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Nov 26 10 tweets 4 min read Read on X
Nel giro di 2 decenni, ma molto probabilmente prima, la situazione lavorativa italiana sarà totalmente insostenibile a causa della crisi demografica. Troppi pensionati, troppi anziani, pochi lavoratori giovani. Questo senza flussi migratori. Per

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tale motivo, dopo aver ignorato la demografia per lunghissimo tempo, stanno venendo ora formulate varie proposte per attirare i "migranti qualificati". Ma questi discorsi si schiantano non solo contro la dinamica politica attuale dove le forze di centro-destra, sovraniste,

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etc, hanno rivendicato a lungo la volontà di ridurre nettamente i migranti in entrata (salvo poi fare "decreti flussi" sotto pressione degli industriali). Ma anche contro la retorica facilona sull'"integrazione felix " presente nei partiti di centro-sinistra e soprattutto

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contro le incredibili contraddizioni del sistema italiano: un sistema che fa scappare decine di migliaia di giovani qualificati ogni anno, ma che allo stesso tempo cerca di far arrivare gente qualificata dall'estero... perché costa meno. Uno dei tanti sintomi della

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tristissima dissoluzione del modello italiano, che forma talenti, li sfrutta, li fa scappare via, ma per inefficienze storiche, produttive, statali, private, culturali, politiche, etc, ha bisogno di manodopera low-cost. Che fra l'altro rischia di non trovare. Perché il

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cosiddetto "inverno demografico" sta colpendo gran parte delle nazioni più ricche, che ora faranno a gara per attirare i vari lavoratori qualificati. Mentre le stesse nazioni in via di industrializzazione cercheranno di trattenere i propri talenti. In questa caccia alle

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giovani forze produttive, l'Italia offre un sistema lontano dalle frontiere tecnologiche, a basso valore aggiunto in molti comparti, con poche nicchie ancora efficaci, poco attrattivo per scienziati/studiosi dall'estero, se non in minima parte. Ma non solo: gli stessi

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migranti più poveri, provenienti da Asia e Africa, negli ultimi 15 anni hanno preferito in gran parte usare il nostro Paese come luogo di transito, invece che rimanere in pianta stabile. Infine rimane la grande e complessa questione dell'integrazione, discussa malamente

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dalle varie forze politiche con retoriche ideologicamente & politicamente ottuse. Invece la questione demografica viene ancora discussa poco, troppo poco e spesso con estrema faciloneria. Manca un dibattito nazionale, manca un focus serio dentro enti, associazioni,

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istituti, mass media e partiti, che preferiscono occuparsi di altro. Ed è veramente incredibile, considerato che la crisi demografica stravolgerà completamente l'Italia da qui al 2050. Cecità totale.

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