
I miei genitori volevano chiamarmi Halina, ma il parroco, nel certificato di nascita, scrisse Helena.
Il motivo?
Secondo lui Halina non era presente nell’albo dei santi quindi aveva proposto ai miei genitori uno simile, Helena.
E quello scrisse nel certificato.
Una volta a casa i miei genitori continuarono a chiamarmi Halina.
A loro piaceva quello.
E pure a me.
Mi chiamo Halina, nata a Częstochowa il 9 maggio 1935.
Papà e mamma me lo hanno assicurato.
Sì, perché nell’atto di nascita, per errore, è stata scritta la data del 9 luglio.
E così nei libri della Parrocchia di Santa Barbara, sul certificato di battesimo.
Non un buon inizio.
Della mia infanzia ricordo pochissimo.
Ricordo invece perfettamente quando nel 1945 la mia famiglia fu costretta a nascondersi in una cantina. Avevo 10 anni.
Rimanemmo lì, in quella stanza buia, fredda e umida, fino alla liberazione di Częstochowa.
In quel periodo mi ammalai. Image
Angina la chiamarono.
Era solo l’inizio.
Cominciai a stare male, molto male.
Allora non capivo, ora so che fu una infezione da streptococco a causarmi, prima una specie di artrite, poi quei problemi al cuore.
Endocardite, un’infezione al cuore, a quei tempi incurabile. Image
Così con la fine della guerra mi ritrovai malata e impossibilitata a frequentare la scuola.
Ero sempre stanca.
E sempre a letto.
Però riuscivo a studiare e così mi presentai come privatista agli esami.
Prima al Ginnasio poi al liceo femminile “J. Słowacki”, a Częstochowa. Image
Mamma mi era sempre vicina.
A casa e all’ospedale.
Ero al sanatorio di Kudowa quando conobbi Adolfo.
Io ero nata come Halina Myga.
Lui si chiamava Adolfo Poświatowski, pittore e studente della Scuola Superiore di Cinematografia a Łódź.
Avrete compreso che diventò mio marito. Esattamente il 26 giugno 1954.
Lo avevo conosciuto al sanatorio perché anche lui era malato di cuore.
Quanto poteva durare la mia felicità?
La nostra felicità?
Circa due anni, poi lui morì.
Fu un duro colpo, durissimo, ma non fu il solo. Image
Come vi ho detto ero molto malata e i medici mi dissero che al massimo sarei vissuta altri sei mesi.
Sei mesi di vita.
Era il 1956 e avevo pubblicato 2 poesie.
“Felicità” e “L’uomo dell’Annapurna”.
Fu il mio medico e amico prof. Julian Aleksandrowicz a notare del talento in me. Image
E fu lui a organizzare il tutto.
Un’operazione al cuore negli USA, gratuita, grazie alla comunità polacca americana.
Partii proprio mentre la più prestigiosa casa editrice di Cracovia, la “Wydawnictwo Literackie” pubblicava la mia prima raccolta di poesie: “Inno idolatrico”. Image
Fui operata.
L’operazione riuscì perfettamente e presi la decisione di rimanere a studiare allo “Smith College” di Northampton.
Poi nel 1960 seguii i corsi estivi alla Columbia University.
Avevo borse di studio e amici, ma avevo troppa nostalgia di casa.
Tornai in Polonia. Image
Mi iscrissi alla facoltà di storia e filosofia presso l’Università Jaghellonica di Cracovia, “la città più bella del mondo”.
Continuando a pubblicare poesie.
Prima “La giornata odierna” poi Ode alle mani”, nel 1966.
Nel 1967 la mia autobiografia in prosa “Racconto per un amico”. Image
Avevo cambiato ufficialmente e finalmente il nome in Halina.
Ma ero sempre stanca.
Io volevo stare bene.
E così nell’autunno dello stesso anno presi la decisione di farmi operare di nuovo al cuore, a Varsavia.
Pochi giorni dopo ero morta.
Era l’11 ottobre 1967 e avevo 32 anni. Image
Un amico poeta scrisse di me: “Era alta, esile, molto bella. Una figura in parte primaverile, in parte autunnale[…].il suo cuore era malato, camminava con cautela, quasi avesse sotto i piedi un sottile strato di ghiaccio, o una gran quantità di foglie appena cadute dagli alberi” Image
“E’ sorprendente come questa giovane poetessa amasse e stimasse la vita… Era un amore essenzialmente religioso…Questa donna, che ad ogni emozione, ad ogni palpito del cuore rischiava la vita, cantava l’amore indomabile, sensuale…” Image
“Era una poesia luminosa, chiara…eravamo tutti stupiti dai suoi versi. Non potevamo credere che ci fosse qualcuno che nell’arco di qualche mese, forse di un anno, potesse rivivere, nelle parole, nelle metafore, nelle bellissime immagini, tutta la sua vita”. Image
Johannes è innamorato della mia poesia.
Lo so.
E da molti anni.
Da quando, in Polonia per lavoro, decise di fare una passeggiata lungo quel viale e camminando incontrò quella panchina.
Non la solita panchina.
Una panchina speciale, dedicata a Halina Poświatowska.
Dedicata a me.
Image
Image
“Amo la vita, amico mio, e anche quando essa mi ha ferita al punto che per un breve istante ho desiderato morire, neppure allora l’ho tradita”.
(Halina Poswiatowska)
Image
Image

• • •

Missing some Tweet in this thread? You can try to force a refresh
 

Keep Current with Johannes Bückler

Johannes Bückler Profile picture

Stay in touch and get notified when new unrolls are available from this author!

Read all threads

This Thread may be Removed Anytime!

PDF

Twitter may remove this content at anytime! Save it as PDF for later use!

Try unrolling a thread yourself!

how to unroll video
  1. Follow @ThreadReaderApp to mention us!

  2. From a Twitter thread mention us with a keyword "unroll"
@threadreaderapp unroll

Practice here first or read more on our help page!

More from @JohannesBuckler

Dec 22
Per sminuire il mio lavoro e rovinarmi la reputazione le grandi società chimiche spesero 250.000 dollari. Decine di articoli mi descrissero come una pazza visionaria.
Interviste a presunti scienziati cercarono di distruggere tutti i miei articoli dove avvisavo di quel pericolo. Image
Poi, non essendo riusciti ad ottenere il risultato sperato, si concentrarono sulla mia vita privata.
E soprattutto sul fatto di non avere competenze, essendo una donna.
Le accuse erano sempre le stesse.
Ero principalmente un’isterica e una “zitella senza figli”, amante dei gatti.
Lo so, come accuse non erano un granché, ma essendo a corto di argomenti…
Talmente a corto che arrivarono persino ad accusarmi di essere “un’amica di uccellini e coniglietti”. Effettivamente avevo paventato un mondo senza uccellini e coniglietti, ma avevo le mie buone ragioni. Image
Read 25 tweets
Dec 18
“Sono contrario alla mescolanza perché Il sangue dei neri è di minor valore.
Se lo mescoliamo col sangue dei bianchi finirà per far scomparire la cultura europea”.
L'allievo Josef annuì.
In fondo nessuno poteva contraddire l’affermazione del suo maestro, il dottor Eugen Fischer. Image
Quelle del suo maestro non erano semplici teorie.
Lui le aveva sperimentate sul campo.
Esattamente nel campo di concentramento tedesco di Shark Island.
Era stato proprio il suo maestro, alcuni mesi prima, a raccontargli tutta la storia.
Fin dall'inizio. Image
Tutto era cominciato nel 1885, dopo la Conferenza di Berlino, in cui le potenze europee si erano spartite il continente africano.
Alla Germania era stato assegnato anche il territorio noto come Deutsch-Südwestafrika (Africa tedesca del Sudovest), l'attuale Namibia. Image
Read 18 tweets
Dec 17
Mai avrei immaginato di scatenare tutto quel putiferio.
Allora ero un’educatrice che applicava terapie innovative per l’epoca (siamo nel 1938), rivoluzionarie nell’insegnamento, rivolte ai bambini con problemi di udito e linguaggio.
Eppure sono ricordata solo per quell’episodio
Un episodio che nulla aveva a che vedere con il mio lavoro.
Iniziato con un furto con scasso avvenuto nella mia abitazione e la convocazione del tribunale di Los Angeles come testimone.
Era il 9 novembre 1938.
E avevo 28 anni.
Mai immaginando quel che sarebbe successo
Quando entrai il tribunale il giudice Arthur S. Guerin, vedendomi, diede in escandescenze decidendo di sospendere il processo per 5 giorni.
Che avevo combinato per farlo arrabbiare in quel modo?
Qualcosa di terribile.
Per lui.
Mi ero presentata vestita con un paio di pantaloni. Image
Read 15 tweets
Dec 14
Oggi è il 23 marzo 2017.
Non è la prima volta che vengo ad Auschwitz.
Sono stanco, e non solo per i miei 83 anni.
Sono ormai trent’anni che cerco di portare alla luce le responsabilità di quell’azienda nello sterminio di milioni di esseri umani. Image
Era il 26 ottobre 1942 e sono certo che Kurt ripensò al suo passato.
Era stato assunto da quell'azienda come disegnatore tecnico e di strada ne aveva fatta parecchia.
Dopo nove anni era stato promosso ingegnere del reparto D.
E proprio in quel reparto aveva dato il meglio di sé. Image
Grazie al suo ingegno la sua ditta si stava aggiudicando tutti gli appalti.
Quel giorno era particolarmente euforico.
«Le mie idee sono davvero rivoluzionarie, posso supporre che mi concederete un bonus per il lavoro che ho fatto» aveva scritto in mattinata al suo direttore. Image
Read 19 tweets
Dec 12
Era il 21 giugno 1944, un mercoledì, quando Concetto Pettinato, direttore della Stampa, uscì con un articolo dal titolo: “Se ci sei, batti un colpo”.
A chi era rivolto quell’invito?
Al governo della Repubblica di Salò che era praticamente impotente nei territori formalmente suoi. Image
“Con le ordinanze scritte sulla carta non si va avanti. Si ha ormai bisogno di vedere, di sentire, di toccar con mano il Governo della Repubblica, perché in certe situazioni l’uomo crede solo alla presenza reale”. Insomma.
“Se ci sei, batti un colpo”. Image
Nessuno sentì mai quel colpo.
E come poteva arrivare da un “Governo fantasma” ormai tenuto in piedi dall’alleato tedesco?
Dopo l’8 settembre 1943 tutto era andato a catafascio.
Le Forze Armate certo, ma anche la rete ferroviaria e quasi tutti i servizi pubblici.
Read 25 tweets
Dec 10
C’è chi descrive la realtà nella sua interezza.
E poi c’è chi fa solo propaganda, che è una descrizione parziale e spesso falsa della stessa realtà. La propaganda mira a influenzare le opinioni e il comportamento altrui, a vantaggio di qualcuno, per determinati obiettivi. Image
Quante tecniche esistono per creare falsi messaggi, e per fare della propaganda credibile?
A decine.
Si va dalla "conventio ad tacendum", dove si scelgono le notizie da dare e quelle da nascondere, al “ricorso alla paura” per creare qualche ipotetico nemico immaginario. Image
Del “ricorso alla paura” fu maestro Goebbels, che riuscì a convincere milioni di tedeschi che qualcuno voleva la loro morte.
(Si servì anche delle idee e dei libri di Theodore N. Kaufman, uomo d'affari e scrittore ebreo americano) Image
Read 25 tweets

Did Thread Reader help you today?

Support us! We are indie developers!


This site is made by just two indie developers on a laptop doing marketing, support and development! Read more about the story.

Become a Premium Member ($3/month or $30/year) and get exclusive features!

Become Premium

Don't want to be a Premium member but still want to support us?

Make a small donation by buying us coffee ($5) or help with server cost ($10)

Donate via Paypal

Or Donate anonymously using crypto!

Ethereum

0xfe58350B80634f60Fa6Dc149a72b4DFbc17D341E copy

Bitcoin

3ATGMxNzCUFzxpMCHL5sWSt4DVtS8UqXpi copy

Thank you for your support!

Follow Us!

:(