Nella sua lettera al direttore de @Linkiesta , @christianrocca, @matteorenzi critica l’Unione Europea per la mancata proposta diplomatica volta a ottenere una tregua nella guerra della #Russia contro l’Ucraina. Sostiene che l’UE non faccia politica estera, /1
ma si limiti a scrivere tweet per qualche cuoricino. Lo dice proprio lui, che nel 2014 e poi ancora nel 2015 propose il modello altoatesino per il Donbas come soluzione credibile al conflitto russo-ucraino. E oggi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina su larga scala, /2
rivendica con orgoglio questa proposta – una proposta talmente populista da non meritare nemmeno un tweet (figuriamoci un cuoricino), altro che essere definita “una seria proposta di pace diplomatica”. «Abbiamo offerto anche un modello italiano, quello dell’Alto Adige, /3
per garantire autonomia e decentramento», dichiarava Renzi nel 2015 in conferenza stampa con il presidente russo Putin, parlando della crisi ucraina e del protocollo di Minsk 2, definito «unico faro (pensa…) per uscire dalla crisi». /4 altoadige.it/cronaca/bolzan…
Dunque, nel 2015 Renzi parlava a #Putin di “autonomia” e “decentramento”– due valori che a Putin stavano (e stanno) molto a cuore. Parliamo di un uomo che già nei primi anni 2000 aveva abolito le elezioni dirette dei governatori in tutta la Russia, uno Stato federale./5
Per “ripristinare un’efficace catena verticale di autorità” e attuare una politica uniforme, il presidente russo invocava una “dittatura della legge” per imporre standard legali universali in tutta la Federazione. In quest’ottica avviò una riforma che portò /6
all’abolizione del Consiglio della Federazione, sostituito dal Consiglio di Stato, con l’obiettivo di ridurre l’influenza dei governatori sulla politica federale. Di conseguenza, i governatori non furono più coinvolti direttamente nella gestione del bilancio né nel processo /7
legislativo.Inoltre, la riforma conferiva nuovi poteri al presidente, tra cui la possibilità di destituire i governatori regionali e sciogliere le assemblee locali. Nella seconda fase della riforma,venne abolito il diritto degli Stati federali di eleggere il proprio governatore/8
che da quel momento in poi sarebbe stato nominato direttamente da Putin.Putin lanciò anche una vasta campagna per quella che ipocritamente definì “armonizzazione”della legislazione regionale con la Costituzione federale: alla fine del processo, circa l’80% delle leggi regionali/9
era stato “uniformato” alla normativa federale.
E che dire della legge sui partiti politici da lui introdotta, che vietava ai partiti regionali e ai blocchi elettorali di partecipare alle elezioni locali? /10
Secondo Putin, queste misure erano necessarie per «garantire l’unità del Paese, rafforzare le strutture statali, aumentare la fiducia nelle autorità e creare un sistema efficace di sicurezza interna». /11
Ecco, quindi, cosa significavano e significano in Russia “decentramento” e “autonomia” per le regioni e gli Stati federali.
E questo senza nemmeno soffermarsi sulle leggi varate prima del 2014-2015 che limitavano le libertà civili e i diritti delle minoranze etniche, /12
oppure di come valori di “decentramento” e “autonomia” sono stati approcciate in Cecenia prima con la guerra e poi sottomettendo l’intero popolo ceceno sotto controllo di uno come Kadyrov. /13
Eppure, nel 2014, Renzi parlava a Putin dell’Alto Adige, di “autonomia” e “decentramento”, come se, dopo aver sistemato a modo suo il proprio Paese sotto questo aspetto, Putin avesse invaso l’Ucraina per lottare a favore della decentralizzazione del potere nel Donbas. /14
Viene da chiedersi chi abbia preso in giro Renzi all’epoca con quella proposta così ingenua: se stesso? Petro Porošenko, all’epoca presidente dell’Ucraina? O forse le oltre 10.000 vittime della guerra nel Donbas tra il 2014 e il 2015? /15
Di sicuro, Putin si sarà divertito parecchio – esattamente come si diverte oggi quando fa ripetere a #Trump la sua menzogna sull’inesistente accerchiamento dei soldati ucraini a #Kursk. FINE
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The recent televised debate between Senator @CarloCalenda and Jeffrey Sachs was more than a clash of opposing views on the war in #Ukraine: it laid bare the structural and ethical weaknesses of the Italian media system. By exposing Sachs’s misleading and factually distorted /1
arguments, often echoing Kremlin talking points, #Calenda also revealed a broader crisis in Italy’s televised journalism: the collapse of professional ethics,the absence of fact-checking, and the widespread lack of expertise. Italian talk shows, driven by ratings and spectacle,/2
have turned disinformation into a form of entertainment.
This debate highlighted how the Italian talk-show format, shaped by infotainment rather than journalism, has become a fertile ground for manipulation and disinformation. The journalists prioritize confrontation, drama, /3
A settembre l’UE potrebbe sospendere il regime di esenzione dal visto per la #Georgia a causa dell’arretramento democratico in corso, che non è certo avvenuto all’improvviso. Ecco cosa scrivevo già nel 2018 in un rapporto di valutazione sull’attuazione dell’Accordo di /1
Associazione UE-Georgia, commissionatomi dal Parlamento europeo:
-Le elezioni democratiche e il riuscito passaggio di potere sono stati ampiamente considerati una vittoria per la democrazia georgiana.
Tuttavia, gli anni di governo del partito “Sogno Georgiano” hanno dimostrato/2
che elezioni democratiche non significano necessariamente una transizione di successo verso la democrazia. Le istituzioni restano deboli e sono controllate da un oligarca. La governance informale e la definizione delle politiche dietro le quinte rappresentano una sfida cruciale/3
Valery #Gergiev, celebre direttore d’orchestra russo, è da anni uno dei più visibili sostenitori del regime di Vladimir Putin. Non solo ha offerto pubblicamente il proprio sostegno politico al presidente russo in più occasioni, ma si è fatto anche portavoce di posizioni che /1
giustificano leggi discriminatorie, in particolare contro la comunità LGBTQ+.
Nel 2013, in un’intervista al quotidiano olandese Volkskrant, Gergiev difese la controversa legge russa contro la “propaganda omosessuale” affermando: “In Russia facciamo tutto il possibile per /2
proteggere i bambini dai pedofili. Questa legge non riguarda l’omosessualità, ma mira alla pedofilia.”
A domanda diretta, sostenne inoltre di non essere omofobo e di non aver mai discriminato nessuno nel suo lavoro. Tuttavia, le sue dichiarazioni pubbliche mostravano un chiaro/3
Nino Haratischwili, scrittrice georgiana e autrice de L’Ottava Vita, scrive così in seguito agli arresti dei leader dell’opposizione avvenuti oggi in #Georgia:
“Così iniziava sempre, ovunque. In modo strisciante. Come un gioco. Con quell’incredulità iniziale. All’inizio erano /1
sempre altri a essere colpiti: la repressione, le persecuzioni, le accuse - sempre rivolte a qualcuno, a qualche “minoranza” o gruppo. Per questo, per molto tempo, tutti si allenavano a distogliere lo sguardo, a essere indifferenti, e continuavano a vivere come se niente fosse./2
Finché non è toccato anche a loro.
E così siamo arrivati fin qui: con lo sguardo voltato altrove, convinti che “a me non capiterà”.
Siamo arrivati a questo punto: in un’ingiustizia totale, nell’illegalità, nel crimine, nella corruzione, nella propaganda, nella menzogna, nella/3
In sintesi, prima del 2022 la Russia di Putin aveva già sterminato 27 mila ceceni (alcune stime dicono 50 mila), aveva bombardato Grozny a capodanno; aveva condotto la guerra in Georgia (ammazzando 228 civili e 170 soldati solo in 5 giorni, agosto 2008); per non dire nulla su /1
teatro Dubrovka con 129 morti, dove, per prendere i terroristi ceceni che tenevano in ostaggio 850 persone, Putin autorizzo l’uso del gas proibito. Tanti morirono per soffocamento; la giornalista Anna Politkovskaya ammazzata nell’ascensore a casa sua; Il giornalista Pavel/2
Klebnikov, assassinato all’uscita
della redazione di Forbes Mosca, solo perché aveva pubblicato un articolo sui oligarchi russi; nel 2003 fu ucciso il deputato liberale Sergei Yushenkov; nel 2006 l’ex-agente del KGB Alexander Litvinenko morì avvelenato con il polonio a Londra;/3
Da novembre 2024, cioè da quando ha vinto #Trump, la stragrande maggioranza in Italia –politici (di governo e di opposizione),analisti (inclusi molti miei colleghi, tutti in buona fede e coloro che hanno a cuore il diritto internazionale, quindi i principi legati alla sovranità/1
e all’integrità territoriale, e sostenitori di una pace giusta), giornalisti, per non parlare dei soliti propagandisti e storici dell’arte – si è convinta che #Trump avrebbe raggiunto un accordo con #Putin per un cessate il fuoco. Ovviamente a discapito degli ucraini, /2
ma comunque, secondo loro, un accordo ci sarebbe stato. Appena avviati gli incontri🇺🇸🇷🇺, alcuni membri del governo hanno subito rilasciato dichiarazioni improntate all’ottimismo (e.g. Salvini), senza preoccuparsi minimamente del fatto che quel cessate il fuoco non sarebbe stato/3