🧵 Ieri l'ambasciatore russo Paramonov si è recato a Vagli Sotto (LU), su invito del sindaco Puglia ed in presenza di ex militari italiani appartenenti all'associazione "Cuore Russo". Ha colto l'occasione per fare propaganda anti-NATO.
Perché a causa della furia russificatrice che ha colto l'Italia nell'ultimo decennio, effetto della guerra non lineare condotta dalla Russia contro il nostro Paese, a Vagli, nel 2017, venne stranamente eretta una statua dedicata ad un militare russo morto in Siria.
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Militare che non c'entra nulla con l'Italia, di cui non interessa nulla a nessuno, a cui nessuno in Italia deve nulla, e la cui presenza in Siria, anzi, era da leggere in chiave antioccidentale.
Eppure, nel Paese di Pulcinella che è l'Italia, c'è una statua dedicata a lui.
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Alla cerimonia di inaugurazione di questo obbobrio era presente l'allora direttore del Centro Culturale russo di Roma, ovvero Oleg Osipov, padre di Irina Osipova.
All'epoca il sindaco Puglia si schierò dalla parte della Russia "con affermazioni piuttosto pesanti".
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Un anno prima, presso lo stesso Centro, l'Associazione Nazionale Paracadutisti intitolò un corso alla memoria del militare russo, il cui compito in Siria era quello di individuare i bersagli per l'aviazione russa.
Indicava cioè dove bombardare.
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Insomma, per qualche ragione è stato più celebrato questo criminale di guerra russo, di cui in Italia non interessa nulla a nessuno, rispetto ai militari italiani caduti nelle varie missioni all'estero.
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In che modo bisogna leggere ed interpretare questa vicenda?
L'inaugurazione della statua, e più in generale la celebrazione di questo criminale russo, è un'operazione di guerra non lineare attraverso la quale si cerca di affermare la narrazione russa in un Paese NATO.
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Per fare questo, si crea a tavolino una figura eroica alla solita maniera russa, cioè ammantando un criminale di guerra di un'aura di eroismo, costruendo attorno alla sua figura un racconto
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in cui ciò che vero, ciò che è inventato e ciò che non è verificabile si mescolano in un maleodorante potpourri propagandistico.
E quindi un militare che era in Siria per uccidere e far uccidere civili ed oppositori diventa un eroe caduto nella lotta al terrorismo.
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È come se domani in Italia venisse eretta una statua ad uno dei criminali di Bucha in quanto emblema della lotta contro il nazismo e l'imperialismo dell'Occidente.
Follia.
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Quella statua è un monumento non solo ad un criminale russo, ma soprattutto alle infiltrazioni russe in Italia e all'incapacità dell'Italia di contrastarle.
È un simbolo di subordinazione, e in quanto tale deve essere rimosso.
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È difficile, inoltre, non pensare che la visita dell'ambasciatore sia slegata da quello che sta accadendo attualmente in Siria. Dal punto di vista comunicativo l'intento è chiaro: stabilire un'equazione tra l'opposizione ad Assad e alla Russia ed il terrorismo.
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Col fine, ovviamente, di far leva sulle opinioni pubbliche occidentali per indebolire la spinta che potrebbe portare alla caduta di Assad e, a cascata, all'indebolimento della posizione della Russia in Medio Oriente, nel Mediterraneo (Libia in primis) e nel Sahel.
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Da sottolineare le parole dell'ambasciatore contro la NATO, ancora più gravi perché pronunciate sul territorio di un Paese dell'Alleanza. L'ambasciatore parla di "bruciare e far esplodere" i mezzi della NATO come modo per aprire la strada alla pace.
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Una retorica bellicista ed ostile che vuole attribuire alla NATO e alla Resistenza ucraina le responsabilità di una guerra di cui la Russia è la sola colpevole.
Le azioni e le parole dell'ambasciatore sono gravissime e dovrebbero valere almeno un richiamo formale.
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Infine c'è il dettaglio inquietante degli ex militari italiani appartenenti all'associazione "Cuore Russo" e che hanno presenziato all'evento.
Queste cose accadono solo in un Paese sull'orlo della sovversione.
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Riuscite ad immaginare dei militari russi iscritti all'associazione "Cuore NATO" e che vanno ad omaggiare i soldati di Paesi NATO caduti durante le loro missioni in Medio Oriente?
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Questa asimmetria e questa connivenza con il nemico hanno francamente stufato. Stanno arrecando dei danni enormi.
Impedirle non significa limitare la libertà di espressione, quanto limitare le ingerenze della Russia nella vita sociale e politica del nostro Paese.
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Spero che la statua del criminale di guerra russo venga tirata giù; che l'ambasciatore russo venga richiamato formalmente; che i personaggi italiani che hanno preso parte a questo scempio vengano ritenuti corresponsabili.
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Soprattutto, spero che le associazioni russe coinvolte in questa vicenda vengano smantellate.
Così dovrebbe essere, in un Paese normale.
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Sotto trovate il servizio della TV lucchese NoiTV, caricato su YT.
Ringrazio l'utente @Passionfruit91_ per avermi messo a conoscenza della vicenda.
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🧵 Che dietro la campagna "La Russia non è mio nemico" ci sia il Cremlino è più di un'ipotesi, FSB a parte.
La campagna inizia a Verona il 17 giugno, e la prima agenzia al mondo a darne notizia è la TASS (17/06 ore 14:46, poche ore dopo la comparsa dei primi manifesti).
Di solito queste notizie vengono riportate prima nelle cronache locali, e solo in un secondo momento dalle testate internazionali. Qui accade il contrario: le agenzie russe ne parlano subito, le cronache locali il giorno dopo.
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In Italia i primi a darne notizia sono quelli di Dailyveronanetwork (18/06 ore 10:11).
Io penso che le elezioni statunitensi una lezione l'abbiano data, e bisogna vedere se in Italia qualcuno l'abbia recepita: estremizzarsi verso sinistra non porta a nulla. Molte questioni identitarie stanno a cuore ad un pubblico largamente minoritario,
ed anche quelle più importanti, come l'antifascismo (che però non è solo una questione identitaria), vanno adattate al contesto attuale: ad esempio la principale (anche se non unica) espressione del fascismo oggi è il rossobrunismo.
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E le battaglie più antifasciste che si stanno combattendo attualmente sono quelle a difesa della democrazia e della sua principale espressione, che è quello che siamo soliti chiamare "Occidente". E delle istituzioni che lo caratterizzano.
La propaganda russa e la propaganda anti-PD sono una cosa sola.
Questo è un fatto ormai acclarato: i russi ed i loro proxy hanno ideato e condotto delle campagne mediatiche violentissime contro il PD, da Bibbiano in giù.
La demonizzazione del PD è feroce, continua e sistematica.
Alla luce di quanto detto, e facendo salvi i nomi sopra citati e pochi altri, l'ignavia del PD nei confronti della propaganda russa e del tema della guerra ibrida è francamente sconcertante.
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Se proprio non volete combattere la propaganda putiniana perché è la propaganda dello Stato attualmente più fascista sulla faccia della Terra, e voi in teoria dovreste essere antifascisti;
L'intervento di @GuidoCrosetto alla festa del Fatto Putiniano mi fa sorgere un paio di riflessioni:
1) La balla, pronunciata da Gomez, delle trattative di pace interrotte dagli inglesi deve finire. Le condizioni poste all'Ucraina (disarmo quasi totale
Post AGGHIACCIANTE pubblicato su Telegram da parte del gruppo Rusich, unità dell'esercito russo di dichiarata ispirazione nazista: chiedono alle altre unità un prigioniero ucraino per effettuare un sacrificio umano rituale in occasione del prossimo equinozio d'autunno.
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Il prigioniero richiesto, si legge nel post, non deve essere "pienamente slavo", ma con una pelle più scura, ad esempio un tataro di Crimea.
Ricordiamo che il fondatore del gruppo Rusich, Alexey Milchakov, si definisce nazista 👇
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Nel 2011 è salito alla ribalta per aver girato un video amatoriale in cui torturava e decapitava un cucciolo di cane, per poi a quanto pare mangiarselo 👇