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Dec 28 12 tweets 3 min read Read on X
"La guerra è un fatto, come tanti altri in questo mondo; è enorme, ma è quello solo; accanto agli altri, che sono stati e che saranno: non vi aggiunge; non vi toglie nulla.
Non cambia nulla, assolutamente nulla, nel mondo. Neanche la letteratura"
“La guerra non cambia niente.
Non migliora, non redime, non cancella; per sé sola. Non fa miracoli.
Non paga i debiti, non lava i peccati.
In questo mondo, che non conosce più la grazia”
"Ci saranno dei cambiamenti di tendenze politiche e di indirizzo morale; delle rettifiche e delle definizioni, così di confini geografici come di valori civili, che diminuiranno, in quel che si suol chiamare l’equilibrio mondiale, il tono di certe parti e ne accresceranno altre"
"Invecchieremo falliti.
Saremo la gente che ha fallito il suo destino.
Nessuno ce lo dirà, e noi lo sapremo; ci parrà d’averlo scordato, e lo sentiremo sempre; non si scorda il destino".
"E sarà inutile dare agli altri la colpa.
A quelli che fanno la politica o che la vendono; all'egoismo stolto che fa il computo dei vantaggi, e cerca nel giornale quanti sono stati i morti"
"Tutte le parole son buone, quando il senso di tutte è uno solo: siamo insieme, aspettando oggi, come saremo nell’andare, domani.
Fratelli? Sì, certo.
Non importa se ce n’è dei riluttanti; infidi, tardi, cocciuti, divisi; così devono essere i fratelli in questo mondo che non è"
"Purché si vada!
Dietro di me son tutti fratelli, quelli che vengono, anche se non li vedo o non li conosco bene.
Mi contento di quello che abbiamo di comune, più forte di tutte le divisioni.
Mi contento della strada che dovremo fare insieme, e che ci porterà tutti egualmente":
"e sarà un solo passo, un respiro, una cadenza, un destino solo, per tutti.
Dopo i primi chilometri di marcia, le differenze saranno cadute come il sudore a goccia a goccia dai volti bassi giù sul terreno, fra lo strascicare dei piedi pesanti e il crescere del respiro grosso"
e poi ci sarà solo della gente stanca che si abbatte, e riprende lena, e prosegue; senza mormorare senza entusiasmarsi; è così naturale fare quello che bisogna.
Non c’è tempo per ricordare il passato o per pensare molto, quando si è stretti gomito a gomito"
Tratto da "Esame di coscienza di un letterato" di Renato Serra, critico letterario e scrittore italiano.
Apparso sulla «Voce» del 30 aprile 1915, meno di tre mesi prima che il suo autore, partito volontario, fosse ucciso da un cecchino sul monte Podgora. Image
Scritto fondamentale per comprendere lo spirito con il quale molti letterati italiani affrontarono la Grande Guerra abbandonando la letteratura a favore della propaganda politica. Image
Renato Serra, aveva trent’anni, quando "la trincea lo accolse tra le sue grette spire, strappandolo alla vita e condannandolo a un’eterna giovinezza".
Ormai consapevole che "la guerra è solamente una perdita cieca, un dolore, uno sperpero, una distruzione enorme e inutile”. Image

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Dec 23
Lungo un viale della città di Częstochowa si può incontrare una panchina.
Non la solita panchina, ma una panchina speciale, con una scultura in bronzo.
Raffigura una figura femminile seduta, con un gatto ai suoi piedi.
La targa dice che è dedicata a Halina Poświatowska. Image
Che poi sarei io.
Avrei dovuto immaginare che la mia vita non sarebbe stata per niente facile.
Fin dall’inizio.
Ero appena nata e già erano cominciati i problemi.
I miei genitori volevano chiamarmi Halina, ma il parroco, nel certificato di nascita, scrisse Helena.
Il motivo?
Secondo lui Halina non era presente nell’albo dei santi quindi aveva proposto ai miei genitori uno simile, Helena.
E quello scrisse nel certificato.
Una volta a casa i miei genitori continuarono a chiamarmi Halina.
A loro piaceva quello.
E pure a me.
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Dec 22
Per sminuire il mio lavoro e rovinarmi la reputazione le grandi società chimiche spesero 250.000 dollari. Decine di articoli mi descrissero come una pazza visionaria.
Interviste a presunti scienziati cercarono di distruggere tutti i miei articoli dove avvisavo di quel pericolo. Image
Poi, non essendo riusciti ad ottenere il risultato sperato, si concentrarono sulla mia vita privata.
E soprattutto sul fatto di non avere competenze, essendo una donna.
Le accuse erano sempre le stesse.
Ero principalmente un’isterica e una “zitella senza figli”, amante dei gatti.
Lo so, come accuse non erano un granché, ma essendo a corto di argomenti…
Talmente a corto che arrivarono persino ad accusarmi di essere “un’amica di uccellini e coniglietti”. Effettivamente avevo paventato un mondo senza uccellini e coniglietti, ma avevo le mie buone ragioni. Image
Read 25 tweets
Dec 18
“Sono contrario alla mescolanza perché Il sangue dei neri è di minor valore.
Se lo mescoliamo col sangue dei bianchi finirà per far scomparire la cultura europea”.
L'allievo Josef annuì.
In fondo nessuno poteva contraddire l’affermazione del suo maestro, il dottor Eugen Fischer. Image
Quelle del suo maestro non erano semplici teorie.
Lui le aveva sperimentate sul campo.
Esattamente nel campo di concentramento tedesco di Shark Island.
Era stato proprio il suo maestro, alcuni mesi prima, a raccontargli tutta la storia.
Fin dall'inizio. Image
Tutto era cominciato nel 1885, dopo la Conferenza di Berlino, in cui le potenze europee si erano spartite il continente africano.
Alla Germania era stato assegnato anche il territorio noto come Deutsch-Südwestafrika (Africa tedesca del Sudovest), l'attuale Namibia. Image
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Dec 17
Mai avrei immaginato di scatenare tutto quel putiferio.
Allora ero un’educatrice che applicava terapie innovative per l’epoca (siamo nel 1938), rivoluzionarie nell’insegnamento, rivolte ai bambini con problemi di udito e linguaggio.
Eppure sono ricordata solo per quell’episodio
Un episodio che nulla aveva a che vedere con il mio lavoro.
Iniziato con un furto con scasso avvenuto nella mia abitazione e la convocazione del tribunale di Los Angeles come testimone.
Era il 9 novembre 1938.
E avevo 28 anni.
Mai immaginando quel che sarebbe successo
Quando entrai il tribunale il giudice Arthur S. Guerin, vedendomi, diede in escandescenze decidendo di sospendere il processo per 5 giorni.
Che avevo combinato per farlo arrabbiare in quel modo?
Qualcosa di terribile.
Per lui.
Mi ero presentata vestita con un paio di pantaloni. Image
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Dec 14
Oggi è il 23 marzo 2017.
Non è la prima volta che vengo ad Auschwitz.
Sono stanco, e non solo per i miei 83 anni.
Sono ormai trent’anni che cerco di portare alla luce le responsabilità di quell’azienda nello sterminio di milioni di esseri umani. Image
Era il 26 ottobre 1942 e sono certo che Kurt ripensò al suo passato.
Era stato assunto da quell'azienda come disegnatore tecnico e di strada ne aveva fatta parecchia.
Dopo nove anni era stato promosso ingegnere del reparto D.
E proprio in quel reparto aveva dato il meglio di sé. Image
Grazie al suo ingegno la sua ditta si stava aggiudicando tutti gli appalti.
Quel giorno era particolarmente euforico.
«Le mie idee sono davvero rivoluzionarie, posso supporre che mi concederete un bonus per il lavoro che ho fatto» aveva scritto in mattinata al suo direttore. Image
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Dec 12
Era il 21 giugno 1944, un mercoledì, quando Concetto Pettinato, direttore della Stampa, uscì con un articolo dal titolo: “Se ci sei, batti un colpo”.
A chi era rivolto quell’invito?
Al governo della Repubblica di Salò che era praticamente impotente nei territori formalmente suoi. Image
“Con le ordinanze scritte sulla carta non si va avanti. Si ha ormai bisogno di vedere, di sentire, di toccar con mano il Governo della Repubblica, perché in certe situazioni l’uomo crede solo alla presenza reale”. Insomma.
“Se ci sei, batti un colpo”. Image
Nessuno sentì mai quel colpo.
E come poteva arrivare da un “Governo fantasma” ormai tenuto in piedi dall’alleato tedesco?
Dopo l’8 settembre 1943 tutto era andato a catafascio.
Le Forze Armate certo, ma anche la rete ferroviaria e quasi tutti i servizi pubblici.
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