Il turismo come ultima frontiera dello "sviluppo" italiano, mentre il declino accelera. Dopo la pandemia il trend è diventato inequivocabile e non verrà fermato a breve. Anzi, nei prossimi anni ci sarà un'ulteriore spinta alla divisione dell'Italia in 3 macroaree che
1/10
possiamo riassumere così: 1) Un'area nord-orientale che assorbe i giovani in fuga dal Sud, mantiene quel che rimane dell'industria italiana e il settore dei servizi collegati alla globalizzazione. 2) Città d'arte che diventano luna
2/10
Mappa originale di @Ruffino_Lorenzo
park invivibili, dedicate ai turisti stranieri, e altre zone turistiche sparse per la Penisola che vivono di rendita. 3) Province/aree interne depresse, in rapido spopolamento, soprattutto in Piemonte, Isole e nel Sud Italia. Come si possa tenere in piedi una nazione con
3/10
queste divergenze interne è un assoluto mistero. Ma il trend della "turistificazione all'estrema potenza" non verrà fermato a breve. In primis perché il turismo globale continua a crescere, grazie all'ascesa delle classi medie dei Paesi emergenti che
4/10
Proiezioni del 2018
viaggeranno sempre di più. Le località più belle a livello mondiale sono sempre le solite (tipo Venezia) e non si possono replicare. Questo flusso "impoverente" farà si che in Italia si investirà meno in nuove imprese, tecnologie e ricerca scientifica, preferendo la
5/10
rendita grazie agli immobili accumulati, sfruttando allo stesso tempo i lavori a basso valore aggiunto. Inoltre la nazione italiana è demograficamente vecchia, con pochi giovani e sempre meno voglia di cambiare le cose. Situazione alimentata pienamente anche da una classe
6/10
dirigente che non crede nella ricerca, nell'elaborazione di nuovi poli culturali, scientifici, etc. La rendita, la tutela del gretto status quo, il crollo demografico e la fuga dei cervelli sono diventati i cardini dell'evoluzione italiana degli ultimi 2 decenni. Non è un
7/10
caso che una delle mode che ha preso più piede in Italia negli ultimi 10 anni sia quella di aprire un'attività nel settore "food", mica quella di investire massicciamente sulle tecnologie di frontiera o sulla ricerca scientifica/culturale. Giustamente qualcuno si farà la
8/10
fatidica domanda: come ne usciamo? Sulla carta esistono mille piani. Nella realtà mancano organizzazioni, forze nuove e poteri effettivi votati al cambiamento. Ripeto: la rendita - l'eredità accumulata - è diventata un elemento centrale del Paese e ognuno difende il proprio
9/10
cortile (chi più, chi meno). Mica si pensa alla rivoluzione o al futuro con slancio. A sistema globale vigente, salvo futuri scossoni nella UE o altrove, i trend sono questi. Se ci sono realtà italiane "rivoluzionarie" in ascesa, segnalatele pure. Magari ci sono novità...
10/10
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
È tornato a circolare un sondaggio che dimostrerebbe la scarsa voglia di combattere degli italiani (e degli europei)... In realtà il sondaggio di Gallup è del marzo scorso ed è abbastanza superficiale, da prendere con le pinze. Sono state intervistate oltre 46.000 persone
1/9
di 45 nazioni, dai 18 anni in su, con metodologie diverse. Stilando fra l'altro classifiche a dir poco controverse in cui i sauditi risultano super-combattivi, mentre gli italiani sono i peggiori in assoluto. La stessa domanda < Se ci fosse una guerra che coinvolge la
2/9
tua nazione, saresti disposto a combattere per il tuo Paese? > è molto ambigua. Che tipo di guerra? Perché un conto è un ipotetico conflitto sul fronte orientale contro la Russia, un altro invece è la resistenza contro un'invasione. Guerre diverse, reazioni diverse. Inoltre
3/9
Mi spiace dirlo, ma l'Italia non si adatterà in maniera efficace con la crisi climatica-ambientale in peggioramento. Ora si parla di emergenza siccità in Sicilia, ma è bene far notare come "funziona" la macchina
1/11
Mappa sulla siccità dello "European Drought Observatory"
politico-burocratica dello Stato italiano di fronte alle crisi sistemiche. Della questione climatica si parla da decenni, ma per avere il leggendario "Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC)" abbiamo dovuto aspettare la fine del 2023... dopo un iter
2/11
burocratico lunghissimo, totalmente inaccettabile. Per far capire la lentezza nell'adozione dei fondamentali piani di adattamento, faccio un breve riassunto di alcune tappe: i primi timidi accenni li ritroviamo già nel 2006 e soprattutto nel 2010. Ma per ottenere qualcosa
La piattaforma americana che doveva fornire aiuti alimentari ai palestinesi di Gaza verrà smantellata dopo appena 2 mesi e 230 milioni di dollari buttati via. Nei circa 21 giorni di operatività sono state scaricate dal molo più o meno 8.800 tonnellate di aiuti, pari a
1/8
un solo giorno di consegne prima dell'inizio della guerra a Gaza. L'amministrazione Biden non è stata in grado e soprattutto non ha voluto premere sul governo di Netanyahu per aprire dei grandi corridoi umanitari, nonostante Israele controlli militarmente ogni accesso alla
2/8
striscia di Gaza. In sintesi il pontile umanitario americano è stata sostanzialmente un'operazione mediatica per far finta di aiutare i palestinesi. Ma che agli occhi del mondo si è trasformata nell'ennesimo simbolo del disastro politico degli americani in Medio Oriente. Nel
3/8
Il salari reali degli italiani sono al palo o in calo rispetto agli anni '90, a seconda delle statistiche prese in esame. I peggiori d'Europa. Una notizia che esce ormai ciclicamente, ma che non suscita grosse reazioni. Qualche commento online e fine. Perché? Questa è
veramente la questione da indagare. Sono state pubblicate tantissime analisi sul disastro economico italiano, sugli errori, gli orrori e le politiche sbagliate. Ma ben poche analizzano la scarsa reazione della gente di fronte ai bassi stipendi. Fra i tanti motivi mi
2/10
concentrerei su 3 aspetti particolari che stiamo osservando in questo periodo: 1) Eredità: tanti millennial godono dell'eredità o delle pensioni di genitori/nonni, grazie al quale hanno acquistato casa, auto o avuto aiuti economici. Questo ha creato un cuscinetto che
L'Italia si conferma implacabilmente, giorno dopo giorno, come il Paese dove è impossibile discutere seriamente dei problemi della nazione. In questo caso della crisi demografica. Ma proviamo a partire da questo grafico interessante che mostra
1/9
Fonte grafico: @Zeta_Luiss
come si è spostata l'età media al parto dal 1995 a oggi, fino a raggiungere i 32,5 anni nel 2023. Un cambiamento strutturale che ha diminuito la natalità italiana ed è il frutto dell'incrocio di 2 grandi cambiamenti: 1) La rivoluzione del boom economico e del diffondersi del
2/9
benessere materiale di massa negli anni '60/'70, con l'aumento del livello d'istruzione, l'allungarsi degli studi, il focus sulla carriera lavorativa e sul proprio benessere personale, con l'instaurazione di modelli sociali diversi. Un cambiamento che più o meno è avvenuto
3/9
Dov'è il punto di rottura di questo teatrino tardo-imperiale? Questa ormai è l'unica domanda da porsi osservando non solo la politica, ma anche tutto il sistema mediatico-culturale occidentale. L'account del leader della prima Potenza globale pubblica insulti
1/12
infantili, mentre il rivale fa altrettanto, in un perenne show degradante senza fine. Dietro di loro eminenze mediocri e potentati vari sperano di lucrare sugli apparati in decadenza, mentre i problemi interni ed esterni si accumulano. Il sistema mediatico rilancia e va a
2/12
rimorchio di questo delirio, de facto selezionando la "classe dirigente" in base all'intrattenimento che è in grado di mettere in piedi. Ora la discussione giornalistica si è focalizzata sulle capacità intellettive del presidente Biden, quando la cosa era chiara a chiunque