In questi giorni di ferie estive, il senatore pillon, evidentemente libero da impegni istituzionali e da banchetti talebani dei pro vita, ha scritto un trattatello su Imane Khelif, la sua più recente ossessione.
Voglio dedicargli un piccolo thread.
La storia inizia il 30 luglio.
Non commenterò le parole del pillon, non serve, lui dice tutto.
Ieri, l’ultimo, ma credo non il conclusivo, in cui si preoccupa un po’ per quelli che Imane Khelif sta denunciando per le infamie che hanno detto su di lei.
Simo, pensa che bello sarebbe poter condividere la prigione con Musk e Rowling!
Purtroppo a questa meravigliosa storia d’amore manca il capitolo in cui Simo fa anche sfoggio di qualche sua competenza medica, ma purtroppo l’odio dei “sinistri” gliel’ha fatto togliere. Ma io voglio far onore alla sua Conoscenza e lo rimetto.
Dal 30 luglio a oggi, non c’è stato giorno in cui Simo non abbia dedicato un pensiero a Imane, anche più volte in una giornata.
E nemmeno una menzione d’onore, per questo piccolo odiatore spacciatore di fango e fake, dategli un piccolo premio, @ImaneKhelif @BoudiNabil
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
La lettera scritta dal prigioniero israelo-americano Keith Siegel prima di essere rilasciato.
“Mi chiamo Keith Siegel. Sono stato tenuto prigioniero a Gaza dal 7 ottobre 2023 fino a gennaio 2025.
I combattenti che mi hanno sorvegliato durante questo periodo hanno assicurato che
tutti i miei bisogni fossero soddisfatti: cibo, acqua, medicine, vitamine, trattamento per la cura degli occhi, un misuratore di pressione sanguigna e altro ancora. Quando mi sono sentito male mi hanno portato un medico.
Hanno anche risposto alle mie esigenze dietetiche,
assicurandomi di ricevere cibo adatto: vegetariano e senza olio. Le mie guardie mi hanno trattato bene.
Credo che il governo israeliano non abbia fatto ciò che era necessario per raggiungere un accordo per riportare a casa i prigionieri e porre fine alla guerra. Questo ha causato
È tradotto, ma lo riscriverei mille volte.
La scrittrice palestinese Susan Abulhawa dice ciò che è essenziale per capire.
Quello che sa bene anche chi fa finta di non capire, e non sapere:
“Se i palestinesi avessero passato gli ultimi 80 anni a rubare le case degli ebrei,
cacciandoli, opprimendoli, imprigionandoli, avvelenandoli, uccidendoli, torturandoli e stuprandoli.
Se i palestinesi avessero ucciso circa 300.000 ebrei in un anno, preso di mira i loro giornalisti,pensatori, operatori sanitari,atleti, artisti.
Se i palestinesi mandassero
in giro i loro figli a piedi nudi con le scodelle vuote, e gli facessero raccogliere i brandelli dei propri genitori in sacchetti di plastica, seppellire i propri fratelli, cugini, amici.
Se gli facessero desiderare di morire, solo per riunirsi alla propria famiglia e non dover
Voglio riscriverla anche io, perché la lettera che Emanuele Ranucci, figlio di Sigfrido, scrive in risposta all’infame mercenaro de il Foglio è un capolavoro:
“sono il figlio di Sigfrido Ranucci e nonostante alcune volte me ne sorprenda anche io, non sono ancora orfano di padre.
Vivo da sempre con il pensiero, il timore che ogni volta che saluto mio padre possa essere l'ultima, del resto credo sia inevitabile quando vivi per decenni sotto scorta, quando hai sette anni e ci sono i proiettili nella cassetta della posta di casa tua, quando vai a mangiare al
ristorante e ti consigliano di cambiare aria perché non sei ben gradito nella regione, quando ti svegli una mattina e trovi scientifica, polizia, carabinieri e DIGOS in giardino perché casualmente sono stati lasciati dei bossoli, quando ricevi giornalmente minacce, pacchi
Qui è come a @ilfoglio_it trattavano l’assassinio di Shireen Abu Akleh, una giornalista importante, un simbolo, “la voce della Palestina”, uccisa nel 2022 mentre faceva il suo lavoro, con mirati colpi alla testa dei cecchini israeliani.
Insinuando che la sua esecuzione fosse
giustificata. E solo “un guaio per Benett”.
Poi un altro articolo, pieno di dubbi su come fossero andate le cose, sia per l’assassinio che per le violenze al funerale, e giustificazioni su quelle che, ahi loro, erano troppo evidenti per poter essere mistificate per dire come
Israele chiude la bocca ai giornalisti da sempre.
E poi il finale che dice perfettamente cosa sono “Basta niente e tutto prende fuoco”. Niente, perché Shireen Abu Akleh era solo una giornalista palestinese, la voce della Palestina.
Ecco, quando Cecilia Sala sarà liberata, le
L’articolo di Hareetz "Quando lasci Israele ed entri a Gaza,sei Dio", dello psicologo israeliano Yoel Elizur, non è una denuncia ma il tentativo di fermare una deriva ritenuta devastante per la sua società.
Alcune testimonianze ricevute dai soldati:
1“E come una droga, ti senti
come se fossi la legge, fai le regole. Come se dal momento in cui lasci Israele ed entri nella Striscia di Gaza, tu sei Dio"
2“Non ho problemi con le donne. Una mi ha lanciato una pantofola, quindi le ho dato un calcio qui (l'inguine), le ho rotto tutto. Ora non può avere figli"
3“Mi sentivo come un nazista... sembrava esattamente che fossimo in realtà i nazisti e loro erano gli ebrei"
4“Non c'era un'anima per le strade, solo un bambino di 4 anni che giocava nella sabbia nel suo cortile. Il comandante lo afferra e gli rompe il braccio all’altezza del
Hanno provato a infamarla per delegittimarne lavoro, ruolo e persona, continuano con insulti e minacce, inventano falsità e ingiurie, perché @FranceskAlbs racconta i fatti senza farsi intimidire dal metodo che usano sempre e ne rivela crimini e ipocrisie: “Quello che sta
succedendo a Gaza è la vergogna del secolo. Gaza è stata cancellata. Non è rimasto quasi nulla se non la disperazione delle persone che continuano a morire. Guarda le torture, guarda chi è stato ucciso: medici, infermieri, studenti, madri, bambini. 17.000 bambini.
Guarda cosa i
hanno fatto e detto i soldati, e poi abbi il coraggio di dire che non è un genocidio.
Questo genocidio non sarebbe stato possibile senza lo scioccante copertura dei media. Il ruolo svolto dai grandi media nel giustificare i crimini, diffondendo disinformazione, come i 40 bambini