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In Siria la situazione è estremamente seria, ma a quanto pare qua in Italia non siamo in grado di andare oltre le solite polemiche. È tutto un "Alla fine Al-Sharaa è un terrorista sanguinario, lo avevamo detto" e un sempre meno velato "era meglio Assad". In entrambi i casi, con il fine ultimo di mostrarsi più 'dritti' e intelligenti degli altri.

Si badi bene: in Siria stanno avvenendo atrocità indicibili contro la minoranza alawita, di cui Al-Sharaa e il suo governo, issato al potere sulla punta delle baionette sono politicamente responsabili, senza alcun dubbio. Ma stanno emergendo con crescente chiarezza responsabilità di singole brigate e individui nelle brutalità e nelle esecuzioni sommarie.

In particolare, emerge il ruolo della divisione Hamza e della divisione Sultan Sulayman Shah, quest'ultima capeggiata da Abu Amsha, ex bracciante divenuto uno tra i più potenti e sanguinari signori della guerra siriani. In entrambi i casi siamo nell'ambito del cosiddetto Esercito nazionale siriano (SNA), quelli che io chiamo i "veri" filoturchi della compagine anti-Assad.

Queste formazioni, che hanno alle spalle un curriculum già molto lungo di devastazioni, saccheggi e crimini contro i civili e in particolare contro i curdi, non vogliono integrarsi nell'Amministrazione generale militare (il nucleo delle nuove forze armate), che non a caso ha tentato di sostituire l'SNA ad Afrin (cantone curdo). Durante l'avanzata verso Damasco, che ha portato HTS al potere, l'SNA concentrava i suoi sforzi contro le SDF curde tra Aleppo e Manbij (per la gioia di Ankara).

Alcuni episodi particolarmente violenti di questi giorni sembrano opera di miliziani non arabi, in particolare i jihadisti uiguri attivi nella zona di Idlib. Questi gruppi, che sono venuti in Siria per creare uno stato islamico e non per mettere giacca e cravatta, ritengono a tutti gli effetti Al-Sharaa un traditore.

Cosa sto cercando di dire? Il settarismo nei paesi arabi non è uno stato di cose immanente, bensì uno strumento di potere. Quando ci sono tensioni, vicini di casa di conseffessioni opposte iniziano a guardarsi con diffidenza. In gruppi di cui parlo hanno probabilmente colto la palla al balzo, arrivata quando i gruppi pro-Assad hanno attaccato per primi, per sfogare la loro violenza settaria e tentare di fatto di sabotare Al-Sharaa (le sanzioni, allo stato attuale, restano al loro posto). Il governo ha anche tentato di schierarsi, tardivamente, a protezione delle comunità alawite e di assicurare più volte che la situazione è sotto controllo.

Probabilmente ci saranno purghe e già si parla di azioni legali interne, ma il punto per me è sempre lo stesso: le cose sono sempre più complicate di come vengono raccontate. Calma e gesso, sempre.

In foto: Abu Amsha, al secolo Muhammad Al-JasimImage
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Feb 26
Ieri a Damasco si è finalmente tenuta la Conferenza del dialogo nazionale per la Siria. Era prevista per gennaio, ma è stata rimandata e poi convocata abbastanza frettolosamente. In sintesi? Ha fatto il botto, ma forse era solo un petardo. Qualche considerazione ⤵️🧵 Image
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Feb 21
In Medio Oriente sta per arrivare una svolta epocale, che parte dalla Turchia e arriva alle branche del Kurdistan, soprattutto in Iraq e in Siria.

Dopo 40 anni, Ankara potrebbe far pace con il Partito dei lavoratori curdi (PKK), ma in ballo c’è anche il futuro di Erdogan🧵⤵️ Image
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Non sono in pochi a ritenere che dietro l’iniziativa di Bahçeli ci sia lo stesso Erdoğan (i loro partiti MHP e AKP sono alleati). In questo modo, il presidente non perderebbe la faccia se l’operazione non riuscisse. Ma qual è il suo obiettivo? Image
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Feb 12
L'idea di Trump di 'spostare' i palestinesi tra gli arabi (in Arabia Saudita, Giordania, Egitto, fate voi) non è affatto nuova. Circola da decenni, soprattutto negli ambienti della destra in Israele. Si basa sull'assunto che l'identità palestinese, semplicemente, non esiste 🧵⤵️ Image
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Dec 12, 2024
Allora, provo a spiegarla meglio. Da giorni dico che le SDF ("i curdi") devono trovare una via per avere un ruolo nella "nuova Siria". Oggi l'amministrazione del Rojava ha deciso di issare la bandiera dell'indipendenza siriana sugli edifici pubblici. È importante perché ⤵️🧵 Image
Fino a poche ore fa, con residui ancora adesso, le SDF stavano combattendo contro le milizie filoturche dell'SNA (che al contrario di HTS sono a tutti gli effetti un asset di Ankara). Lo scenario è quindi quello di un paese ancora spaccato su questa linea
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Nov 6, 2024
Trump è tornato. Ma cosa cambia per il Medio Oriente? Il suo primo mandato viene ricordato soprattutto per gli Accordi di Abramo, sostegno a Israele, spostamento dell'ambasciata a Gerusalemme e uscita dall'accordo nucleare con l'Iran. Oggi lo scenario è diverso?
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All'epoca, pochi lo ricordano, Trump aveva promesso "qualcosa di buono" per i palestinesi in un "Accordo del secolo" che prevedeva, tra le altre cose, un'autostrada tra Gaza e Cisgiordania a 30 mt d'altezza sopra Israele. Ne scrissi qui:
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Oct 8, 2024
Perché Israele non ha ancora risposto all'Iran, a una settimana dall'attacco missilistico?

Difficile dirlo, ma secondo me c'è lavorio dietro le quinte perché la risposta sia forte e allo stesso tempo circoscritta. Ma cosa può fare Israele.

Spunti dal @nytimes 1/4👇 Image
@nytimes @DeShindig @ChukNui @LorenzoNannetti @tincazzi @NessunLuogo24 Lo scenario più temuto è che Israele attacchi strutture del programma nucleare iraniano, impianti di produzione, arricchimento o miniere d'uranio.

Questa, però, è la linea rossa più ferrea sia per USA, tanto che Biden lo ha detto apertamente, che per Cina (come in Ucraina ndr) Image
@nytimes @DeShindig @ChukNui @LorenzoNannetti @tincazzi @NessunLuogo24 L'altra ipotesi è che Israele prenda di mira le strutture del petrolio, che sono tutte nel sud-ovest dell'Iran. Sarebbe grave: prezzi in fibrillazione a un mese dalle elezioni USA, coinvolglimento dei paesi arabi del Golfo e la Cina (primo importatore di petrolio iraniano) Image
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