Nel giro di 2 decenni, ma molto probabilmente prima, la situazione lavorativa italiana sarà totalmente insostenibile a causa della crisi demografica. Troppi pensionati, troppi anziani, pochi lavoratori giovani. Questo senza flussi migratori. Per
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Grafico via @FaccioTommaso
tale motivo, dopo aver ignorato la demografia per lunghissimo tempo, stanno venendo ora formulate varie proposte per attirare i "migranti qualificati". Ma questi discorsi si schiantano non solo contro la dinamica politica attuale dove le forze di centro-destra, sovraniste,
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etc, hanno rivendicato a lungo la volontà di ridurre nettamente i migranti in entrata (salvo poi fare "decreti flussi" sotto pressione degli industriali). Ma anche contro la retorica facilona sull'"integrazione felix " presente nei partiti di centro-sinistra e soprattutto
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contro le incredibili contraddizioni del sistema italiano: un sistema che fa scappare decine di migliaia di giovani qualificati ogni anno, ma che allo stesso tempo cerca di far arrivare gente qualificata dall'estero... perché costa meno. Uno dei tanti sintomi della
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tristissima dissoluzione del modello italiano, che forma talenti, li sfrutta, li fa scappare via, ma per inefficienze storiche, produttive, statali, private, culturali, politiche, etc, ha bisogno di manodopera low-cost. Che fra l'altro rischia di non trovare. Perché il
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cosiddetto "inverno demografico" sta colpendo gran parte delle nazioni più ricche, che ora faranno a gara per attirare i vari lavoratori qualificati. Mentre le stesse nazioni in via di industrializzazione cercheranno di trattenere i propri talenti. In questa caccia alle
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giovani forze produttive, l'Italia offre un sistema lontano dalle frontiere tecnologiche, a basso valore aggiunto in molti comparti, con poche nicchie ancora efficaci, poco attrattivo per scienziati/studiosi dall'estero, se non in minima parte. Ma non solo: gli stessi
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migranti più poveri, provenienti da Asia e Africa, negli ultimi 15 anni hanno preferito in gran parte usare il nostro Paese come luogo di transito, invece che rimanere in pianta stabile. Infine rimane la grande e complessa questione dell'integrazione, discussa malamente
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dalle varie forze politiche con retoriche ideologicamente & politicamente ottuse. Invece la questione demografica viene ancora discussa poco, troppo poco e spesso con estrema faciloneria. Manca un dibattito nazionale, manca un focus serio dentro enti, associazioni,
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istituti, mass media e partiti, che preferiscono occuparsi di altro. Ed è veramente incredibile, considerato che la crisi demografica stravolgerà completamente l'Italia da qui al 2050. Cecità totale.
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La politica internazionale con le modalità di "The Apprentice"... Ma la politica estera non funziona così e non si fa cosi.
Verso la fine dell'incontro fra la leadership americana e il presidente ucraino Zelensky, Trump afferma: <<Questo sarà
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Il video di Trump su Gaza...
fantastico mediaticamente. Ve lo dico>>. Proprio questa frase rivela, più di ogni altra cosa, il profondo cortocircuito che si è innestato nella politica occidentale, dove intrattenimento spicciolo, politica sbrigativa, battute ad effetto, polemiche virali e atteggiamenti
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tenuti apposta per esaltare la propria tifoseria, sono ormai la pratica quotidiana. Qualsiasi serio paletto è saltato per aria e il figlio di Trump rilancia tranquillamente post infantili, seguendo le orme del padre nell'intrattenimento vorticoso senza responsabilità,
La Russia sarebbe collassata. Il Pil russo doveva crollare dell'11,2%. Avrebbe fatto la fine dell'URSS... Nulla di tutto questo è mai accaduto. Anzi, passati 3 anni dall'inizio del più violento conflitto del XXI sec. il regime di Putin è ancora qui, la Russia avanza e viene
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ora invitata ai grandi tavoli dal suo diretto avversario: gli USA. Nel flusso enorme di notizie, propaganda e dichiarazioni politiche spesso la memoria si perde via, ma nel 2022 erano in tanti, come Mario Draghi, a pensare che la Russia sarebbe finita in fretta a KO contro
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il ben più ricco e potente Occidente. Draghi e altri, fra giornalisti, politici e analisti, si basavano su tutta una serie di previsioni dell'FMI, della Banca Mondiale e altri enti che pronosticavano il crollo russo. Previsioni sistematicamente sbagliate, che venivano
Che fine farà il presidente ucraino Zelensky?
Ogni giorno che passa la sua posizione politica diventa sempre più fragile, instabile, con una parte degli alleati allo sbando (Paesi europei) e un'altra (gli USA) che lo considera ormai una figura di secondo piano, da
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trattare malamente. Le critiche di Zelensky rivolte a Trump hanno scatenato la furia dell'imperatore d'oltreoceano, specialmente quando il suddetto è un personaggio assai narcisista e permaloso. Zelensky si trova in notevole difficoltà, schiacciato dall'andamento negativo
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della guerra e la nuova volontà americana di raggiungere un accordo complessivo con la Russia, che vada ben oltre la questione bellica. Viene in mente a tal proposito la famosa battuta di Kissinger espressa nel 1968 durante il conflitto del Vietnam, che rivela la feroce
<< Le spese militari devono aumentare oltre il 3% del Pil >>: per l'Italia vorrebbe dire passare dai circa 32 miliardi odierni a oltre 64 miliardi di euro spesi ogni anno per la Difesa. Praticamente più del doppio... In quanto tempo? Come? Spesi esattamente in cosa? Nel
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frattempo il presidente Trump, da affarista spregiudicato, ha già chiesto di alzare al 5% del Pil, in modo da costringere gli alleati ad aumentare le commesse militari verso gli USA. Quindi le pressioni sui membri della NATO proseguiranno, come ha fatto
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Fonte: Askanews
capire il ministro Crosetto. Tempi turbolenti= - burro, + cannoni. Ma questo viene proposto in un Paese in declino, con l'economia al palo, il debole welfare state che cade a pezzi e il governo che sostanzialmente non trova soldi per la ricerca & i giovani. Si chiede il
L'Ucraina, la telefonata Trump-Putin, le dichiarazioni del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, le reazioni imbarazzate dei leader europei, fanno venire in mente il famoso motto attribuito a Kissinger: <L'America non ha amici o nemici permanenti, solo interessi>. Attribuito
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fra l'altro erroneamente, in quanto la citazione originale è dell'ex premier britannico Henry John Temple (Lord Palmerston) pronunciata quasi 2 secoli fa. Ma la brutale "realpolitik" espressa dalla frase fa ora capolino nel discorso mediatico occidentale, suscitando
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pesanti reazioni nel continente europeo dove per 3 anni era stata imposta da diversi leader, analisti e mass media, una narrazione massimalista con paragoni legati alla II guerra mondiale, alla lotta contro il III Reich (fra l'altro paragone usato recentemente da
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L'economia al palo, la produzione industriale in calo, l'automotive che affonda e le frivole polemiche mediatiche per deviare il dibattito: - 7,1 % rispetto a dicembre 2023 e -3,5% di calo complessivo nel 2024. La cosa non stupisce affatto, date le condizioni
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Dati Istat
del Paese e la situazione europea. Semmai quello che stupisce è il fatto che l'Italia regga ancora, visto il declino sistemico in corso. Questo vuol dire che ci sono ancora tanti settori funzionanti, ma chissà per quanto. Il Paese regge ancora grazie ai servizi ed un
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buon 71% dell'economia italiana è basato su questi, mentre l'industria pesa per circa il 20%. Ma il punto è: come hanno compensato i servizi? Con quali posti di lavoro? Una breve analisi di Confindustria di novembre 2024 fa notare che il turismo sta in parte compensando